30/08/11

Günther Anders - È Sufficiente Una Protesta Non Violenta?

Ogni volta che rileggo questo brano ho la pelle d'oca (leggi "sborro copiosamente"), ve lo ripropongo perché lo ritengo interessantissimo, che sia condiviso o meno, dovrebbe essere decisamente uno spunto di riflessione.
Ci tengo a precisare che tutto ciò lo estenderei a tutti gli ambiti, non solo all'ambito nucleare



Il tradimento
Il livello pre-rivoluzionario della nostra lotta contro i preparativi di annientamento totale, quello che consiste in atti simulati, sentimentali e simbolici, appartiene oramai al passato. Andare oltre questo livello di violenza, o piuttosto di non-violenza, è certo in contraddizione con quei princìpi e tabù cui ci siamo sempre attenuti —  quanto meno io da parte mia non ho mai cessato di farlo — fin dalla Prima Guerra mondiale, e che a dire il vero considero inviolabili; il che mi mette d’altronde in una condizione che non ho nessuna voglia di descrivere.
Ma quando uno dei padroni del mondo ritiene, com’è successo da poco, di divertire il proprio uditorio annunciando con un largo sorriso che sta per dare l’ordine di bombardare l’Unione Sovietica, e allorché il suo pubblico nell’udire questa sinistra burla gli si stringe con affetto come un sol uomo, è nostro dovere adottare un nuovo comportamento e bandire d’ora in avanti qualsiasi gentilezza e moderazione: perché non esiste pericolo più serio dell’assenza di serietà negli onnipotenti. Rimanere oggi misurati e ossequiosi sarebbe non solo dare prova di indifferenza ma anche un segno di viltà, significherebbe tradire le generazioni future. Contro i mostri minacciosi che, mentre le foreste scompaiono, assurgono al cielo per trasformare la terra in un inferno, una «resistenza non-violenta» non ha effetto alcuno; non è con discorsi e preghiere, né con scioperi della fame e tanto meno con adulazioni che li cacceremo. Tanto meno se c’è chi approva l’utilizzo di tali mostri e ne favorisce la disposizione, considerando la minima contraddizione che opponiamo loro — foss’anche la più legittima — o la minima resistenza — foss’anche la più simbolica — una forma di violenza.
No, dobbiamo attaccare fisicamente adesso e rendere sistematicamente inutilizzabili questi mostri che ci hanno invaso e che, minacciando di diffondere il caos o piuttosto di riportare la terra allo stato di caos primordiale, costituiscono una minaccia permanente per l’umanità e ci fanno piombare in uno stato di urgenza generalizzato.

Morale è ciò che è nuovo
Ma questo è ancora insufficiente. Questa stessa decisione potrebbe rivelarsi assurda — sì, assurda per modestia. Giacché troppo elevato è lo scarto fra l’enormità, o meglio la perfezione tecnica, degli apparati di distruzione (così come delle armi utilizzate dalla poliziaper proteggerli) e la primitività (pensateci bene!) delle nostre armi: delle nostre seghe manuali, delle nostre cesoie, delle nostre chiavi. E se dico «pensateci!» è perché agli occhi degli uomini che detengono il potere e dispongono della violenza, la rozzezza di queste armi, già disonorevole, è talmente ridicola da diventare offensiva. In altre parole, essi credono che solo strumenti in grado di competere con i propri — solo armi tecnicamente più raffinate — siano degni d’essere presi sul serio. Qualsiasi cosa tecnicamente primitiva è per loro, da qualsiasi punto di vista (compreso quello etico), indegna d’essere presa in considerazione. Per questo motivo sono fermamente convinti che sia più morale spargere gas lacrimogeno nell’aria su centinaia di manifestanti piuttosto che lanciare volgari pietre afferrate da terra.
Per loro, il modo più moderno di uccidere è anche il meno criticabile. Viceversa: essere feriti da una coltellata (e non da una bomba a neutroni ultimo grido) sarebbe davvero mediocre e infamante. Alla fine del secondo millennio si avrà pur il diritto di esigere di venir combattuti con armi più moderne di semplici pietre! «Moriamo, sì, ma moriamo moderni!».

Uccidere cose inanimate è sufficiente?
Tale è la disparità tecnica tra le considerevoli armi del nemico (comprese quelle altamente moderne della polizia che le protegge) e le armi utilizzate dai manifestanti per difendersi (che a malapena si possono definire «armi», si tratta per lo più di richieste d’aiuto sotto forma di oggetti), che è comprensibile il disfattismo di chi ritiene che lo scontro fisico sia semplicemente senza speranza. Di fatto, questo divario è paragonabile a quello esistente fra le armi da fuoco utilizzate dalle forze coloniali nel secolo scorso e le frecce di bambù con cui i congolesi tentarono disperatamente, ma invano, di opporre una qualche resistenza. La differenza tecnica aveva determinato l’esito del conflitto, a spese ovviamente di chi era inferiore tecnicamente. Allo stesso modo il nostro uso della violenza, rivolta esclusivamente contro oggetti inanimati, non sarebbe o non è più di un’azione simbolica a paragone con gli strumenti di cui dispone il nostro nemico e con la violenza che può esercitare. D’altronde, chissà che il mostruoso sviluppo della tecnica (che possiamo definire «rivoluzione», forse addirittura la più importante rivoluzione conosciuta dalla storia dell’umanità) non abbia ridotto a zero ogni possibilità di rivoluzione politica — il che costituirebbe ovviamente un’altra rivoluzione, un importante avvenimento storico, benché di segno negativo, dello stesso genere della scomparsa di tante specie.
Limitarsi ad attaccare e «uccidere» solo cose inanimate (questo è quanto gli indecisi si consentono di fare) è insufficiente e inefficace. E questo non solo perché questi attacchi riescono a malapena a scalfire il loro bersaglio. No, la ragione per cui è insufficiente e assurdo accontentarsi di danneggiare e distruggere cose inanimate (che hanno in sé la potenzialità di uccidere milioni di esseri umani), è che possono essere sostituite in ogni momento e senza alcuna difficoltà, come qualsiasi altro prodotto nell’èra della produzione di massa. La loro distruzione è quindi inutile. Inoltre, non riuscendo il consumo a seguire il ritmo dei bisogni della produzione in nessun ambito, i prodotti oggi sono troppi, il che li rende indistruttibili o — per dirla in modo solenne — immortali. Per questo minacciare di danneggiarli ha senso ed effetto solo se cerchiamo anche di spiegare alle persone coinvolte nella produzione, nell’attuazione e nell’eventuale loro uso, che il trattamento che finora abbiamo riservato soltanto ai loro prodotti (il verbo «infliggere» sarebbe qui fuori luogo) non è che un assaggio di quel che saremo costretti ad infliggere loro. Dato che loro ci terrorizzano costantemente, potrebbero ben ritrovarsi a propria volta costantemente impauriti e costretti senza tregua a stare in guardia — tutti, senza eccezione, e senza un ordine prestabilito. Affinché ai nostri figli e ai figli dei nostri figli sia finalmente garantita la sopravvivenza. E dico appositamente che siano finalmente garantiti e non che continuino ad
esserlo.

Il tabù infranto
Non ho scritto queste ultime spaventose frasi alla leggera, come si formula una qualsiasi ipotesi, una opinione o una recriminazione. Poiché, nel corso degli anni che ci separano dalla guerra, il fatto che degli uomini possano uccidere altri uomini e possano anche prendervi un certo gusto non ha mai smesso di sbalordirmi. Fin da bambino non ho mai pronunciato il verbo «uccidere» senza una certa esitazione, come se il suono di questa parola fosse altrettanto micidiale dell’atto che indica. Ecco perché scrivo e sono costretto a scrivere questa parola pieno di spavento e di incredulità, dato che per sopravvivere non esiste altro mezzo se non minacciare quelli che ci minacciano. Chi mi sta obbligando ad infrangere il tabù dell’omicidio può star certo che non riuscirò mai a perdonargliela.
Esigo ed ho il diritto di esigere che non mi si accusi di leggerezza se in conclusione ribadisco: se vogliamo assicurare la sopravvivenza della nostra generazione e quella delle generazioni future (una sopravvivenza che possiamo solo auspicare), non esiste alternativa; non c’è altro mezzo che quello di informare chiaramente chi persiste a mettere in pericolo la vita sulla terra attraverso l’uso dell’atomo — poco importa se a scopo «bellico» o «pacifico» — e continua a rifiutare sistematicamente ogni trattativa volta a porvi fine, che d’ora in avanti dovrà considerarsi un nostro bersaglio. È per questo che dichiaro, con dolore ma con determinazione, che non esiteremo a uccidere quegli individui che, per mancanza di immaginazione o di cuore, non esitano a mettere l’umanità in pericolo e a rendersi così colpevoli di crimini nei suoi confronti.

28/08/11

Straight Edge - Motivi Di Una Scelta - 2



Giro la scena musicale e politica ormai da un po' di anni, e ne ho viste di cotte e di crude. Mi sono anche accorto che oltre a parecchi pregiudizi c'è pure molta ignoranza sul movimento straight edge e/o sulla scelta di vita "drug free" e sulle motivazioni, in particolare, che possono portare ad una tale scelta, proprio per questo ho deciso di pubblicare alcuni testi riguardanti questo argomento, i MOTIVI DI UNA SCELTA, alcuni tratti da un opuscolo che ho in casa, che si chiama "A Commitment For Life" che tratta proprio l'argomento straight edge, alcuni scritti da conoscenti amici o anche da me stesso, chi lo sa, non metterò le firme.


È difficile spiegare perché si è straight-edge quando non è stata una scelta, dato che questa ultima pone sempre in una situazione di cambiamento.
Per me è stata più una presa di conoscenza, più che di coscienza. Ho solo dato un nome ad un' istanza che già mi apparteneva, che era insita nel mio essere.
Non ho mai amato gli alcolici, anzi solitamente io ero quella che non beveva e che non fumava e che rompeva pure l'ultimo dell'anno e brindava con il bicchiere pieno d'acqua (che poi mi arrugginisce ).
Insomma ero la diversa, ma mi stava bene...Io non ho mai trovato divertente ubriacarsi fino a vomitare e non capirò mai cosa ci sia di così bello.
A 14/15 anni le compagnie di amici in un paesino di provincia non te le puoi stare tanto a scegliere: o stai con chi va tutte le domeniche in chiesa o con chi si sballa, ed io scelsi di stare con chi si sballava, perché almeno non passava il sabato sera a catechismo. Ma più passava il tempo più capivo che quello stile di vita non mi apparteneva, non volevo scolarmi una bottiglia intera di whiskey per farmi accettare...io ero e sono così. Mi deprimeva vedere le altre ragazze della combricola fumarsi una canna e bere fino a sboccare per essere più attraenti, per sentirsi più ribelli e magari "imboscarsi" con un tipo che il giorno dopo avrebbero rinnegato. È stato così, un vivere da sxe senza definirsi tali finché un giorno un tipo se ne esce con una canzoncina (che mooolti anni dopo venni a scoprire degli Skruigners) e mi interessai al fenomeno... quello che proponevano era quello che io avevo pensato in maniera generale per anni.
Ho sempre rifiutato le droghe perché disdegnavo, e tutt'ora disdegno, lo sporco commercio che si cela dietro.
Respingo la mancanza di lucidità, il non essere e sentirmi padrona delle mie azioni, nel bene e nel male, e delle loro conseguenze. Nego in blocco tutti i veleni che la società della devastazione tende ad imporre.
Ripudio il sesso come valvola di sfogo delle frustrazioni prodotte dal sistema e, ovviamente, come merce.
Coraggio e determinazione. Evasione e sovversione. Antispecismo e antifascismo. Autocoscienza. Autogestione. Autoproduzione. Coscienza politica, individuale e sociale. Responsabilità. Rispetto. Liberazione.


Per me ora lo SxE è rivolta costante.


Col passare degli anni ho cominciato sempre maggiormente a prendere coscienza, a capire che il modo in cui volevo vivere oltrepassava e nello stesso tempo incorporava lo sxe. Sono diventata prima vegetariana e poi vegana, ho capito che la liberazione non è una prerogativa umana, ma deve essere estesa a tutti gli esseri viventi, Terra compresa. Non riuscirei ad essere complice della sperimentazione per testare la tossicità di tabacco, alcool o altre droghe per lo stesso motivo per cui mi rifiuto di accettare la pratica aberrante della vivisezione.
Non è per un mio vizio che un animale deve rimetterci la pelle.
Contesto le multinazionali, TUTTE le multinazionali, le loro logiche di mercato e la loro politica.


È come mi vogliono
stanco ed annoiato
con le pastiglie in corpo
piaggiatore dello stato.
[...]
È come mi hanno
lucido ed incazzato
una spina nel fianco
del loro sporco stato.

Questo è il mio modo di essere sxe.

27/08/11

Bruce Banner / B.U.S.H. - Split 7"

Ero alla famosa serata con orzocus a sentire Extortion e Seein' Red ed ero a curiosare tra le distro.
Curiosando curiosando intravidi questa copertina con questo nome.

Gli occhi mi si illuminarono, più o meno, dato che il nome lo conoscevo già per questo disco loro. Che bombazza del cazzo, 14 brani in 12 minuti e mezzo datati 2000 mi pare con un miscuglio tra fastcore e powerviolence davvero ben fatto con anche qualche influenza grindcore e qualche altra screamo, molto particolare la voce, a tratti in growl a tratti un urlato acuto che a un primo impatto può non convincere del tutto ma riascoltando il tutto riesce a valorizzare i pezzi. Quando riuscirò a trovarlo e averlo tra le mani mi bagnerò le mutande, con tutta probabilità. Hanno pubblicato anche un altro disco (I've Had It With Humanity), ma non l'ho mai sentito, dovrò rimediare.
Mi imbatto quindi in questa copertina, leggo il nome, e lo prendo a scatola chiusa, metto nello zaino e non lo guardo fino a fine serata, quando sono in macchina.
Salgo dunque in macchina, guardo il disco, e mi accorgo che dall'altra parte c'è questa immagine.
Sono ancora più contento dato che i B.U.S.H. credo non abbiano bisogno di presentazioni.
Il disco è datato 2006 credo.
Arrivo a casa dormo e il giorno dopo ascolto subito.
I Bruce Banner, svedesi, hanno una sonorità molto più leggera rispetto al già citato I Love Fucked Up Noise. Musicalmente si tratta di un hardcore vecchia scuola tiratissimo, con voce urlata e acuta, con il basso molto presente e in evidenza, qualche retaggio del vecchio disco e la mistura è fatta. No Straight Jacket Required è forse la più riuscita, Connex la meno, Face The Truth convince decisamente e Gotta Run anche, nonostante la parte finale, a mio avviso completamente superflua. 4 canzoni, 5 minuti circa
Forse non ai livelli dell'altro, per i miei gusti, ma comunque valido
I B.U.S.H. invece, brasiliani, rimangono fedeli a quanto già fatto in precedenza.Testi parecchio ironici e di critica sociale, in cui spesso attaccano gli Stati Uniti e la loro politica di guerra. Si tratta di un hardcore vecchia scuola con vaghe influenze 60's (mi riferisco al surf in particolare) e allo skate punk, anche qua il basso è molto in evidenza, sono meno veloci e meno violenti rispetto ai BB, questo sicuramente, e rispecchiano anche meno i miei gusti, ma rimangono comunque validi. 4 canzoni, 3 minuti scarsi.
Non quello che mi aspettavo ma comunque robbabbuona.

Tracklist:
Bruce Banner side
1- Connex
2- Face The Truth
3- Gotta Run
4- No Straight Jacket Required

B.U.S.H. side
1- Mickey Mouse
2- Banido
3- Onde Esta Menno?
4- Let's Kill Some Iraqis

Alexandre Marius Jacob - dichiarazione al processo


Mi è ricapitato sotto mano questo testo, questa dichiarazione, che reputo attualissima e interessantissima, di un uomo che fu decisamente un figo. Ve la ripropongo, leggete e godete.


Signori,
adesso sapete chi sono: un ribelle che vive del ricavato dei suoi furti. Di più. Ho incendiato diversi alberghi e difeso la mia libertà contro l'aggressione degli agenti del potere. Ho messo a nudo tutta la mia esistenza di lotta e la sottometto come un problema alle vostre intelligenze. Non riconoscendo a nessuno il diritto di giudicarmi, non imploro né perdono né indulgenza. Non sollecito ciò che odio e che disprezzo. Siete i più forti, disponete di me come meglio credete. Ma prima di separarci, lasciatemi dire l'ultima parola...
Avete chiamato un uomo: ladro e bandito, applicate contro di lui i rigori della legge e vi domandate se poteva essere differentemente. Avete mai visto un ricco farsi rapinatore? Non ne ho mai conosciuti. Io, che non sono né ricco né proprietario, non avevo che queste braccia e un cervello per assicurare la mia conservazione, per cui ho dovuto comportarmi diversamente. La società non mi accordava che tre mezzi di esistenza: il lavoro, mendicità e il furto. Il lavoro, al contrario di ripugnarmi, mi piace. L'uomo non può fare a meno di lavorare: i suoi muscoli, il suo cervello, possiede un insieme di energie che deve smaltire. Ciò che mi ripugnava era di sudare sangue e acqua per un salario, cioè di creare ricchezze dalle quali sarei stato sfruttato. In una parola mi ripugnava di consegnarmi alla prostituzione del lavoro. La mendicità è l'avvilimento, la negazione di ogni dignità. Ogni uomo ha il diritto di godere della vita. "Il diritto a vivere non si mendica, si prende".
Il furto è la restituzione, la ripresa di possesso. Piuttosto di essere chiuso in un'officina come in una prigione, piuttosto di mendicare ciò a cui avevo diritto, ho preferito insorgere e combattere faccia a faccia i miei nemici, facendo la guerra ai ricchi e attaccando i loro beni. Comprendo che avreste preferito che fossi sottomesso alle vostre leggi, che operaio docile avessi creato ricchezze in cambio di un salario miserabile. E che, il corpo sfruttato e il cervello abbrutito, mi fossi lasciato crepare all'angolo di una strada. In quel caso non mi avreste chiamato "bandito cinico" ma "onesto operaio". Adulandomi mi avreste dato la medaglia al lavoro. I preti promettono un paradiso ai loro fedeli, voi siete meno astratti, promettete loro un pezzo di carta.
Vi ringrazio molto di tanta bontà, di tanta gratitudine. Signori! Preferisco essere un cinico cosciente dei suoi diritti che un automa, una cariatide.
Dal momento in cui ebbi possesso della mia coscienza mi sono dato al furto senza alcuno scrupolo. Non accetto la vostra pretesa morale che impone il rispetto della proprietà come una virtù, quando i peggiori ladri sono i proprietari stessi.
Ritenetevi fortunati che questo pregiudizio ha preso forza nel popolo, in quanto è proprio esso il vostro miglior gendarme. Conoscendo l'impotenza della legge, o per meglio dire, della forza, ne avete fatto il più solido dei vostri protettori. Ma state accorti, ogni cosa finisce. Tutto ciò che è costruito dalla forza e dall'astuzia, l'astuzia e la forza possono demolirlo.
Il popolo si evolve continuamente. Istruiti in queste verità, coscienti dei loro diritti, tutti i morti di fame, in una parola tutte le vostre vittime, si armeranno di un "piede di porco" assalendo le vostre case per riprendere le ricchezze che hanno creato e che voi avete rubato. Riflettendo bene, preferiranno correre ogni rischio invece di ingrassarvi gemendo nella miseria. La prigione... i lavori forzati, la prigione... non sono prospettive troppo paurose di fronte ad un'intera vita di abbruttimento, piena di ogni tipo di sofferenze. Il ragazzo che lotta per un pezzo di pane nelle viscere della terra senza mai vedere brillare il sole, può morire da un momento all'altro vittima di un'esplosione di grisou. Il lavoratore che lavora sui tetti, può cadere e ridursi in briciole. Il marinaio conosce il giorno della sua partenza, ignora quando farà ritorno. Numerosi altri operai contraggono malattie fatali nell'esercizio del loro mestiere, si sfibrano, s'avvelenano, s'uccidono nel creare tutto per voi. Fino ai gendarmi, ai poliziotti, alle guardie del corpo, trovano spesso la morte nella lotta ai vostri nemici.
Chiusi nel vostro egoismo, restate scettici davanti a questa visione, non è vero? Il popolo ha paura, voi dite. Noi lo governiamo con il terrore della repressione; se grida, lo gettiamo in prigione; se brontola, lo deportiamo, se si agita lo ghigliottiniamo. Cattivo calcolo, Signori credetemi. Le pene che infliggete non sono un rimedio contro gli atti della rivolta. La repressione invece di essere un rimedio, un palliativo, non fa altro che aggravare il male.
Le misure coercitive non possono che seminare l'odio e la vendetta. È un ciclo fatale. Del resto, fin da quando avete cominciato a tagliare teste, a popolare le prigioni e i penitenziari, avete forse impedito all'odio di manifestarsi? Rispondete! I fatti dimostrano la vostra impotenza. Per quanto mi riguarda sapevo esattamente che la mia condotta non poteva avere altra conclusione che il penitenziario o la ghigliottina, eppure, come vedete, non è questo che mi ha impedito di agire. Se mi sono dato al furto non è per guadagno o per amore del denaro, ma per una questione di principio, di diritto. Preferisco conservare la mia libertà, la mia indipendenza, la mia dignità di uomo, invece di farmi l'artefice della fortuna del mio padrone. In termini più crudi, senza eufemismi, preferisco essere ladro che essere derubato.
Certo anch'io condanno il fatto che un uomo s'impadronisca violentemente e con l'astuzia del frutto dell'altrui lavoro. Ma è proprio per questo che ho fatto la guerra ai ricchi, ladri dei beni dei poveri. Anch'io sarei felice di vivere in una società dove ogni furto fosse impossibile. Non approvo il furto, e l'ho impiegato soltanto come mezzo di rivolta per combattere il più iniquo di tutti i furti: la proprietà individuale.
Per eliminare un effetto, bisogna, preventivamente, distruggere la causa. Se esiste il furto è perché "tutto" appartiene solamente a "qualcuno". La lotta scomparirà solo quando gli uomini metteranno in comune gioie e pene, lavori e ricchezze, quando tutto apparterrà a tutti.
Anarchico rivoluzionario, ho fatto la mia rivoluzione, L'anarchia verrà!


Alexandre Marius Jacob, dichiarazione al processo

26/08/11

Vaccine - Crimes In Blood


Nuovo 5" fresco fresco di 2011 per i Vaccine (non chiedetemi il mese che non lo so, pretenziosi del cazzo) dopo un demo del 2009 e Human Hatred, del 2010. Nel gruppo è presente anche Will Killingsworth (che suona in altri gruppi scarsi come Orchid e Ampere) che è già sinonimo di garanzia.
Sono straight edge e suonano, praticamente, powerviolence.
L'unica canzone che supera il mezzo minuto è la prima, Hidden History, che parte lenta e poi aumenta di velocità fino ad arrivare al blast beat e finisce in urlato e dissonanza.
No Chance si inserisce su questa dissonanza con venti secondi di blast beat, pressappoco.
Hell On Earth parte con un giro di basso distorto e poi è una classica canzone PV di ventiquattro secondi.
Patriot, che supera di poco i venticinque secondi, presenta un riff insolito per il genere, ma decisamente azzeccato.
L'accordo finale di Patriot da il via a Drug War sempre caratterizzata dal blast beat e da accordi piuttosto alti. Forse la più strana di tutto il disco, ma vomunque ottima.
Un 5" di 3 minuti e poco più con 5 cazzutissime canzoni, veloci e corte dritte sui tuoi denti, cosa cazzo vuoi di più?
Tra l'altro adoro decisamente le grafiche del gruppo, soprattutto copertina del demotape.

Tracklist:
1- Hidden History
2- No Chance
3- Hell On Earth
4- Patriot
5- Drug War

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25/08/11

xSLUUURP!x - Crippled Demo


Gli XSLUUURP!X sono un gruppo di Bologna/Pavia, un duo di imbecilli, ovvero Gino (anche noto come Bruce, o l'albanese anarcoglione, o il ragazzo dalle sembianze di bambino) e Gare (importante, non è Ghare, l'H non ci va nel nome), io questo duo lo avrei chiamato "il duo della piccia pelosa", per ovvie ragioni dato che sono costellati di nei giganti e pelosissimi, ma si son voluti chiamare così, cazzi loro.
Gino, è il batteraio nonché urlatore del gruppo, mentre Gare suona il basso.
La qualità della registrazione è probabilmente inferiore a quella che aveva il mio primo cellulare (che non poteva registrare, ovviamente), quindi non si capisce un cazzo, e la cosa forse è positiva, chi lo sa.
Gino continua a supplicarmi di scrivere che quando registrarono usò ben una bacchetta invece di due, tanto per fare l'anticonformista, quindi io lo scrivo, sennò continua a sfracellare le palle.
Detto questo passiamo al disco.
Ovviamente data la qualità della registrazione non si capisce un cazzo, si distingue giusto ogni tanto qualche nota del basso e si sente bene quando Gino il picchiatore massacra i piatti, con grande sdegno della madre.
Da ascoltare almeno una volta nella vita, poi si può morire, o ucciderli, dipende dai punti di vista.
Assicurano che vogliono procurarsi una batteria vera, anche suonare con due bacchette, e di registrare decentemente, che prossimamente vogliono fare pure uno split con le renne di Babbo Natale, sarà vero?
Chi lo sa.
Gino merda Gare merda.

Tracklist:
1- Hit A Policeman   (0:31)
2- Torture Of Death (0:54)
3- Stunned Hate       (0:41)

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Straight Edge - Motivi Di Una Scelta - 1

Giro la scena musicale e politica ormai da un po' di anni, e ne ho viste di cotte e di crude. Mi sono anche accorto che oltre a parecchi pregiudizi c'è pure molta ignoranza sul movimento straight edge e/o sulla scelta di vita "drug free" e sulle motivazioni, in particolare, che possono portare ad una tale scelta, proprio per questo ho deciso di pubblicare alcuni testi riguardanti questo argomento, i MOTIVI DI UNA SCELTA, questo è il primo, ce ne sono altri che posterò più avanti, alcuni tratti da un opuscolo che ho in casa, che si chiama "A Commitment For Life" che tratta proprio l'argomento straight edge, alcuni scritti da conoscenti amici o anche da me stesso, chi lo sa, non metterò le firme.


Una serata benefit, cena - dibattito - concerto, un problema dopo l'altro per l'organizzazione e gli accordi presi, non rispettati, col posto... Arriva la fine e il delirio è il più totale, continuo a riempirmi il bicchiere di vino, mi giro di scatto e vedo la mia mano che tiene il bicchiere tremare per la tensione e il nervoso; un lampo mi attraversa la mente, all'improvviso getto in terra il bicchiere, voglio essere in grado di gestire la situazione con le mie forze, senza aggrapparmi a nient'altro.
I motivi di una scelta...
Il voler affrontare un problema, una situazione difficile con le proprie forze, prendendo anche dei pugni nello stomaco, cadendo, ma rialzandosi sempre più forti... crescendo. Contare su me stessa senza ricorrere ad una sostanza esterna. Imparare anche a gestire il dolore, perché anche la sofferenza fa parte della vita, non fuggire ma guardare in faccia i propri fantasmi, guardarsi negli occhi e nell'anima, arrivare a toccare il fondo senza paura... Come "sostanza esterna" non intendo solo quelle ufficialmente chiamate droghe ma anche altre, che sempre droghe sono, come farmaci e psicofarmaci.
C'è chi al minimo malessere, ansia, dolore corre ad imbottirsi di tali prodotti, senza neanche prestare attenzione ad un segnale che lancia il proprio corpo, senza intraprendere un percorso di conoscenza di se stessa/o, della propria unione mente/spirito - corpo e non vedersi come mero aggregato di organi tutti scollegati tra loro e dal proprio vissuto, esperienze e sensazioni/tensioni.
Avere una lucidità mentale, sensazioni non alterate, sentire ciò che i propri sensi sanno avvertire in quel momento, prestare attenzione a ciò che possiamo percepire.
Non aver bisogno di una sostanza per riuscire a entrare in contatto con un altro/a individuo, per spezzare il muro di incomunicabilità.
Non aver bisogno di una sostanza per stare bene con se stesse/i e con gli altri/e, non per forza bisogna sempre "divertirsi" ed essere allegre, si può anche essere scazzate, timide o solitarie senza apprezzare troppo i locali e le feste... e non essere omologate al "divertimento a tutti i costi", un divertimento vuoto e superficiale... Riuscire a passare una serata senza "sballare" o bere per forza...
Facciamo tanti discorsi sulla libertà, sulla liberazione animale e della Terra quando non siamo in grado di liberare noi stessi, siamo contro ogni gabbia ma non ci rendiamo conto che abbiamo eretto delle gabbie mentali e siamo schiave/i di alcune sostanze: se non ci accendiamo ogni tanto una sigaretta per la nostre dose quotidiana di nicotina incominciamo a diventare nervose/i, abbiamo bisogno di una sigaretta, come possiamo avere il bigosno di rincoglionirci di fronte alla play station (con magari una lattina di coca cola accanto) e come non riusciamo più a gestire la nostra quotidianità senza il telefono cellulare, le e-mail, anche in questo caso siamo diventate schiave/i delle nostre protesi meccaniche, siamo noi stesse diventate le nostre protesi, e si sono impossessate delle nostre vite, cambiando il modo di percepire la realtà, le relazioni con gli altri/e...
Enorme contraddizione quando ci opponiamo a questa società industriale e ai suoi veleni e poi andiamo a prenderci delle polverine chimiche o dei prodotti come un anestetico per cavalli o oppio/erba super trattati, magari sotto esperimenti genetici, di qualche multinazionale come la Bayer... (e con la puerile giustificazione "ma non l'ho comprato"...) Mi sembra veramente assurdo andarci a intossicare il corpo mentre noi stiamo a prendere la verdura senza pesticidi, viviamo già in una società tossica, se poi ci mettiamo del nostro...
Tengo poi a precisare ai vegani vegetariani/e che tutti i vini in commercio, oltre ai soluti cancerogeni, contengono derivati animali. Il vino viene sottoposto ad un processo di chiarificazione: le impurità, i residui vengono trattati in superficie e scartati. I chiarificatori sono vegetali associati a gelatine per il rosso e a colla di pesce o caseina (dal latte) per il bianco. Questo da una mia ricerca, chiamando direttamente i produttori, di un po' di anni fa. Il confronto poi con quelli fatti in casa è lampante.
Alla domanda "forse questo non ha i chiarificatori animali" mi viene da dire che non ho mai visto nessuno/a stare a informarsi. Ma solo a bere sviando l'argomento e magari criticando chi si è mangiato un piatto non vegan... Il primo motivo per cui smisi di bere il vino fu proprio questo, da vegana e non da sxe...
I motivi di una scelta...

24/08/11

Profound - Integrity


Correva l'anno 2011 e io ero a un concerto e il gruppo che stava suonando non mi interessava particolarmente, così mi misi a guardare le distro, girando girando sono incappato in codesto disco.
7" del 1989 di un etichetta che si chiamava Anti-Schelski Records poi cambiò nome in Crucial Response Records. Ovviamente XcassiX apprezzò l'acquisto.
Che io sappia questo è l'unico disco edito da questo gruppo (ma potrei anche sbagliarmi ovviamente).
In questo gruppo suonarono membri di Seein' Red, Lärm ("grazie ar cazzo", direte voi, che son praticamente gli stessi componenti, e avete pure ragione) e Man Lifting Banner.
Una parentesi va decisamente aperta per i testi: Push To Start è una canzone contro l'omologazione alla massa, contro l'essere chiusi mentalmente e invita ad aprirsi, ad accettare gli altri; Face The Fight è un inno alla lotta per i diritti umani, per la libertà; Suffer For My Choice è più introspettivo, credo che il titolo spieghi già tutto; Bow For The Bucks è contro il music business le major, una DIY song insomma; X's Fot Respect è una sXe song, più che altro invita al rispetto e al guardare sé stessi senza criticare gli altri.
Personalmente mi son piaciuti parecchio i testi.
Ascoltiamo dunque.
Musicalmente si tratta di un HC old school, per alcuni tratti precursore del 90s, ricco di cori, distorsione un pò grassa, basso molto presente, velocità non elevata, non come i Lärm per lo meno, anche se in alcuni riff si sente decisamente la loro "influenza".
Forse una calo di tensione si trova con la prima parte di Bow For The Bucks, ottimo invece.
Forse li avrei preferiti più veloci, personalmente parlando, ma hanno decisamente il loro perché.
Non un disco che mi ascolterei tutti i giorni ma comunque un buon disco, anche se i Lärm rimangono inarrivabili.


Tracklist:
Side A
1- Push To Start
2- Face The Fight
3- Suffer For My Choice

Side B
4- Bow Fot The Bucks
5- X's For Respect
6- Wolfpack (D.Y.S. cover)

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23/08/11

Sacco e Vanzetti





E visto che oggi sono ormai 84 anni dalla loro morte ingiusta, voglio ricordarli così, con questo film che ho visto poco tempo fa, veramente toccante.

Intenso e bellissimo tutto, ma con un finale da lacrime e pelle d'oca.
In particolare dall'arringa di Volontè in poi (da notare che durante l'arringa una delle guardie dietro, durante le riprese, non riuscì a mascherare bene le lacrime di commozione).
Il link che ho trovato ha una breve introduzione di non so chi e non mi interessa, guardatevi solo il film che parte a 1:54.
Buona visione

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Di seguito la struggente lettera che Nicola Sacco scrisse al figlio e ai compagni prima dell'esecuzione.

Mio carissimo figlio e compagno, … Sin dal giorno che ti vidi per l’ultima volta ho sempre avuto idea di scriverti questa lettera: ma la durata del mio digiuno e il pensiero di non potermi esprimere come era mio desiderio, mi hanno fatto attendere fino ad oggi. Non avrei mai pensato che il nostro inseparabile amore potesse così tragicamente finire ! ….Ma questi sette anni di dolore mi dicono che ciò è stato reso possibile. Però questa nostra separazione forzata non ha cambiato di un atomo il nostro affetto che rimane più saldo e più vivo che mai. Anzi, se ciò è possibile, si è ingigantito ancor più. Molto abbiamo sofferto durante il nostro lungo calvario.
Noi protestiamo oggi, come protestammo ieri e protesteremo sempre per la nostra libertà. Se cessai il mio sciopero della fame, lo feci perchè in me non era rimasta ormai alcuna ombra di vita ed io scelsi quella forma di protesta per reclamare la vita e non la morte, il mio sacrificio era animato dal desiderio vivissimo che vi era in me, per ritornare a stringere tra le mie braccia la tua piccola cara sorellina Ines, tua madre, te e tutti i miei cari amici e compagni di vita, non di morte. Perciò, figlio, la vita di oggi torna calma e tranquilla a rianimare il mio povero corpo, se pure lo spirito rimane senza orizzonte e sempre sperduto tra tetre, nere visioni di morte. Ricordati anche di ciò figlio mio. Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso. Aiuta i perseguitati e le vittime perchè essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili. Continuamente pensavo a te, Dante mio, nei tristi giorni trascorsi nella cella di morte, il canto, le tenere voci dei bimbi che giungevano fino a me dal vicino giardino di giuoco ove vi era la vita e la gioia spensierata -a soli pochi passi di distanza dalle mura che serrano in una atroce agonia tre anime in pena!… Tutto ciò mi faceva pensare a te e ad Ines insistentemente, e vi desideravo tanto, oh, tanto. figli miei!… Ma poi pensai che fu meglio che tu non fossi venuto a vedermi in quel giorni, perché nella cella di morte ti saresti trovato al cospetto del quadro spaventoso di tre uomini in agonia, in attesa di essere uccisi, e tale tragica visione non so quale effetto avrebbe potuto produrre nella tua mente, e quale influenza avrebbe potuto avere nel futuro. D’altra parte, se tu non fossi un ragazzo troppo sensibile una tale visione avrebbe potuto esserti utile in un futuro domani, quando tu avresti potuto ricordarla per dire al mondo tutta la vergogna di questo secolo che è racchiusa in questa crudele forma di persecuzione e di morte infame. Si, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre Idee che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire. Dante, per una volta ancora ti esorto ad essere buono ed amare con tutto il tuo affetto tua madre in questi tristi giorni: ed io sono sicuro che con tutte le tue cure e tutto il tuo affetto ella si sentirà meno infelice.
E non dimenticare di conservare un poco del tuo amore per me, figlio, perchè io ti amo tanto, tanto… I migliori miei fraterni saluti per tutti i buoni amici e compagni, baci affettuosi per la piccola Ines e per la mamma, e a te un abbraccio di cuore dal tuo padre e compagno.

Extortion / Rupture - Split 5"

 
 
Da dove cominciare?Vidi gli Extortion grazie a un amico, ora chitarraro dei Tu Sciusci (You Suck!), che mi propose sto concerto a Milano, al Cox 18 per l'esattezza, non li avevo mai sentiti né visti, conoscevo solo l'altro gruppo che suonava, i Seein' Red (ex Lärm).
A parte l'incetta di dischi che feci di cui non vi frega, il concerto fu una bomba, i Seein' Red che da disco non mi entusiasmano eccessivamente spaccarono altamente confermando quel che già si sapeva (anche se i Lärm son tutt'altra roba eh).
Ma passiamo agli Extortion, quartetto di giòvini australiani, batteraro ultratatuato, chitarraro e bassaro nella norma, canoro decisamente basso, sosia più brutto di Krasic, coi capelli perennemente a coprirgli la faccia, i pantaloni e la maglia troppo corti, e decisamente magro. Tralasciando l'estetica, questo gruppo mi ha impressionato dal vivo. Aggressivi, macignissimi, pesanti, veloci, cazzo vuoi di più?
Non sto a elogiarli di più perché basta ascoltarli per capire che mostruosità sono.
Questo lo ritengo una perla, in questo 5" datato 2008 sono riusciti a farci stare 3 (TRE) canzoni una meglio dell'altra.
Dato che son poche e corte posso anal-izzarle tutte quante:
Shit For Brains apre il lato Extortion, riff ultrafigo quello iniziale, poi parte la voce e mette in chiaro le cose, si passa a un richiamo ai cari Black Flag (che ci sta tutto direi) ancora a bomba la parte HC iniziale poi finisce dopo 0:50 circa.
Fucked In The Head è più spinta 0:30 di batteria tirata riff macigni e cantato cazzutissimo.
Pathetic sono 0:40 circa forse pure più incazzati della precedente.
Decisamente da ascoltare per gli amanti della velocità.
Non so se si è notato ma non ho ancora citato i Rupture, ecco, in questo disco io neanche li considero, la loro parte fa cagare e non è decisamente ai loro livelli, di loro ascoltatevi altro.

La tracklist ce l'avete già, manca Vegetable Cunt Fuck dei Rupture, ma tanto non conta.

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Dedicato a Rashad che già mi amò per averglieli fatti conoscere, ora, se non l'ha già fatto, si toccherà su questo disco

22/08/11

Art Attack

Ok fino ad ora ho postato solo roba di musica, dato che mio intento è anche mettere roba politica o altro posto anche sta robaccia qua, che è sia "artistica" se così si può chiamare, sia politica.

le emozioni sono indescrivibili
molto forti
e non proprio delle più piacevoli
però è giusto farlo
è giusto andare li
perché dimenticare è essere complici
perché ricordare è la cosa più importante
perché ricordare è impedire un' altra tragedia
eravamo tutti, tutti quanti insieme a sopportare il dolore
tutti insieme ad aiutarci l'uno con l'altro
le lacrime scorrevano sui visi di molti
espressioni attonite su altri
l'incapacità di credere è molta
l'incapacità di spiegarsi tale fottuta follia molta di più
la rabbia sale nel vedere volti e oggetti
la rabbia sale nel vedere tanta ingiustificata follia
perché di follia si è trattato...collettiva, ma pur sempre follia
vedendo e sentendo raccontare, lo stomaco è tutto in subbuglio
le lacrime scendono e non bisogna vergognarsi di ciò
le emozioni sono molto forti
cumuli di oggetti, cappelli occhiali scarpe vestiti
tutti appartenevano a persone in vita
praticamente tutte queste vite sono state stroncate
di molte altri non si sa assolutamente nulla
esperimenti sui gemelli
infamia
cibo scarso e spesso avariato
condizioni deplorevoli
cancellata ogni forma di umanità e di pietà
la rabbia sale
e sale
ancora
sempre di più
l'incredulità
lo stupore
anche questi salgono
ci si chiede come sia possibile tutto ciò
come sia potuta succedere una cosa del genere
come sia stato possibile
degli umani, molti umani, hanno compiuto atti terribilmente disumani
ma la verità è che la risposta è dentro di noi
che la risposta è personale
come personali sono le emozioni che si provano in questa occasione
la retorica potrebbe sprecarsi
ma non importerebbe a nessuno
l'importante è che tutti noi ricordiamo
e che nessuno dimentichi
perché dimenticare è la cosa peggiore che si possa fare in questi casi
perché dimenticare equivale a giustificare e banalizzare
mai più un altro genocidio
mai più una cosa del genere
finché ricorderemo questo pericolo lo scampiamo
il problema inizierà quando si inizierà a rivisitare
a modificare
a cambiare
a giustificare
a negare
in questo modo tutto ciò ha di nuovo vita
l'ignoranza non ha limiti
per questo dobbiamo combatterla
per questo bisogna far sapere a tutti
tutti quanti dovrebbero provare queste emozioni
tutti, dal primo all'ultimo
dobbiamo sapere cos'è successo e vedere e provare tutto ciò
per evitare che una cosa del genere possa succedere di nuovo

Nel caso non si fosse capito fu scritta dopo una visita ad Auschwitz.
Sorry per aver rotto con sta schifezza qua.

NIET! - prime due canzoni registrate

Questo non posso commentarlo dato che sarei di parte, suonandoci in mezzo.
In ogni caso queste sono le prime due canzoni fatte e registrate, ora ce ne sono decisamente di più e ci sono anche canzoni più lunghe e strutturate (purtroppo o per fortuna).
Le due canzoni sono registrate entrambe due volte, perché una era troppo poco.
Enjoy it and/or fuck off.

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N.B.1 Il logo non è quello giusto ma è l'unico che ho trovato quindi è quello giusto.
N.B.2 Quando è stato caricato il tutto non avevamo nome, da lì il nome nei file.

19/08/11

Sin Dios - Ingobernables


Questo è un disco che apprezzo particolarmente.
Partiamo dall'inizio, una serata mi sono imbattuto in questo vinile e avendolo già ascoltato in precedenza ovviamente per averlo "acquistato legalmente da iTunes" ho deciso di prenderlo.
Non l'avessi mai fatto, l'amore che avevo per quel disco è aumentato esponenzialmente.
Il disco, 12", si presenta con una copertina spettacolo, graficamente è fatto parecchio bene sia dentro che fuori, il libretto è ancora meglio (ci sono tutti i testi, e sono spiegati e contestualizzati, ottimo direi, non devo neanche cercare le informazioni nell'internet per capirli, e cosa ancora migliore, sono tradotti in inglese, così non devo nemmeno tradurmeli io dallo spagnolo, che ovviamente non conosco)
Si Parte quindi all'ascolto.
Musicalmente si parla di un misturotto ben fatto di HC, thrash, grind (prevalentemente per la velocità della batteria e i frequenti blast beat), Oi!. Cantato pulito e ben comprensibile, ottima cosa data l'importanza dei testi, cori frequenti.
Le canzoni che risaltano di più sono sicuramente la prima No Te Rindas (inizio migliore fatico a trovarne), T.P.I (notevole la parte in blast beat),
Inizia il lato b del disco, comincia subito con Scala "Crimen De Estado" (canto simil popolare all'inizio poi parte la canzone, cambi di tempo, a tratti HC a tratti più lenta a tratti ritorna il blast beat), altra vera bomba di questa parte del disco è Intolerantes (ritmo sostenuto e un testo che adoro, direi), ottimo è anche il finale di Vasallos, colpiscono molto positivamente pure le ultime due del disco, ovvero Egoistas e F.I.E.S.
Finito il disco quindi la valutazione è decisamente positiva, pollice su per i senza dei che sono un pilastro nell'ambito della musica militante.
L'unica nota amara del disco è che non tutte le canzoni sono sullo stesso livello, sebbene non ci siano dei flop.

Tracklist:
Side A
1- No Te Rindas
2- Europol
3- Ingobernables
4- T.P.I. (Tribunal Penal Internacional)
5- O.T.A.N. No
6- Revoluciòn Social
7- Eeuuropa

Side B
8- Scala "Crimen De Estado"
9- Nuevas Tecnologias
10- Intolerantes
11- Vasallos
12- Politica De Poblaciòn
13- Egoistas
14- F.I.E.S.

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17/08/11

Flat Out - Westbay Fastercore



Grafica scarna e in B/N, etichette di tutto rispetto direi (Six Two Five Thrash, Unholy Thrash, Give Praise, Thrash Mouth), 13 canzoni per un 7", i presupposti per un disco che distrugga gli ani ci sono tutti.
Mettiamolo sul giradischi e vediamo cosa viene fuori.
La batteria va a mille, parti velocissime e parti più lente (poche, ma fatte bene, a tratti quasi sabbathiane, a tratti più 90s, a tratti macigne), brani che si aggirano attorno al mezzo minuto, voce in prevalenza acuta e roca che sta a pennello con la musica, qualche coretto ben riuscito qua e la, riff di chiara matrice thrash alternati ad altri più di scuola hardcore, qualche rimando al powerviolence, parti più classiche si alternano a parti più innovative e il gioco è fatto. Grazie a tutto questo nel disco non ci sono particolari cali di tensione.
Un ottimo EP d'esordio quindi per i Flat Out (avevano fatto anche un demo precedente, se non sbaglio, ma non sono ancora riuscito né a procurarmelo né a sentirmelo purtroppo).
Applaudo da solo dopo l'ascolto, come un coglione e sperando di riuscire a vederli prima o poi per appurare come rendono dal vivo faccio un ringraziamento al Pulce che me lo consigliò e mi vendette il disco.


Tracklist:

Side A
1- Feel Me?
2- Who The Fuck Do You Think You Are?Charles Bronson???
3- Collision
4- Chill The Fuck Out
5- Life Alert
6- Amongst The Flock

Side B
7- Operation: Bongwater
8- A Goddamn Infection
9- Smooth Move
10- Battle Royale
11- P.B.T.R.
12- Sincere
13- Little Dick With A Power Trip


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16/08/11

Punch - Push Pull


Me li sono persi per la terza volta, e continuo a pentirmene veramente tanto, ma per fortuna, magrissima consolazione, vari miei amici sono riusciti a vederli, uno di questi mi ha procurato questo disco, il secondo LP (dopo il precedente S/T del 2009 e il 7" "eyeless" del 2008) dei Punch, gruppo di San Francisco.
Appena sistemato il giradischi quindi ho impugnato il 12", ho alzato il volume a palla per rompere i coglioni ai vicini, e l'ho prontamente ascoltato.
Il disco mette subito in chiaro come stanno le cose con Stay Afloat, caratterizzata dall'alternarsi di mitragliate in blast beat con parti più lente e molleggiate di chiara origine 90s. Peculiarità del gruppo che spicca decisamente subito all'ascolto è l'urlato decisamente "raw" di Meghan, ragazza che non si risparmia le corde vocali.
Spiccano su tutto il disco, a mio avviso, Second Chance, Realist, Microcausm, Let Me Forget, Positively God Free. Mi trattengo altrimenti dovrei scrivere che spiccano tutte le canzoni, cosa in effetti vera dato che fatico a trovare delle pecche al disco.
Nemmeno i testi sono banali, si districano tra il personale, come Let Me Forget, e la critica sociale, come nel caso di Positively God Free e Realist.
Consiglio vivamente questo disco agli amanti dell'hardcore veloce e diretto, senza troppi fronzoli.
Sperando di vederli quanto prima dal vivo e di non perdermeli ancora.

Tracklist:

Side A
1- Stay Afloat
2- Second Chance
3- No Remorse
4- Give It A Name
5- White Noise
6- Fixation

Side B
7- Realist
8- Sour Grapes
9- Two Feet On The Ground
10- Microcausm
11- Let Me Forget
12- Don't Need You
13- Positively God Free

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