05/09/11

Straight Edge - Motivi Di Una Scelta - 3

Giro la scena musicale e politica ormai da un po' di anni, e ne ho viste di cotte e di crude. Mi sono anche accorto che oltre a parecchi pregiudizi c'è pure molta ignoranza sul movimento straight edge e/o sulla scelta di vita "drug free" e sulle motivazioni, in particolare, che possono portare ad una tale scelta, proprio per questo ho deciso di pubblicare alcuni testi riguardanti questo argomento, i MOTIVI DI UNA SCELTA, alcuni tratti da un opuscolo che ho in casa, che si chiama "A Commitment For Life" che tratta proprio l'argomento straight edge, alcuni scritti da conoscenti amici o anche da me stesso, chi lo sa, non metterò le firme.

Mi è capitato di crescere in una città medio piccola, felice nel suo isolamento culturale e nella sua provincialità. Ricordo la sera in cui ho bevuto la mia prima birra, un ragazzino come tanti in una delle sue prime uscite serali tra amici. Generalmente mi limitavo a un bicchiere di Coca Cola o un succo di fruttama quella sera mi trovavo insieme a ragazzi poco più grandi di me e che non conoscevo troppo bene. Tutti ordinarono superalcolici e birre e io feci lo stesso per non essere visto come lo sfigato di turno.
Negli anni successivi sono cambiati i giri, le compagnie e gli amici, ma il binomio uscita in gruppo + alcool è sempre rimasto. In ogni ambiente che ho frequentato ho sempre trovato abitudine normale bere alcolici (con più o meno moderazione) e strano invece rifiutarli.
Crescendo ho iniziato a pormi in maniera critica verso molte delle cose che venivano comunemente accettate (tra cui l'abitudine di bere per essere accettati o non discriminati) e ho iniziato a limitare sempre di più il consumo di alcolici.
Una sera mi trovavo ad una festa in piazza a Bologna; avevamo già iniziato a bere birra a cena e abbiamo continuato per tutta la serata. Nel caos generale, tra un concerto (pessimo) e alcuni scherzi idioti si è persa completamente la percezione della realtà e la serata è finita al pronto soccorso con un ragazzo con la faccia scorticata da una caduta sull'asfalto e un altro con un labbro rotto.
Ho ripensato un sacco di volte a quella serata e mi sono sempre detto che per la situazione che si era creata ci è andata fin troppo bene. Da quella volta ho deciso che una situazione del genere non si sarebbe più ripetuta e di lì a poco ho iniziato ad escludere completamente alcool e droghe dalla mia vita.
Ero già vegetariano da alcuni anni e conoscevo il movimento straight-edge nonostante non avessi mai approfondito veramente le motivazioni che ne stavano alla base. In quel periodo stavo anche iniziando ad eliminare dalla mia dieta i derivati animali e venire a conoscenza degli additivi usati negli alcolici e nel "taglio" delle droghe mi diede senza dubbio una spinta decisiva.
Tuttavia ho sempre considerato lo Straight-edge come un qualcosa di inscindibile con l'hardcore e quindi non vivendo ancora a stretto contatto con questo mondo non mi sono sentito di definirmi tale.
(Con questo non voglio dare nessun peso alle definizioni, concetto che propriamente non mi si addice, ma ne riconosco l'utilità pratica qundo si deve descrivere qualcosa in questi termini).
I motivi che mi hanno portato a scrivere questo testo sono principalmente due. Ritengo che in Italia la conoscenza delle motivazioni alla base del movimento sxe sia ancora, dopo tanti anni, molto approssimata. Ho sentito fare commenti tra i più disparati che definivano lo straight-edge una moda giovanile , una religione, una setta o comunque un qualcosa di vincolato da regole di condotta morale e leggi incontestabili. Con queste righe spero che venga gettata un po' di luce su questo stile di vita e che possano magari servire ad avvicinare qualcuno a questa etica di comportamento.
In secondo luogo mi preme sottolineare la connivenza tra uno stile di vita "drug free" e l'essere libertari e antispecisti. Nell'ambiente punk-hardcore ci si trova spesso a discutere su concetti che io considero elementari per finire poi a scontrarsi contro modi di pensare che ho sempre ritenuto propri di altri tipi di culture (sessismo e specismo soprattutto). Per questo mi dispiaccio a sentir parlare di anarchia o liberazione animale un carnivoro o qualcuno che fa largo uso di tabacco e droghe varie o constatare che il concetto di libertà che in molti propugnano è assai raramente esteso agli animali e a noi stessi. Il mio parere è che, a maggior ragione se si sceglie un percorso di lotta o di critica verso questo complesso di valori di sfruttamento, sia necessario mantenere uno stile di vita il più possibile al di fuori delle meccaniche di morte che esso genera ed essere in grado di poter agire con lucidità in ogni situazione. Questo non per chissà quale appello alla purezza o all'integrità del corpo ma per questioni molto più pratiche legate alla gestione razionale di situazioni difficili.
Iniziamo a concretizzare la libertà invece di discuterne soltanto.

Le azioni parlano più delle parole! 

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