12/09/11

Straight Edge - Motivi Di Una Scelta - 4

Giro la scena musicale e politica ormai da un po' di anni, e ne ho viste di cotte e di crude. Mi sono anche accorto che oltre a parecchi pregiudizi c'è pure molta ignoranza sul movimento straight edge e/o sulla scelta di vita "drug free" e sulle motivazioni, in particolare, che possono portare ad una tale scelta, proprio per questo ho deciso di pubblicare alcuni testi riguardanti questo argomento, i MOTIVI DI UNA SCELTA, alcuni tratti da un opuscolo che ho in casa, che si chiama "A Commitment For Life" che tratta proprio l'argomento straight edge, alcuni scritti da conoscenti amici o anche da me stesso, chi lo sa, non metterò le firme.

"Alcune ideesono velenose.
Ti fotteranno.
Distruggeranno la tua vita.
E ti faranno sentire solo ed alienato.
Stai attento.
Le idee sono mortali."

Riportare alla mente il perché mi ritengo straight-edge è come percorrere una strada della durata di quasi dieci anni. Mi rendo conto, pensandoci ancora più profondamente, che le origini che hanno portato a definire me stesso per quello che sono vengono anche da qualche anno prima. Sono uno di quelli che gli Erode definirono in una loro canzone come "generazioni cresciute tra la strada e la ferrovia". La periferia era quella "mortale" di una grande città come Roma, "mortale" per tanti motivi: assenza di strutture, scuole fatiscenti "affogate" nel cemento, poca gente disposta ad occupare uno stabile, presenza massiccia di forze del disordine spesso più collegate che mai ad ambienti malavitosi (il crimine paga... e paga meglio dello Stato quando sei un carabiniere di periferia...).
La sensazione era quella tipica di ragazzi/e abbandonati/e alla volontà di chi decide e sancisce che vivi ai margini e che come tale vieni considerato, un emarginato. Pian piano cresci e fai le tue scelte avendo due possibilità, o vivi in strada (con i suoi pro e contro...) e cresci come tale o ti fai la tua gioventù tranquilla neglio scouts di quartiere, specchio riflesso della cultura falsamente buonista, di fatto elitaria e borghese dettata dalle chiese che infestano la città in cui vivo. Io un po' per desiderio, un po' perché di famiglia atea, ho preferito la prima via. Lungo questa sono cresciuto diventando in parte quello che sono oggi con il mio piccolo bagaglio di esperienze e di idee. Le storie sono quelle comuni a molti forse, storie di quei ragazzi che sono cresciuti nelle periferie delle grandi città a cavallo tra gli anni '80 e '90, che hanno semplicemente vissuto, si sono scontrati e qualche volta sono rimasti sull'asfalto. Il problema principale del mio quartiere era la droga, l'eroina prima di tutto, districarsi nei giardini o tra i colonnati di cemento in mezzo a moltitudini di siringhe usate diventava anche un "passatempo" quando si era un po' più giovani. Poi quando si cresce cambiano le cose, si affacciano altre situazioni, altre problematiche, ma la droga resta e qualche volta si porta via anche qualche tuo amico. In quel periodo avevo già le mie idee, non sono mai stato una persona eccessivamente "oltre" riguardo il consumo di determinate sostanze che fossero droghe o alcool. Le vicende che mi hanno toccato da vicino e mi hanno cresciuto hanno avuto un ruolo rilevante. Lo straight edge innegabilmente è arrivato con la musica, prima il punk, poi l'hardcore, incominci a fare delle considerazioni e qaìualche prima conclusione saltò fuori. Vecchi concerti che lasciano il segno come quelli dei By All Means, dove ancora si sentiva la sensazione sincera di avvenimento che non erano solo musica ma anche e soprattutto motivo di riflessione e di dibattito!
La cosa più bella che sento anche ora è il fatto che, quando ho stabilito di esserlo, e di sentirlo parte integrante delle mie idee, non ho dovuto chiedere il permesso e non ho dovuto render conto delle mie idee a nessuno. Il concetto primo che era proprio del mio essere straight edge era innanzitutto la semplice libertà di esserlo, questo mi spinge tuttora a definirmi tale. Non ho mai pensato che fosse un altro ennesimo fenomeno elitario, frutto della vasta miriade di sottoculture finto alternative, bensì una delle chiare espressioni di opposizione ad un sistema che ancora oggi rifiuto. In una società dove il consumismo diventa un valore ed il benessere economico un punto di arrivo, l'uso massiccio di droga, alcool e farmaci diventa un "appellativo", un modo per uscire dagli "schemi", per trovare una maniera diversa di vivere una vita che il presente ti sbatte in faccia senza pietà ed il futuro ti prospetta "uguale" fino alla fine. Le scelte, quelle di tutti i giorni, influenzano la nostra vita ed anche quella di altri, ho scelto di diventare straight edge non solo per me stesso. L'ho concepito prima di tutto come uno strumento di liberazione dalla triste routine ideologica che ci vede asserviti a "preconfezionate" idee dove i sentimenti ed i pensieri diventano come di plastica, ad uso di chi ci vuole fedeli e sottomessi alle leggi del "viver bene" secondo canoni imposti dalla politica di palazzo, dalle leggi dello Stato, dai nuovi usi e costumi dettati dai media. Quando decisi che non avrei consumato droghe o alcool ho stabilito che la mia scelta fosse prima di tutto politica, non di "stile" relazionata alle persone che ruotavano attorno a me. Dietro il consumo di droga (nella comune accezione di quella acquistata da chi spaccia per "conto di terzi" ) si cela un mercato in cui chi vuole una società senza sfruttati non può chiudere gli occhi e far finta di niente. Sostanze come ecstasy o cocaina provengono da situazioni in cui chi vive in povertà viene sfruttato per la coltivazione, la produzione ed il trasporto (le donne/ragazze usate come "corrieri" perché meno soggette a controlli sono una dura realtà). Conseguentemente a questo non posso accettare che il consumo di droghe, oltre che portare a noi stessi danno fisico, può portare ad altri danni ben maggiori. Stesso discorso ho intrapreso con il consumo di alcool industriale dove assolutamente le condizioni non cambiano! Non possiamo dichiararci contro le multinazionali, contro il loro modo di operare e poi permettere che il malto usato per le marche di birra più conosciute provenga da paesi sottosviluppati dove la mano d'opera costa poco. Qual'è quindi la differenza rispetto ad una multinazionale come la Nike o la Coca Cola?!?! A mio parere nessuna. Il discorso sul tabacco in parte si ricollega a quanto detto sul consumo di droghe; preferisco, come spesso ho dibattuto con alcune persone, "accettare" un consumo di marijuana inteso in un concetto di autoproduzione piuttosto che il consumo di tabacco industriale strettamente legato ancora una volta allo sfruttamento dei paesi sottosviluppati economicamente. Il problema è anche strettamente connesso a "lobby" che considerano il profitto come fine ultimo. Dagli Stati Uniti è da poco stata emessa l'ennesima sentenza che nega ai parenti di persone decedute per cancro ai polmoni dovuto al consumo di tabacco, un rimborso da parte della Philip Morris, anche in questo caso la mia domanda è: da che parte stiamo?!?! Come persone che concepisce lo straight edge anche come una "rivoluzione interiore" posso fare delle scelte in base a quello che reputo giusto per me stesso (non consumo droghe o alcool perché voglio mantenermi lucido e pronto a reagire), ma quando le scelte legittimano anche solo indirettamente la sofferenza altrui, allora la "rivoluzione" non può essere più solo interiore. Con la sofferenza altrui stiamo comprando un nostro "piacere" momentaneo, è un fatto che rappresenta la realtà, che piaccia o meno.
Personalmente ho sempre avuto la prospettiva di un pensiero che si potesse proporre assieme ad altre realtà (all'interno del movimento punk o skin per esempio) come una scelta concreta di opposizione politica e sociale. L'essere straight edge ha sempre rappresentato agli occhi di molti una scelta "elitaria" fatta per dichiararsi migliori di altri o per contestare scelte personali di chi vive una vita secondo abitudini differenti. Non ho mai smesso, ne mai lo farò, di dialogare riguardo questi temi con chi non la pensa come me o vede delle "sfaccettature" diverse. La mia esperienza di vita e le mie convinzioni mi portano ad agire in tal senso. Non ho preso determinate decisioni per contestare scelte personali altrui ma per comprendere che in diverse realtà è necessario prendere coscienza e non perderò mai la fiducia in questo. I miei migliori amici non si definiscono straight edge, ma la percezione che ho di loro, è di persone che possono contribuire, come sto cercando di fare io, a cambiare una parte di cose che costituiscono la dura realtà dei fatti in una società di diseguali. Una definizione, anche se ropria per il sottoscritto, non stabilisce come forzatamente diverso un percorso di lotta altrui se questo è comune al mio, si può essere "accomunati" anche senza una semplice definizione. Questo è anche quello che sento mio nelle battaglie di tutti i giorni, dove soltanto attraverso il superamento di barriere "mentali" si potrà arrivare ad ottenere qualcosa di concreto.
Distruggere per poi ricostruire, questo è quello che mi viene in mente pensando allo straight edge, so che non è facile da immaginare, ma la profonda coscienza politica che sento a tal proposito mi porta a pensare a questo, a stabilire che è necessario arrivare a comprendere che non possiamo chiudere gli occhi pensando che riaprendoli le cose saranno cambiate. Il cambiamento può partire solo da noi e può essere soltanto radicale. Il compromesso è un termine che non mi si addice e che non penso si addica a chi aspira a dei cambiamenti sociali e concreti. In questo senso considero lo straight edge un punto di partenza, n momento per stabilire che ci sono delle lotte che vanno intraprese. Tali lotte coinvolgono chiunque abbia sentimento e volontà di capire che la liberaione non può essere un concetto astratto ma deve inserirsi in un quadro di libertà totale (non solo umana ma anche animale e della Terra). Ho speranza un giorno di poter avvistare un punto di arrivo, vorrà dire che qualcosa di concreto è avvenuto. Sono straight edge perché non amo giustificare e non amo delegare. 

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