13/04/12

A Ruota Libera Su Velocità E Rumore - Riflessione Su Società E Musica

Sì lo so, è tanto tempo che non scrivo nulla, forse per vostra fortuna, ma ora ho scritto di nuovo qualcosa, cazzi vostri.


 Esempio di velocità e rumore che non va bene

Che apprezzo la musica veloce e rumorosa penso si sia capito, ormai, no?no?NO?!?!?!?!?!?!?!Se non si era capito devo seriamente pensare al suicidio.
Ho quindi pensato fosse giusto fare una breve riflessione su cosa sia la velocità e il suo ruolo nella società odierna. No, idioti, non intendo nel senso di SpazioFrattoTempo.
Idem per il rumore.
Penso sia alquanto evidente che nella nostra società (nostra?vuol dire che ci appartiene?ma quindi possiamo farne ciò che vogliamo?perché non la distruggiamo?o forse siamo noi che apparteniamo ad essa?mmmh) la velocità gioca un ruolo sempre più centrale.
Tutto ciò, secondo me, deriva da vari fattori. Alcuni di essi (anche se meno influenti, forse), per esempio, sono la spettacolarità della velocità: ciò che è veloce è anche bello, va guardato, basti vedere la corse di moto, le corse in macchina e tutte le varie corse, in realtà, non importa infatti la velocità effettiva, importa andare il più veloce possibile col mezzo che si ha a disposizione, e andare più veloce degli altri; oppure la concezione del tempo come un qualcosa da sfruttare fino all'ultimo, quindi eliminare i tempi morti, il che significa andare sempre veloce, fare le corse, non fermarsi mai a respirare: casa lavoro casa cibo televisione sport blablablablablablabalbalblalamiavitaèunamerdalavoroenonhotempopermequindidevoarrivareilprimapossibileacasaperpotermiguardarelapartitadellamiasquadrapreferitaolultimofilmdinataleodiunqualsiasiattorechevaveloceinmacchinaodeltizioultrapalestratochespaccailculoatutti.
Molto più importante è, invece, secondo me, il concetto che ci è stato impiantato (e per fortuna c'è qualcuno che riesce a sfuggire da questa logica incredibilmente asfissiante, lobotomizzante, mortale, alienante e chi più ne ha più ne metta) secondo cui bisogna essere produttivi al massimo, che il lavoro è un qualcosa di assolutamente fondamentale nella nostra vita, che il lavoro nobilità. Il che implica, appunto, arrivare sempre puntuali (e quindi se si vuole dormire un po' di più, vuol dire fare le corse alla mattina per arrivare al lavoro in tempo, altrimenti non si è produttivi), il che implica, a lavoro, non prendersi neanche un attimo di pausa, perché tutto deve essere funzionale produttivo efficiente e veloce. Questa concezione secondo me si riversa non solamente sul lavoro, ma anche su tutti gli altri aspetti della vita. Un esempio molto significativo in tal campo è rappresentato dal viaggio. È da anni ormai che si costruiscono macchine sempre più veloci, si cerca di fare (e purtroppo da molte parti ci riescono anche) i Treni ad Alta Velocità (diocan perché gli altri treni già esistenti vanno piano?mi pigli per il culo?dai eh, seriamente, no grazie ne faccio volentieri a meno), si prendono sempre di più gli aerei e via così. Questo solo per ridurre il più possibile il viaggio, per ridurre al minimo i tempi morti della giornata, per sfruttare al massimo il tempo libero o il tempo lavorativo. In questo modo si è perso tutto il senso del viaggio. Un tempo, neanche troppo remoto, in realtà, ma ormai è come se fosse perso come lacrime nella pioggia (oh cazzo, scusate, non volevo scomodare un così elevato capolavoro, perdonatemi), il viaggio era parte della vacanza (ARGH, che odio, possibile che non si possa fare un discorso senza rientrare nella fottutissima logica del lavoro?), era un'esperienza, un'occasione per conoscere le terre in cui si passa, per conoscere altre culture o altri paesaggi, semplicemente. Al giorno d'oggi invece il viaggio va ridotto al minimo, non fa più parte della vacanza, è un qualcosa di noioso, di inutile, e infatti si prende l'autostrada per arrivare prima, si prende l'aereo per poter arrivare in mezzo secondo dall'altro capo del mondo ("cavoli, sei stato in tutto il mondo, ma cos'hai visto?" "oh solo l'albergo e i locali di quella città" "e che cazzo hai viaggiato a fare allora?coglione"), si prende il treno per arrivare prima e per sfruttare anche il viaggio per cose personali [tipo cosa, fare le parole crociate?o più frequentemente mettersi avanti per il lavoro col computer?o ancora studiare per la scuola?o peggio ancora, per stare zitti immobili come dei lobotomizzati (ah già, dimenticavo, siamo tutti quanti lobotomizzati, scusatemi, errore mio) a guardare gli altri lobotomizzati presenti sul vagone e ignorarli, o odiarli nel profondo del proprio cuore, o invidiarli dal profondo del proprio cuore, e via così, ma la domanda rimane sempre la stessa "e che cazzo hai viaggiato a fare allora?COGLIONE"].
Come detto prima, un altro aspetto strettamente legato alla velocità (magari non sembra così legato, ma in realtà sia a livello di concetto che anche più pratico, lo è), sia a livello musicale sia a livello sociale, è quello del rumore, anche se poi prende a sua volta un ramo tutto suo e non si limita ad essere un'appendice della velocità.
Strettamente legato per il semplicissimo fatto che ciò che va veloce quasi sempre fa un rumore particolarmente elevato (pensiamo alle gare automobilistiche e di moto, per esempio, o ai treni, o agli aerei e via dicendo). Ma prende a sua volta un ramo tutto suo perché per quanto sia legato alla velocità, implica altre cose, ha altre basi e via così. Infatti la società odierna ci costringe a sopportare livelli di rumore sempre più alti. Si pensi ai fottuti lavori che ormai stanno distruggendo la nostra Terra, ogni cazzo di cantiere, ogni motosega, ogni ruspa e tutte quelle merde schifose, fanno un casino fastidiosissimo. Si pensi alle città con tutti i suoi rumori competamente ammassati che fanno venire il mal di testa, in cui non si riesce a capire nulla, alle pubblicità, alle macchine che sfrecciano senza motivo, alla gente che continua a parlare, continuamente, senza dire nulla, alle macchine, alla televisione, che continua a riprodurre suoni e immagini per lobotomizzare la gente, per non farla pensare, per pensare al suo posto, alle macchine, alle sirene di ambulanze polizia e vigili del fuoco che ovviamente per farsi sentire devono sovrastare tutto quanto il resto del rumore aggiungendosi ad esso (come se avessimo effettivamente bisogno di merde così), alle macchine. Ah già, mi dimenticavo delle macchine, vero.
Proprio in questo senso il rumore è strettamente legato alla velocità: si va veloci per essere produttivi, ci si circonda continuamente di qualsiasi tipo di rumore (artificiale, ovviamente, non sia mai che il rumore naturale ci scombussoli tutto quanto) per non pensare ed essere produttivi.
Si è consapevoli di tutto ciò? Temo che molti non se ne rendanoconto.
Rumore e velocità inoltre fanno produrre adrenalina, quindi "emozioni", quindi "divertimento", è per questo che continuano a bombardarci  a raffica continua di rumori e velocità, rumori veloci, velocità rumorosa. Perché divertendoci (concetto a mio avviso sbagliato di divertimento, dato che ci sono tantissimi modi per divertirsi ma questi sono assolutamente sbagliati) rimaniamo impegnati, non ci fermiamo a pensare, a riflettere, a fare un passo indietro rispetto al precipizio e all'oblio verso cui siamo stati condotti dal capitalismo, dall'avidità umana, dallo Stato, dalle gerarchie e quant'altro. I Romani già avevano capito ciò e scongiuravano le rivolte con panem et circenses, ora per tutto questo ci sono molti più spettacoli.
Questo fenomeno però non si ferma solo alla, diciamo, vita di tutti i giorni, ma abbraccia tutti gli altri aspetti anche. Un esempio lampante è l'arte, come il cinema, che è sempre più veloce, più colorato, più frenetico, perché sennò ci si annoia e si esce per strada, si inizia a respirare, e a vivere.
Viviamo costantemente in apnea, perché così andiamo sempre più veloci. Parliamo continuamente, non ascoltiamo nulla e nessuno, ma allo stesso tempo non diciamo assolutamente niente. Continuiamo ad andare di fretta, ma senza sapere dove andare. Ci circondiamo di casino e rumore perché in realtà il silenzio è ben più assordante, perché il rimanere soli coi propri pensieri è pericoloso, si potrebbe scoprire che tutto ciò che ci è stato inculcato non è effettivamente vero o giusto.
Tutto questo per dire che la velocità e il rumore, per quanto siano fighi, nella musica, stanno rovinando il piacere di vivere a tutti quanti. Qualcuno disse "fermate il mondo, voglio scendere", penso sia giustissima come cosa, nel senso che tutti quanto dovremmo fermarci, riprendere fiato, guardarci attorno, assaporare la vita e ciò che ci circonda (non intendo i coglioni che stanno attorno a noi o le colate di merda di cemento che ci sovrastano, ma intendo apprezzare le altrui culture, ciò che c'è di diverso da noi, ciò che c'è di naturale al mondo e via così). Penso che con una cosa così, che tutto sommato è semplice, si potrebbero apprezzare e scoprire tante cose nuove, dare un valore completamente nuovo alla vita, e quindi cambiare completamente le proprie priorità, e quindi (e non sarebbe una cattiva cosa) magari anche provare a FARE qualcosa per cambiare questa società dimmerda (sì certo, cambiare, sappiamo tutti che non può cambiare, o si abbatte, o la si può solamente far mutare di forma, lasciandone tuttavia intatti i principi, le fondamenta. Vero green economy?Vero sindacati?Vero disobbedienti?e la lista sarebbe ancora infinita, direi) in cui, purtroppo, viviamo e con cui, purtroppo, dobbiamo fare i conti.
La soluzione è dunque semplice, per quel che mi riguarda. Fermarsi, respirare, assaporare rumori suoni odori naturali, sdraiarsi in un prato lontano da qualsiasi tipo di inquinamento al tepore del sole e pensare. Iniziare ad apprezzare dunque un modo diverso di vivere, in cui il lavoro non è il fine ultimo della propria vita, in cui la famiglia (nel senso, diciamo, cattolico del termine) e l'essere buoni e onesti non sono le priorità, in cui la calma e il silenzio sono fondamentali per avere un po' di tempo e spazio per sé stessi in cui noi siamo importanti in quanto individui unici che si nutrono di rapporti con altri individui unici, non perché facenti parte della specie che sta portando sé stessa alla deriva.
Una volta fatto questo e dopo aver capito in che merda di società viviamo, penso venga da sé che c'è da lottare, ognuno coi mezzi e le modalità che crede (anche se, dai, siamo realisti, è palese che con la non violenza a tutti i costi, col riformismo, col sindacalismo e via dicendo, non si cambierà mai nulla di nulla), per cambiare questo fottutissimo mondo, per preservare la Terra, la natura, gli animali, ma soprattutto noi stessi, per non arrivare al precipizio in cui stiamo andando, per non schiantarci contro il muro verso cui stiamo andando.
Fermiamoci, e respiriamo.


 Esempio di velocità e rumore che va bene (sono i Vile Intent, se non li conoscete, conosceteli, che è meglio)

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