tag:blogger.com,1999:blog-88656891066480098422024-03-22T06:00:41.033+01:00FAST MUSIC FOR THE REVOLUTION<p align="center">no non è soltanto musica</p>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.comBlogger63125tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-16838413629546997372012-06-04T18:28:00.001+02:002012-06-04T19:04:18.532+02:00CxIxDx - Demo 2012<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFOc2m_2iByONnuy7nag2W7NLASWIFfP2wTkGtrRqcvrCo9wJkt8zQAvW_lrSIbdVPRpiZpJAbpoqud5fSrabWgGLXeOJvc5aO-l67h7YH8KnzPq5umd9wWcPC5SmwVg4sw1QsHPJ8Knw/s1600/Cover.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFOc2m_2iByONnuy7nag2W7NLASWIFfP2wTkGtrRqcvrCo9wJkt8zQAvW_lrSIbdVPRpiZpJAbpoqud5fSrabWgGLXeOJvc5aO-l67h7YH8KnzPq5umd9wWcPC5SmwVg4sw1QsHPJ8Knw/s320/Cover.png" width="320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5bcjDLm6hS9Q-D8eyZ9zolbBUmSrymm7yB3-2IDqgI_lOrsxCFEYJBKNkp91wD1cvhTVf7fpF4YSjL0tzcUKpp0dBHLp8acaqEGPSOPxtAmyNEdfBRJ__JwZIBKRh9spPv5pHRM3xKc4/s1600/Retro.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5bcjDLm6hS9Q-D8eyZ9zolbBUmSrymm7yB3-2IDqgI_lOrsxCFEYJBKNkp91wD1cvhTVf7fpF4YSjL0tzcUKpp0dBHLp8acaqEGPSOPxtAmyNEdfBRJ__JwZIBKRh9spPv5pHRM3xKc4/s320/Retro.png" width="320" /></a></div>
<br />
Eccomi di nuovo qua con un nuovo disco.<br />
Anche questa volta si tratta di un demo abbastanza recente (ha qualche mese, non di più).<br />
Il gruppo sono i CxIxDx, di Bologna.<br />
Beh penso che già dalla copertina e dal nome (Compromise Is Defeat) si possano capire molte cose, almeno a livello politico. Infatti il gruppo è decisamente schierato.<br />
Ignavi per esempio è una forte critica a tutti coloro che subiscono passivamente questo sistema senza ribellarsi, accettando tutto quel che succede.<br />
6 Aprile è invece una canzone di solidarietà e complicità. Parla infatti di alcuni amici/compagni che sono stati colpiti dalla repressione (il 6 aprile, appunto) all'interno di un' infame inchiesta che ha visto varie perquisizioni in tutta Italia e l'arresto di vari compagn* a Bologna.<br />
Infine Bologna Hardcore è una dichiarazione di intenti che chiarisce bene quello che dovrebbe essere l'HC, secondo loro, e direi che pure io la penso più o meno allo stesso modo sull'argomento. L'HC non dovrebbero essere, infatti, solo 4 accordi e qualche urla, come purtroppo troppo spesso accade, ultimamente, ma dovrebbe essere una forte espressione della propria rabbia verso questo sistema marcio e oppressore, che non si manifesti solo nella musica. L'HC dovrebbe quindi essere un mezzo per veicolare le proprie idee e farle arrivare ad altri, fermo restando che le idee senza azioni che le supportano non sono nulla.<br />
Per quanto riguarda la parte musicale si tratta di un HC vecchia scuola con qualche influenza 90's, con canzoni di durata media (dal minuto e mezzo ai due minuti e mezzo).<br />
La registrazione è fatta in casa ma è comunque abbastanza buona, si comprende tutto, e in più ha quel tocco di grezzaggine che non guasta.<br />
Riff vecchia scuola velocità discretamente sostenuta (non eccessivamente fast, sia chiaro, si tratta pur sempre di HC vecchia scuola eh), basso presente, voce urlata abbastanza comprensibile, leggermente troppo alta, ma in una registrazione così va più che bene.<br />
Ignavi è la più veloce, inizia abbastanza pestona, stacco di basso poi ricomincia più veloce.<br />
6 Aprile parte con un intro di basso per poi accelerare in crescendo.<br />
Bologna Hardcore è invece caratterizzata da un intro con basso e batteria e voce parlata, che è una sorta di introduzione alla canzone. A seguito di questo la canzone è divisa in due, la prima parte più veloce, la seconda più lenta, che conclude la canzone con un coro.<br />
Non esprimo giudizi dato che sono amici e sarei di parte, e poi chi sono io per giudicare?<br />
Scarica senti e vedi tu. Poi magari vatteli a sentire dal vivo. <br />
<br />
Tracklist:<br />
1- Ignavi<br />
2- 6 Aprile<br />
3- Bologna Hardcore<br />
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<a href="http://www.mediafire.com/?teatmtsfcuhcxm6">Download </a><br />
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P.S. Io ho il demo numero 1 e l'ho fregato a Vallo ahahahhaluby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-68083984212339432112012-05-30T20:50:00.002+02:002012-05-30T20:52:30.590+02:00THE EARTH DIES SCREAMING FEST - RACCOLTA MATERIALE PER I TERREMOTATI - CSA KAVARNA - 1 E 2 GIUGNO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/s720x720/575053_10150791194363840_1109758081_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="271" src="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/s720x720/575053_10150791194363840_1109758081_n.jpg" width="320" /></a></div>
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Questo weekend si terrà al Kavarna, a Cremona, questo festival.<br />
Liquido le questioni del festival molto brevemente dicendo che sarà incentrato sulle questione delle lotte in difesa della terra, ci sarà da mangiare, suoneranno dei gruppi, e ci saranno dibattiti e proiezioni e banchetti. Per maggiori info ti guardi l'immagine e non caghi il cazzo.<br />
Tolto ciò la questione molto più urgente e importante è che durante il festival saranno presenti dei compagni modenesi, quindi si raccoglierà del materiale per i recenti terremotati che poi verrà portato sul posto e dato a chi ne avrà bisogno.<br />
<br />
NON POSSIAMO LASCIARE LA SITUAZIONE ESCLUSIVAMENTE IN MANO AI MILITARI. OGNUNO DEVE ATTIVARSI IN PRIMA PERSONA PER PORTARE SOLIDARIETA' AI TERREMOTATI. NON STIAMO SUGGERENDO AI MILITARI E AI TELE-AVVOLTOI CHE SBAGLIANO, GLI STIAMO DICENDO CHE NON ABBIAMO BISOGNO DI LORO. LA PROTEZIONE CIVILE CI HA GIA' ABBANDONATO ALL'AQUILA, VOGLIAMO CHE QUESTO NON SI RIPETA MAI PIU'. DOBBIAMO SVILUPPARE TUTTI INSIEME PIANI DI AUTOGESTIONE E APPOGGIO RECIPROCO, PERCHE' CHI IMPAURITO DAL SISMA NON ACCETTI QUESTO IRRIGIDIMENTO MILITARESCO IN NOME DI UNA FALSA QUANTOMAI MOMENTANEA SICUREZZA. SOLIDARIETA' CON I TERREMOTATI, ORA PIU' CHE MAI AUTO-DETERMINAZIONE CONTRO STATO E SERVITU' MILITARE. SERVONO TANTISSIME COSE!<br />
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MATERIALE GENERICO DA CAMPEGGIO:<br />
- TENDE<br />
- TELONI GRANDI IN PLASTICA<br />
- SACCHI A PELO<br />
- FORNELLI A GAS DI QUALSIASI TIPO<br />
- TORCE<br />
- BATTERIE<br />
- LETTINI/MATERASSINI<br />
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GENERI DI PRIMA NECESSITA':<br />
- ACQUA<br />
- PASTA<br />
- GENERI ALIMENTARI IN SCATOLA (legumi, pomodorI ecc..)<br />
- ALIMENTI PER CILIACHI (riso, crackers senza glutine ecc..)<br />
- CIBO PER ANIMALI<br />
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in più:<br />
- PENTOLE<br />
- PIATTI e POSATE anche di plastica<br />
- SAPONE E SCOTTEX<br />
- DETERSIVI<br />
- PRODOTTI PER L'IGIENE<br />
- BACINELLE<br />
- PANNOLINI E GIOCHI PER BAMBINI<br />
- VESTITI (BIANCHIERIA INTIMA, CALZE UOMO/DONNA)<br />
- LIBRI<br />
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Non c'è molto altro da dire, venite e portate quel che riuscite che c'è davvero bisognoluby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-44513998513996639632012-04-28T19:18:00.001+02:002012-04-28T19:18:40.528+02:00Extortion - Demo Tape<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjto9nsXxecmqR-rjvUqoA18ZWiQknicne6ATs1_77zsFZCW-TeQhO4hQ2pRHgkJ23YUrM9rum-DwaeIazhw1KwDcZsWQsk6cW4ttqk6iv9VqJCqF8l96zozV7kZ5KsQjj_82gqZ63uKe0/s1600/demo+tape.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjto9nsXxecmqR-rjvUqoA18ZWiQknicne6ATs1_77zsFZCW-TeQhO4hQ2pRHgkJ23YUrM9rum-DwaeIazhw1KwDcZsWQsk6cW4ttqk6iv9VqJCqF8l96zozV7kZ5KsQjj_82gqZ63uKe0/s320/demo+tape.jpg" width="229" /></a></div>
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Gli Extortion ormai li conosce più o meno chiunque, come dargli torto direi, quartetto australiano attivo dalla prima metà degli anni 2000, hanno ormai sfornato veramente tanti dischi, più di uno all'anno, hanno partecipato a una signora compilation (this comp kills fascists vol. 2). Per saperne di più sull'aspetto live e estetico, leggi <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.it/2011/08/extortion-rupture-split-5.html">qui</a>.<br />
Detto questo direi che i loro dischi sono tutti (o quasi, comunque) delle cazzo di bombe, veramente fighi, con delle grafiche molto particolari (se non erro i disegni li fa il cantante) e con un ossessione per le malattie le pillole il dolore e via così.<br />
Ora però parliamo del loro primo demo, in cassettina, che forse stanno tornando di moda visto che ultimamente fanno uscire un sacco di roba in cassettina (meglio, forse, o forse no), datato 2005. Il demo è stato poi ristampato nel 2010 se non erro in 7" con l'aggiunta di una cover dei Black Flag e qualche altra canzone.<br />
Il demo ha 9 canzoni e dura neanche 6 minuti.<br />
Le linee guida generali sono un fastcore powerviolence abbastanza moderno, registrato non eccessivamente bene ma comunque comprensibile, parti velocissime alternate a parti più lente e cadenzate, che comunque non sono tante, pezzi generalmente corti (ma dai, 9 canzoni 6 minuti, chi l'avrebbe mai detto).<br />
Sebbene ancora un po' acerbo, si notano tutte le caratteristiche degli Extortion, distorsione presente, influenze dei Black Flag molto presenti, riffing eccellente e tagliente, voce urlata abbastanza roca, tono medio basso, e basso un po' gracchiante ma sempre presente.<br />
Canzoni come Fuse, A Step In The Wrong Direction (a mio avviso la più riuscita del demo), Repeat (che se la gioca con A Step blablabla) anticipano appieno il potenziale del gruppo che poi verrà dimostrato soprattutto in dischi come Sick (forse il loro migliore).<br />
Un ottimo demo che quegli stronzi fortunati di merda che ce l'hanno suppongo si tengano bene stretto, che lo farei pure io, anche perché se sgamo uno che ce l'ha glielo rubo, checcazzo.<br />
Un must have per tutti quelli che amano questo gruppo, soprattutto i loro primi dischi.<br />
Enjoy it and FOAD.<br />
<br />
Tracklist:<br />
Side A<br />
1- My Own Two Feet<br />
2- Fuse<br />
3- Extortion<br />
4- A Step In The Wrong Direction<br />
5- Pull The Pin<br />
<br />
Side B<br />
6- Derailed<br />
7- Not Now, Not Ever<br />
8- Repeat<br />
9- Fistfight<br />
<br />
<a href="http://www.mediafire.com/?oc0b78z6rd3dpu5">Download</a>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-86122089242483785272012-04-27T16:58:00.001+02:002012-04-27T17:14:56.133+02:00LadyCore 2 - Robot Has Werewolf Hand, Deathrats, PunchSembra lo <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.it/2012/03/ladies-core-1-livore-gather-downright.html">scorso post</a> sia stato apprezzato, bissiamo allora<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: medium;">"Hardcore is not for ladies"</span></i></div>
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Quante volte abbiamo sentito questa enorme cazzata carica di sessismo preconcetti e di una latente cultura machista degna dei though guy americani ultrapalestrati che cantano sforzando ogni muscolo del proprio corpo per far vedere quanto sono duri e puri e quanto sono forti?<br />
A me personalmente questa cosa ha sempre fatto girare i coglioni, sarà perché mi è sempre stato sul cazzo il sessismo (che sia maschilismo o che sia femminismo, poco m'importa, il femminismo è morto e non ha più senso di esistere, ma non è certo questo il discorso che voglio fare ora quindi non intendo continuarlo), sarà perché mi sono sempre stati sul cazzo gli stereotipi, fai musica potente devi essere potente, sei gay devi fare musica "da frocio" e blablabla e blablabla e vaffanculo a tutti.<br />
Proprio per questo ho deciso di fare una piccola raccolta di qualche gruppo in cui cantano delle <i>ladies </i>e di piazzarlo qua, giusto per ricordare che l'hardcore non è una cosa solo per maschi, giusto per ricordare che l'hardcore non è soltanto musica, e allora invece che dirlo e basta, facciamo anche nel concreto qualcosa per quello in cui si crede.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.buffaloshows.net/wiki/images/Wholebandnewmex.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://www.buffaloshows.net/wiki/images/Wholebandnewmex.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.angelfire.com/rebellion/robot/">Robot Has</a> <a href="http://www.myspace.com/robothaswerewolfhand">Werewolf Hand</a> (sì i link sono due ho messo sia il myspace che un altro sito)<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
I Robot Has Werewolf Hand furono un gruppo americano, di Buffalo, per la precisione, attivo dagli inizi del 2000 fino al 2004. Nella loro purtroppo breve esistenza hanno pubblicato un demotape (Get Confused?) del 2002 e un EP (The Love And Destruction) e un LP (The "Endless"), entrambi del 2003. Per intenderci il chitarrista, Justin, è lo stesso dei They Live, si quello dello split coi Ruination (vi scappa un "porco dio"?beh ci sta tutto). Hanno due cantanti, Dave, maschio, e Kristen, femmina. Il demo è più lento rispetto agli altri due dischi, un po' meno urlato, ma comunque abbastanza veloce, e pur sempre urlato. Rimane comunque acerbo e si sente. L'LP è il disco registrato meglio. Più distorto, più equilibrato a livello di suoni, il disco migliore tra i 3, forse. L'EP è registrato sempre meglio del demo, ma decisamente peggio dell'LP, la chitarra si sente meglio e forse si sentono troppo le voci (anche se non guasta, a dirla tutta). Le voci di Dave e Kristen si alternano bene a tratti si sovrappongono creando un ottimo intreccio. Il riffing rimane sempre di ottimo livello in tutti e 3 i dischi comunque. La miscela rimane sempre il misto tra hardcore e fastcore/powerviolence con le urla che fanno da contorno al tutto. La voce di Kristen è roca e urlata, non troppo acuta, non sforzata.</div>
<div style="text-align: left;">
Mi spiace sinceramente che si siano sciolti perché, soprattutto l'LP, mi piace parecchio, e potevano sfornare altri gran bei dischi.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.mediafire.com/?37mptpphlt40fkl">Download</a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://maximumrocknroll.com/wp-content/uploads/2010/02/deathrat.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="http://maximumrocknroll.com/wp-content/uploads/2010/02/deathrat.jpg" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://deathratsdc.blogspot.it/">Deathrats</a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Gruppo di Washington, DC, scioltisi tipo 3 mesi fa (porco dio?sì, porco dio). Sono attivi da qualche anno e hanno pubblicato un 7" Self Titled (o un demo?ancora non ho capito) nel 2009, e Give Up, un altro 7", l'anno scorso. I Deathrats suonano un hardcore dalla velocità mediamente abbastanza elevata, con qualche accenno di melodia nei riff, il primo 7" è registrato meglio ed è più comprensibile di Give Up, ma a livello di canzoni Give Up è più maturo. La durata media dei brani è poco superiore al minuto, che è un ottima cosa direi. Anche in questo caso sarei stato curiosissimo di sentire un terzo lavoro registrato bene e con le potenzialità di Give Up ma purtroppo non ci sarà.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.mediafire.com/?8v1s22d4x29fjf7">Download</a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
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<a href="http://25.media.tumblr.com/tumblr_lh3swgfHzj1qbzfoto1_500.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://25.media.tumblr.com/tumblr_lh3swgfHzj1qbzfoto1_500.jpg" width="214" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.myspace.com/punchcrew">Punch</a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Ed ecco a voi sto gruppo vegan straight edge che probabilmente ormai tutti quanti conoscete quindi evito delle gran presentazioni e passo direttamente ai dischi.<br />
Han fatto un demo tape (adoro le cassettine io) nel 2007, registrato anche abbastanza bene (sicuramente meglio rispetto anche a dischi che siamo tuttora abituati ad ascoltare, dischi, non demo). Voce sforzatissima e acuta, molto roca, mi piace, anche se a tratti è quasi gracchiante e può risultare fastidiosa. Blast frequenti, alternati a parti più lente, mai eccessivamente pesanti comunque. Tutte le canzoni sono poi state incluse in uno dei dischi seguenti, riregistrate ovviamente.<br />
L'anno dopo han pubblicato Eyeless, un 7". La qualità della registrazione grosso modo è la stessa del demo, un po' più nitida forse, ma ancora molto grezza, la soluzione musicale è la stessa, solo forse più incisiva, la velocità è aumentata rispetto al demo, ma allo stesso tempo sono aumentate anche le parti lente, che sono pure più pesanti e pestate.<br />
Ancora un anno e nel 2009 esce il primo LP, omonimo. La registrazione è decisamente migliorata, il suono è molto più pulito (direi pulito al punto giusto). La voce è ancora urlata come piace a me (evviva evviva) ma più pulita allo stesso tempo (non nel senso meno urlata, ma nel senso meno roca). Il riffing/songwriting si fa più complesso, sempre rimanendo comunque abbastanza semplice ed essenziale. E attenzione attenzione, in qualche riff c'è pure una parvenza di melodia (poca, per fortuna però), e qualche sperimentazione in più, ma che non guastano in questo caso.<br />
E l'anno seguente via con un altro LP, è la volta di Push Pull, questa volta. La voce è meno urlata ora, o meglio rimane sempre urlata ma è meno roca, più pulita, la preferivo prima, personalmente. Anche il suono in generale è più pulito e registrato meglio, anche del precedente LP. Si riducono le parti lente, tuttavia il disco risulta complessivamente meno incisivo rispetto ai precedenti (o per lo meno sicuramente rispetto al precedente). Rimane un bel disco comunque, anzi direi un ottimo disco, il problema è confrontarlo con i precedenti.<br />
Toh, passa un anno ancora e nel 2011 pubblicano l'ultimo EP. La lunghezza media delle canzoni si alza lievemente. La registrazione è ancora una volta ottima. Forse più hardcore e meno fast rispetto al precedente, anche se rimane sempre veloce come disco. Anche qua è presente qualche pissolo spunto melodico, ma meno azzeccato rispetto ai precedenti. La voce è migliorata rispetto a Push Pull ma non regge il confronto con Eyeless o l'LP. Forse il loro disco che mi piace meno, anche se rimane sempre un buon disco.<br />
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<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.mediafire.com/?z0dxa1qup3mq7hu">Download </a></div>
</div>
</div>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-49752846023720824492012-04-17T23:54:00.000+02:002012-04-17T23:54:10.950+02:00Concerto Benefit Contro La Repressione - Sabato 21 Aprile - Modena<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.punk4free.org/images/eventlist/events/small/concerto-modena_1334696442.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="232" src="http://www.punk4free.org/images/eventlist/events/small/concerto-modena_1334696442.jpg" width="320" /></a></div><br />
Dopo poco più di un anno dalla "fantastica" operazione Oulaw che ha visto una quarantina di perquisizioni in tutta Italia e 6 arresti, ecco un altro benefit contro la repressione per alcuni dei ragazzi coinvolti in questa ennesima azione repressiva.<br />
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Il concerto si terrà a Modena sabato 21 aprile, il ritrovo è alle 18e30 in piazza della Pomposa.<br />
Per info chiamare il 327-2878861<br />
Suoneranno i Gandhi Kamikaze, i NIET!, i CxIxDx, i NoWhiteRag, e gli Il Male.<br />
Non cagate il cazzo e partecipate, lasciate a casa astio e voglia di rompere il cazzo e venite che la causa è buona.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-47343224616883423132012-04-13T20:05:00.000+02:002012-04-13T20:05:48.620+02:00A Ruota Libera Su Velocità E Rumore - Riflessione Su Società E MusicaSì lo so, è tanto tempo che non scrivo nulla, forse per vostra fortuna, ma ora ho scritto di nuovo qualcosa, cazzi vostri.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.comune.portogruaro.ve.it/uploads/images/Varie/alta-velocita.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="187" src="http://www.comune.portogruaro.ve.it/uploads/images/Varie/alta-velocita.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;"> Esempio di velocità e rumore che non va bene</div><br />
Che apprezzo la musica veloce e rumorosa penso si sia capito, ormai, no?no?NO?!?!?!?!?!?!?!Se non si era capito devo seriamente pensare al suicidio.<br />
Ho quindi pensato fosse giusto fare una breve riflessione su cosa sia la <i>velocità </i>e il suo ruolo nella società odierna. No, idioti, non intendo nel senso di SpazioFrattoTempo.<br />
Idem per il <i>rumore</i>.<br />
Penso sia alquanto evidente che nella nostra società (nostra?vuol dire che ci appartiene?ma quindi possiamo farne ciò che vogliamo?perché non la distruggiamo?o forse siamo noi che apparteniamo ad essa?mmmh) la velocità gioca un ruolo sempre più centrale.<br />
Tutto ciò, secondo me, deriva da vari fattori. Alcuni di essi (anche se meno influenti, forse), per esempio, sono la spettacolarità della velocità: ciò che è veloce è anche bello, va guardato, basti vedere la corse di moto, le corse in macchina e tutte le varie corse, in realtà, non importa infatti la velocità effettiva, importa andare il più veloce possibile col mezzo che si ha a disposizione, e andare più veloce degli altri; oppure la concezione del tempo come un qualcosa da sfruttare fino all'ultimo, quindi eliminare i tempi morti, il che significa andare sempre veloce, fare le corse, non fermarsi mai a respirare: casa lavoro casa cibo televisione sport blablablablablablabalbalblalamiavitaèunamerdalavoroenonhotempopermequindidevoarrivareilprimapossibileacasaperpotermiguardarelapartitadellamiasquadrapreferitaolultimofilmdinataleodiunqualsiasiattorechevaveloceinmacchinaodeltizioultrapalestratochespaccailculoatutti.<br />
Molto più importante è, invece, secondo me, il concetto che ci è stato impiantato (e per fortuna c'è qualcuno che riesce a sfuggire da questa logica incredibilmente asfissiante, lobotomizzante, mortale, alienante e chi più ne ha più ne metta) secondo cui bisogna essere produttivi al massimo, che il lavoro è un qualcosa di assolutamente fondamentale nella nostra vita, che il lavoro nobilità. Il che implica, appunto, arrivare sempre puntuali (e quindi se si vuole dormire un po' di più, vuol dire fare le corse alla mattina per arrivare al lavoro in tempo, altrimenti non si è produttivi), il che implica, a lavoro, non prendersi neanche un attimo di pausa, perché tutto deve essere funzionale produttivo efficiente e veloce. Questa concezione secondo me si riversa non solamente sul lavoro, ma anche su tutti gli altri aspetti della vita. Un esempio molto significativo in tal campo è rappresentato dal viaggio. È da anni ormai che si costruiscono macchine sempre più veloci, si cerca di fare (e purtroppo da molte parti ci riescono anche) i Treni ad Alta Velocità (diocan perché gli altri treni già esistenti vanno piano?mi pigli per il culo?dai eh, seriamente, no grazie ne faccio volentieri a meno), si prendono sempre di più gli aerei e via così. Questo solo per ridurre il più possibile il viaggio, per ridurre al minimo i tempi morti della giornata, per sfruttare al massimo il tempo libero o il tempo lavorativo. In questo modo si è perso tutto il senso del viaggio. Un tempo, neanche troppo remoto, in realtà, ma ormai è come se fosse perso come lacrime nella pioggia (oh cazzo, scusate, non volevo scomodare un così elevato capolavoro, perdonatemi), il viaggio era parte della vacanza (ARGH, che odio, possibile che non si possa fare un discorso senza rientrare nella fottutissima logica del lavoro?), era un'esperienza, un'occasione per conoscere le terre in cui si passa, per conoscere altre culture o altri paesaggi, semplicemente. Al giorno d'oggi invece il viaggio va ridotto al minimo, non fa più parte della vacanza, è un qualcosa di noioso, di inutile, e infatti si prende l'autostrada per arrivare prima, si prende l'aereo per poter arrivare in mezzo secondo dall'altro capo del mondo ("cavoli, sei stato in tutto il mondo, ma cos'hai visto?" "oh solo l'albergo e i locali di quella città" "e che cazzo hai viaggiato a fare allora?coglione"), si prende il treno per arrivare prima e per sfruttare anche il viaggio per cose personali [tipo cosa, fare le parole crociate?o più frequentemente mettersi avanti per il lavoro col computer?o ancora studiare per la scuola?o peggio ancora, per stare zitti immobili come dei lobotomizzati (ah già, dimenticavo, siamo tutti quanti lobotomizzati, scusatemi, errore mio) a guardare gli altri lobotomizzati presenti sul vagone e ignorarli, o odiarli nel profondo del proprio cuore, o invidiarli dal profondo del proprio cuore, e via così, ma la domanda rimane sempre la stessa "e che cazzo hai viaggiato a fare allora?COGLIONE"].<br />
Come detto prima, un altro aspetto strettamente legato alla velocità (magari non sembra così legato, ma in realtà sia a livello di concetto che anche più pratico, lo è), sia a livello musicale sia a livello sociale, è quello del rumore, anche se poi prende a sua volta un ramo tutto suo e non si limita ad essere un'appendice della velocità.<br />
Strettamente legato per il semplicissimo fatto che ciò che va veloce quasi sempre fa un rumore particolarmente elevato (pensiamo alle gare automobilistiche e di moto, per esempio, o ai treni, o agli aerei e via dicendo). Ma prende a sua volta un ramo tutto suo perché per quanto sia legato alla velocità, implica altre cose, ha altre basi e via così. Infatti la società odierna ci costringe a sopportare livelli di rumore sempre più alti. Si pensi ai fottuti lavori che ormai stanno distruggendo la nostra Terra, ogni cazzo di cantiere, ogni motosega, ogni ruspa e tutte quelle merde schifose, fanno un casino fastidiosissimo. Si pensi alle città con tutti i suoi rumori competamente ammassati che fanno venire il mal di testa, in cui non si riesce a capire nulla, alle pubblicità, alle macchine che sfrecciano senza motivo, alla gente che continua a parlare, continuamente, senza dire nulla, alle macchine, alla televisione, che continua a riprodurre suoni e immagini per lobotomizzare la gente, per non farla pensare, per pensare al suo posto, alle macchine, alle sirene di ambulanze polizia e vigili del fuoco che ovviamente per farsi sentire devono sovrastare tutto quanto il resto del rumore aggiungendosi ad esso (come se avessimo effettivamente bisogno di merde così), alle macchine. Ah già, mi dimenticavo delle macchine, vero.<br />
Proprio in questo senso il rumore è strettamente legato alla velocità: si va veloci per essere produttivi, ci si circonda continuamente di qualsiasi tipo di rumore (artificiale, ovviamente, non sia mai che il rumore naturale ci scombussoli tutto quanto) per non pensare ed essere produttivi.<br />
Si è consapevoli di tutto ciò? Temo che molti non se ne rendanoconto.<br />
Rumore e velocità inoltre fanno produrre adrenalina, quindi "emozioni", quindi "divertimento", è per questo che continuano a bombardarci a raffica continua di rumori e velocità, rumori veloci, velocità rumorosa. Perché divertendoci (concetto a mio avviso sbagliato di divertimento, dato che ci sono tantissimi modi per divertirsi ma questi sono assolutamente sbagliati) rimaniamo impegnati, non ci fermiamo a pensare, a riflettere, a fare un passo indietro rispetto al precipizio e all'oblio verso cui siamo stati condotti dal capitalismo, dall'avidità umana, dallo Stato, dalle gerarchie e quant'altro. I Romani già avevano capito ciò e scongiuravano le rivolte con <i>panem et circenses</i>, ora per tutto questo ci sono molti più spettacoli.<br />
Questo fenomeno però non si ferma solo alla, diciamo, vita di tutti i giorni, ma abbraccia tutti gli altri aspetti anche. Un esempio lampante è l'arte, come il cinema, che è sempre più veloce, più colorato, più frenetico, perché sennò ci si annoia e si esce per strada, si inizia a respirare, e a vivere.<br />
Viviamo costantemente in apnea, perché così andiamo sempre più veloci. Parliamo continuamente, non ascoltiamo nulla e nessuno, ma allo stesso tempo non diciamo assolutamente niente. Continuiamo ad andare di fretta, ma senza sapere dove andare. Ci circondiamo di casino e rumore perché in realtà il silenzio è ben più assordante, perché il rimanere soli coi propri pensieri è pericoloso, si potrebbe scoprire che tutto ciò che ci è stato inculcato non è effettivamente vero o giusto.<br />
Tutto questo per dire che la velocità e il rumore, per quanto siano fighi, nella musica, stanno rovinando il piacere di vivere a tutti quanti. Qualcuno disse "fermate il mondo, voglio scendere", penso sia giustissima come cosa, nel senso che tutti quanto dovremmo fermarci, riprendere fiato, guardarci attorno, assaporare la vita e ciò che ci circonda (non intendo i coglioni che stanno attorno a noi o le colate di merda di cemento che ci sovrastano, ma intendo apprezzare le altrui culture, ciò che c'è di diverso da noi, ciò che c'è di naturale al mondo e via così). Penso che con una cosa così, che tutto sommato è semplice, si potrebbero apprezzare e scoprire tante cose nuove, dare un valore completamente nuovo alla vita, e quindi cambiare completamente le proprie priorità, e quindi (e non sarebbe una cattiva cosa) magari anche provare a FARE qualcosa per cambiare questa società dimmerda (sì certo, cambiare, sappiamo tutti che non può cambiare, o si abbatte, o la si può solamente far mutare di forma, lasciandone tuttavia intatti i principi, le fondamenta. Vero green economy?Vero sindacati?Vero disobbedienti?e la lista sarebbe ancora infinita, direi) in cui, purtroppo, viviamo e con cui, purtroppo, dobbiamo fare i conti.<br />
La soluzione è dunque semplice, per quel che mi riguarda. Fermarsi, respirare, assaporare rumori suoni odori naturali, sdraiarsi in un prato lontano da qualsiasi tipo di inquinamento al tepore del sole e pensare. Iniziare ad apprezzare dunque un modo diverso di vivere, in cui il lavoro non è il fine ultimo della propria vita, in cui la famiglia (nel senso, diciamo, cattolico del termine) e l'essere <i>buoni e onesti</i> non sono le priorità, in cui la calma e il silenzio sono fondamentali per avere un po' di tempo e spazio per sé stessi in cui noi siamo importanti in quanto individui unici che si nutrono di rapporti con altri individui unici, non perché facenti parte della specie che sta portando sé stessa alla deriva.<br />
Una volta fatto questo e dopo aver capito in che merda di società viviamo, penso venga da sé che c'è da lottare, ognuno coi mezzi e le modalità che crede (anche se, dai, siamo realisti, è palese che con la non violenza a tutti i costi, col riformismo, col sindacalismo e via dicendo, non si cambierà mai nulla di nulla), per cambiare questo fottutissimo mondo, per preservare la Terra, la natura, gli animali, ma soprattutto noi stessi, per non arrivare al precipizio in cui stiamo andando, per non schiantarci contro il muro verso cui stiamo andando.<br />
Fermiamoci, e respiriamo.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://a3.ec-images.myspacecdn.com/images02/135/c0b827b47dbf4855973ecac818edb0ef/l.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://a3.ec-images.myspacecdn.com/images02/135/c0b827b47dbf4855973ecac818edb0ef/l.jpg" width="240" /></a></div><div style="text-align: center;"> Esempio di velocità e rumore che va bene (sono i Vile Intent, se non li conoscete, conosceteli, che è meglio)</div>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-51779251588528925302012-03-30T16:33:00.002+02:002012-03-30T18:22:03.110+02:00FAST MUSIC AGAINST THE FAST TRAIN NIGHT - LUDD, SMASHROOMS, CxIxDx, NIET! + guest(s) - 7 Aprile CremonaAncora una spammata per un concerto, anche questa volta organizzato da della brutta gente emiliana (ma diversi da quelli dell'altra volta) in quel del Kavarna, a Cremona (che no, non è Emilia, è nella fottutissima Lombardia).<br />
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Ancora una spammata per un benefit, perché è di questo che si tratta.<br />
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Questa volta i beneficiari saranno i No TAV colpiti dalla repressione il 26 gennaio.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxFGCfZabEwoTkAz_64qbMWcXEt8pp0EIF1yJrYBBOWQ4I3ZuiGFM1QFeBWNp1LjNvwAI4IZn4yesCxMzHlZryyXKMw4oIZrPJUMAoHBg9cVF6CydJD2TYZ518FMMCTi3fH7952RxoSUM/s1600/FMAFT2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxFGCfZabEwoTkAz_64qbMWcXEt8pp0EIF1yJrYBBOWQ4I3ZuiGFM1QFeBWNp1LjNvwAI4IZn4yesCxMzHlZryyXKMw4oIZrPJUMAoHBg9cVF6CydJD2TYZ518FMMCTi3fH7952RxoSUM/s640/FMAFT2.jpg" width="467" /> </a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Il 26 gennaio, in tutta Italia, le forze del disordine hanno attuato l'ennesima azione repressiva nei confronti del movimento No TAV, hanno infatti perquisito le abitazioni, denunciato e arrestato varie persone che parteciparono alle mobilitazioni No TAV in Val di Susa il 3 luglio. Siamo finalmente riusciti ad organizzare questa serata benefit per i compagni colpiti dalla repressione, un po' in ritardo ma comunque c'è sempre bisogno.</i></div><i><br />
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<i>Abbiamo deciso di contrapporre al treno ad alta velocità la musica ad alta velocità, che quella sì che ci piace.</i><br />
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<i>H 18:00 chiacchierata sulla lotta No TAV, cos'è, cos'è stata, com'è, cosa rappresenta e come portarla fuori dalla Valle.</i><br />
<i>A seguire cena vegan con The Arabian Jamil e la sua Cricca.</i><br />
<i>Poi concerti con:</i><br />
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<i>NIET! (chuggaviolencecore da Napoli Modena Parma con tanto amore e molta molestia, il grande ritorno)</i><br />
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<i>CxIxDx (volticoperti-core dalla Bologna male, non così veloci, ma tanto belli, grande promessa)</i><br />
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<i>SMASHROOMS (Mosconi-core da Brescia, fanno pure la cover degli Uniform Choice, cosa vuoi di più?)</i><br />
<i><a href="https://www.facebook.com/smashrooms" target="_blank">www.facebook.com/smashrooms</a></i><br />
<i><a href="http://smashrooms.bandcamp.com/" target="_blank">http://smashrooms.bandcamp.com/</a></i><br />
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<i>LUDD (anarchore da Rovereto con esperienza e sapienza)</i><br />
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<i>+ eventuali guest(s)</i><br />
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<i>NO NAZI NO SBIRRI NO CAGACAZZI NO INFAMI NO SESSISTI</i><br />
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<i>Lascia a casa il cane e l'apatia.</i><br />
<i>Porta la voglia di vivere e la distro.</i><br />
<i>(magari però, per la distro, avvisa prima)</i><br />
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<i>PARTECIPA E DIFFONDI</i><br />
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daje che è importante chi organizza son dei rompicoglioni ma dei bravi ragazzi chi suona anche ed è tutto interessante.<br />
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E LA CAUSA È FOTTUTAMENTE BUONA.<br />
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Chi non viene, poi, è una brutta persona.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-28353816902222098292012-03-14T22:43:00.001+01:002012-03-14T22:52:47.194+01:00La Canaglia a Golfech - Vis à Vis - Terza Parte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Segue da <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/03/la-canaglia-golfech-vis-vis-seconda.html">qui</a><i> </i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>’81, ’82, ’83… gli anni si susseguono, e anche le azioni. La loro capillarità e l’eterogeneità degli attacchi fa pensare a tanta gente diversa che si muove con mezzi diversi.</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Nella cronologia ci sono principalmente le azioni della <i>mouvance</i>, ma non solo. Se ci sono una sessantina di persone che decidono di incontrarsi, ce ne sono sempre altre trenta, quaranta o più che fanno le cose per i fatti loro. A volte venivamo a sapere che era stato fatto saltare o era andato a fuoco un trasformatore EDF, era la <i>mouvance</i>, ma chi? Chi se ne frega. C’erano alcuni che non avevano mai fatto cose di questo tipo e a un certo punto hanno cominciato a farle con il materiale che avevano, non era un’esclusiva. Insomma c’era un consenso generale per le azioni, perché c’era in realtà molta gente che le faceva. Possiamo dire che, in linea generale, c’era una <i>mouvance</i>, ma non tutto quello che succedeva era dovuto a essa.</div>Comunque con la gente c’era una specie di complicità e su questo posso raccontare qualche aneddoto, a proposito di una ditta che partecipava ai lavori della centrale. Un bel giorno, spontaneamente, alcune persone scoprirono che questa ditta era della zona, che il padrone era di lì e spuntarono fuori ovviamente tutti i dossier. Qualcuno dopo è andato a verificare, e questo per dire che non sono solo poche persone a fare tutto, ce ne sono un centinaio che partecipano. In più girava praticamente la lista di tutto il personale che lavorava alla centrale. Com’era possibile questo? Non certo perché qualcuno l’aveva fatta uscire, ma semplicemente perché l’ufficio della centrale buttava tutta la spazzatura in una discarica che si trovava vicino a una casa di un vecchio, che a sua volta la raccoglieva e la portava a chi poi sapeva cosa farsene. Per dirti che c’erano tanti aspetti, molte azioni con obiettivi ben chiari, e c’era una pressione a tutti i livelli con una partecipazione diffusa. Anche se le azioni più grosse avevano una specie di centralizzazione verso la <i>mouvance</i>, in generale le cose funzionavano in modo semplice e diffuso. Come dicevo, c’era la cosiddetta <i>mouvance</i>, ma c’era anche dell’altra gente, che magari non conoscevamo direttamente o che non voleva far parte di quei gruppi specifici, che faceva le azioni. Non abbiamo raggruppato tutti, noi eravamo solo uno dei gruppi di questo movimento allargato.<br />
Poi c’è da dire che durante tutta la campagna di sabotaggi non c’è stato nessun arresto. A ogni azione seguivano delle perquisizioni, e magari qualcuno veniva fermato per un paio di giorni. Le perquisizioni e i fermi per noi erano sistematici, ma gli sbirri comunque non hanno mai potuto arrestare nessuno. È vero, in <i>Toulouse la canaille</i>, si parla dell’arresto di due compagni, in seguito al ritrovamento di un metro di miccia durante una perquisizione. Anche se all’epoca non era vietato comprarla, è stato però sufficiente per incolparli di detenzione di esplosivi e sono stati arrestati, ma è stato a margine della lotta perché questa gente non faceva parte della <i>mouvance </i>impegnata a Golfech, ma di altri gruppi che facevano altre cose. E poi questa storia ha portato all’arresto di altre persone, che in solidarietà hanno provato a bruciare una chiesa e si sono fatti prendere sotto l’altare con del materiale infiammabile. In seguito ci sono state manifestazioni collettive di solidarietà: ne ricordo per esempio una all’interno della cattedrale di Tolosa, la stessa che doveva essere bruciata, dove un compagno un po’ situazionista travestito da Papa ha fatto una messinscena del tipo battezzare la gente urlando: “Vi dono il mio sangue”… e i fedeli se la sono data a gambe! Il Papa, al sopraggiungere degli sbirri, si è dileguato, coperto da un gruppo di compagni. Le azioni di solito venivano fatte collettivamente anche per garantire una certa protezione, perché finiva spesso a cazzotti… Ma ti voglio raccontare meglio la storia dei compagni arrestati per la miccia, così per farti capire qual era il contesto in cui si muoveva la <i>mouvance </i>di Tolosa. Dopo qualche anno dall’elezione di Mitterrand, cominciano a prendere piede le idee del Front National, l’estrema destra per intenderci. Quello che succede è che il Front National comincia a fare dei meeting molto importanti in giro per tutta la Francia: a Tolosa, per esempio, ai raduni partecipavano anche mille persone. E c’erano alcuni gruppi che facevano delle azioni contro il Front, non intendo azioni contro i suoi militanti, ma, per esempio, quando questi chiedevano una sala per fare un meeting, saltava in aria la centralina dell’elettricità o la sala stessa. Tutti si aspettavano che a Tolosa il Front non sarebbe riuscito a esprimersi. Non a esprimersi, non è questione di far esprimere i fascisti. Sono delle merde. Comunque la gente se lo aspettava, la sala salta, la centralina salta e per un caso, per una serie di circostanze, ci sono dei compagni arrestati. Nascono dei comitati di sostegno, vengono fatte manifestazioni, incontri, concerti con migliaia di persone che partecipavano per sostenere i compagni. Malgrado siano stati arrestati con del materiale tipo qualche metro di miccia, siamo riusciti a far uscire i compagni il più velocemente possibile, anche se le prove erano a loro sfavore. Questo per spiegare come questo movimento diffuso attaccasse anche altri obiettivi. Poi ci sono stati i fatti della Nuova Caledonia, dove dei Canachi avevano rapito degli sbirri per rivendicare cose loro, e siccome era periodo elettorale hanno dato l’autorizzazione ai militari e ai gendarmi di sparare. Ci sono stati più di venti Canachi assassinati nell’assalto per liberare gli sbirri rapiti, anche se nessuno di questi era stato ucciso. Dopo quest’assassinio di massa ci sono state delle azioni contro le caserme in tutta la Francia e anche nella regione di Tolosa. Qui, in fin dei conti, dal momento che c’era una pratica illegalista, attraverso una rete di contatti ci si poteva incontrare mantenendo ognuno la propria autonomia, i propri obiettivi e le proprie pratiche. Ma c’era una solidarietà generale di fronte alla repressione: ogni volta che dei compagni venivano arrestati c’erano delle risposte.<br />
Beh, tutto questo succedeva durante la lotta di Golfech.<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Nel novembre ’83 spunta questo giornale molto speciale, un numero unico clandestino che affianca alle detonazioni notturne le frecce dell’analisi. Mi racconti di</i> Toulouse la canaille<i>?</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Toulouse la canaille</i> è uscito quando la lotta di Golfech cominciava un po’ a indebolirsi, e nasce dal bisogno di esprimersi. Molti dei gruppi di affinità che costituivano questa <i>mouvance</i>, hanno sentito il bisogno di spiegare il <i>perché </i>delle azioni. A un certo punto alcuni individui, più o meno rappresentativi di tutti questi gruppi di affinità, hanno messo bianco su nero quello che pensavano, con una riflessione sul perché veniva attaccata Golfech, quali erano le motivazioni e che significato politico davano al loro intervento. La cosa migliore è leggere i testi [in appendice]. È da molto che non li leggo… Nacque così: era già qualche anno che molte persone lottavano insieme contro Golfech, si conoscevano, ogni tanto andavano a mangiare a casa di uno o dell’altro, come sempre. Alcune volte per scegliere un’azione era sufficiente che, con molta ironia, qualcuno ponesse una questione e a poco a poco ci si interessava, e si recuperavano le cose che servivano, quando era possibile. <i>Toulouse la canaille</i> è uscito nello stesso modo con cui si facevano le azioni: a un certo punto qualcuno dice: “perché questa volta non facciamo, invece dei soliti piccoli testi da volantino, una rivista attraverso la quale possiamo comunicare qualcosa in più?”. Era una bella idea, però è ovvio che era illegale, si sarebbero espressi i gruppi che avevano fatto delle azioni. Questo non è troppo legale… comunque c’erano delle buone possibilità di farcela tranquillamente. Quello che è più interessante, è com’è stato fatto: tutti avevano qualche cosa da dire, si è creato un piccolo gruppo per raccogliere i testi degli uni e degli altri, e ciascuno ha messo su carta quello che pensava. I testi erano discussi da ciascun gruppo e alla fine è stato raggiunto un accordo comune. Il resto è stato un accordo tecnico: prendere la carta, andare a stamparlo e dopo, ovviamente, distribuirlo. Credo che ne siano state stampate più o meno 1500 copie, senza indirizzo, ovviamente, perché era un giornale clandestino, ed è stato distribuito subito, in un paio di giorni. Non sarebbe stato stampato un’altra volta: anche se le fotocopiatrici all’epoca erano di pessima qualità, si potevano fare pur sempre delle copie.<i> </i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>In quegli anni, se da un lato s’intensificano gli attacchi diretti, dall’altro scemano gradualmente le manifestazioni in piazza. Pare s’insinui un clima di rassegnazione generale. La gente non ci crede più?</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Le grandi manifestazioni di massa avevano dato a molti, in un primo momento, la speranza di poter vincere la lotta, cosa che in seguito, con l’inasprirsi della repressione, si è dimostrata alquanto difficile. I pestaggi durante le manifestazioni, gli arresti e le aggressioni degli sbirri alla fine del corteo erano fatti apposta per far paura. E l’effetto di questa paura è stato l’allontanamento della gente. Non a caso grandi manifestazioni non ce ne sono più state, dopo le violenze nei cortei: la repressione è stata molto dura, e non specificatamente contro di noi. Si sono accaniti soprattutto, e questo è da tenere in conto, contro le persone anziane che vivevano attorno alla centrale, contro quelli che mantenevano in vita le associazioni antinucleari e i comitati. C’era il chiaro obiettivo di attaccare queste persone per annientarle, fisicamente. Sto parlando della polizia, avevano chiaramente quest’intenzione, e oggi lo vediamo sempre più spesso, gli sbirri picchiano duramente durante le manifestazioni per far in modo che la gente non ci torni più. Anzi a Golfech ormai gli sbirri ci attaccavano già mentre stava solo cominciando il concentramento, e la gente aveva paura anche a tornare alla macchina e andare a casa, perché li seguivano, spaccavano le macchine e menavano chiunque. È la tattica di fomentare la paura e la gente, se pensa che in una manifestazione ci potranno essere violenze da parte degli sbirri, non ci va. È una politica attuata deliberatamente, che oggi ritroviamo sempre più spesso, basta vedere cos’è successo in Italia, a Genova, ma anche qui in Francia è uguale. Questa politica mira a rompere fisicamente la faccia ai manifestanti affinché non scendano più in piazza, perché sanno bene che i più determinati ritorneranno ma che la maggior parte non ha voglia di farsi spaccare la faccia due volte. È un loro obiettivo politico, che va sottolineato. A quel tempo questa tattica di violenza ha aiutato ad abbassare la combattività e noi ce ne siamo resi conto.</div>Ma se vogliamo analizzare a fondo i motivi di questo allontanamento dobbiamo aggiungere dell’altro. A partire dal 1980 ha cominciato a prendere piede una specie di “politica dell’ecologia” e tutti i gruppi ecologisti che erano dentro i comitati antinucleari si sono orientati verso la politica. Esisteva già all’epoca l’equivalente del partito dei verdi, creato da un ecologista di destra che è stato fatto ministro da Mitterrand. È vero, la lotta pian piano andava spegnendosi, ma questa svolta all’interno dei comitati antinucleari ha contribuito a demoralizzare ulteriormente la gente e a spegnere la speranza di vincere. In ultima analisi la repressione ha influito molto, ma la gente si è demoralizzata più che altro perché non credeva più di poter vincere la lotta. Perché se avessero creduto di vincere se ne sarebbero fregati della repressione. Accetti la repressione quando non credi alla lotta che stai facendo, e questo vale soprattutto per la maggioranza della gente. Per noi è più difficile, se hai una coscienza di classe non vedi solamente la centrale, sai che la lotta di classe continua in altri ambiti. Tanti hanno cominciato a lottare contro Golfech e si sono fermati lì, ma molti altri invece hanno continuato.<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Quindi a un certo punto anche la </i>mouvance <i>s’interroga su di sé, in rapporto a un movimento di massa che non c’è più, alla lotta specifica che sta portando avanti, ai camini della centrale che s’innalzano giorno dopo giorno?</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Le azioni sono cominciate prima che fosse stato accordato il permesso di costruire a Golfech, prima che il governo socialista si fosse espresso a favore e che cominciassero effettivamente i lavori di costruzione, quindi prima che Golfech ci apparisse irreversibile. Fino a quel momento si sono intensificate le azioni dirette di sabotaggio contro EDF, le ditte e il materiale che andava verso la centrale. Tutto questo ha avuto una dinamica nutrita di molte illusioni, perché credevamo davvero di poter vincere. Non ne eravamo certi, ma ci credevamo. Passano gli anni, il 1982, il 1983, il 1984, e ci rendiamo conto che stavamo andando verso un punto di non ritorno in rapporto alla costruzione della centrale. Vuol dire che la centrale l’avrebbero lasciata costruire, con il beneplacito di chi si diceva contro come i partiti traditori, compresa l’estrema sinistra.</div>Credevamo anche che l’opposizione della gente, l’opposizione di massa che vedevamo crescere nelle grandi manifestazioni, sarebbe continuata. Invece, di fronte alla repressione e a certe provocazioni la gente veniva sempre meno alle manifestazioni e alle azioni di massa. Poi, in seguito al tradimento da parte dei politici socialisti, cominciò a tirare un’aria di scoraggiamento generale; perché la gente, si sa, quando viene tradita all’inizio si arrabbia, ma poi conclude che non vale più la pena di lottare in una situazione così. E d’altra parte, alla fine, nemmeno noi avremmo potuto continuare una lotta che per noi stessi era già persa. Anche se sapevamo che la società ci avrebbe imposto il nucleare e la centrale di Golfech, non volevamo diventare un gruppo di specialisti che avrebbe fatto per anni le stesse cose, perché, alla fine, se fossimo diventati specialisti di qualcosa, saremmo andati contro quelle stesse idee che ci avevano mosso in partenza.<br />
Dal momento in cui non c’era più un movimento di massa, ci siamo detti che non valeva la pena che ci fosse un gruppo specifico contro Golfech. Non avrebbe avuto senso. Quando c’era un’opposizione di massa, che si muoveva con tutti i mezzi democratici, con manifestazioni anche violente, la mouvance aveva qualcosa da dire e faceva le azioni per rinforzare questo tipo di attività di massa con azioni più mirate, scelte. Non voglio dire che erano azioni di massa. Voglio dire c’era una parte del movimento di massa che aveva scelto di opporsi al nucleare con altri mezzi. Ma a partire dal presupposto che esisteva un movimento di massa. Non si poteva continuare con le stesse azioni, come si faceva prima in modo massiccio, per il semplice motivo che saremmo diventati un gruppo di specialisti. Questo ideologicamente è contro le nostre idee, noi non eravamo un gruppo armato specifico di tale frazione del movimento, mettiamo, antinucleare. Questo non lo saremo mai. E quando spingi molto in una lotta, come abbiamo fatto noi, a un certo punto te ne rendi conto: se avessimo continuato così saremmo diventati degli specialisti degli attacchi antinucleari contro Golfech. E la maggior parte di noi sarebbe finita in galera, perché a un certo punto ci saremmo scontrati inevitabilmente con la repressione.<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Però forme di protesta e alcune azioni contro Golfech sono continuate fino agli anni Novanta.</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">I sabotaggi sono continuati, se vogliamo, fino alla fine degli anni Ottanta, con qualche traliccio che ogni tanto cadeva in risposta al nucleare o alle linee ad alta tensione. Ma non più con il solo obiettivo di fermare Golfech. Noi abbiamo continuato con la lotta che avevamo sempre portato avanti, contro il nucleare ma anche contro la società militarizzata. In generale possiamo parlare di una lotta viva e forte fino al 1983. Era chiaro a tutti che non valeva più la pena andare avanti in maniera mirata su Golfech. È vero che dopo c’è stata qualche azione contro il nucleare, ma non era più specificamente contro Golfech ma contro il nucleare in generale. Vuol dire che saltava ogni tanto qualche traliccio, come prima del collaudo della centrale, come l’attacco alla diga di Malause, o come gli attacchi alle linee ad alta tensione nella valle del Louron. Ogni anno c’erano quattro o cinque azioni più specificamente antinucleari, ma nell’insieme delle azioni che venivano fatte contro la società in generale. In pratica si continuò ad attaccare il nucleare come si faceva anche prima di questa lotta specifica. Dal momento che stavano costruendo una centrale proprio dove vivevamo, Golfech divenne l’obiettivo principale. Se la centrale fosse stata a mille chilometri, avremmo fatto delle azioni in sostegno. Visto che era da noi, si facevano le azioni contro Golfech, e allo stesso tempo contro il nucleare. Quando a Golfech non abbiamo più visto prospettive di lotta efficaci, o azioni di massa, non abbiamo più continuato in questo senso, siamo tornati a occuparci di quello che facevamo prima: a lottare con tutti i mezzi contro la società capitalista, contro lo Stato. Come del resto si faceva anche durante la lotta contro Golfech, quando venivano attaccati gli sbirri e le caserme contro la repressione, nelle azioni contro le chiese, i padroni e i fascisti del Front National, erano tutte azioni che non c’entravano niente con la centrale. </div>In pratica eravamo quello che viene chiamato un movimento diffuso, e in particolare nella regione di Tolosa c’era una buona concentrazione di piccoli gruppi di affinità. Per me la lotta ha avuto aspetti positivi e negativi, e bisogna ammettere che tutti ne sono usciti un po’ logori per le tensioni che si sono create tra le persone. Che si voglia o no, anche se la repressione non si è abbattuta su di noi, ci abbiamo lasciato parecchie piume. Di certo questa specie di coordinamento fra i gruppi d’affinità è riuscito, ci sono stati momenti di lotta molto belli e intensi, ma è stato a volte faticoso relazionarsi. E non per questione di obiettivi: le difficoltà e i problemi, il più delle volte scatenati da motivi personali, ci sono sempre quando diversi individui si mettono in gioco per fare qualcosa. Inoltre la lotta spingeva molto le persone, le spronava, ma poi… che ne è stato dei tanti che partecipavano alle azioni? Oggi la maggior parte non fa molto. Non voglio dire che non fanno niente, dico non molto. Li ritroviamo poco nelle manifestazioni e nelle cose collettive, ognuno si è fermato nel proprio angolino, ognuno con i suoi lati positivi e negativi.<br />
Il movimento di massa, dal canto suo, dopo l’83 rifluisce in delle lotte, come dire, più di sopravvivenza, su sicurezza, salute, ormai appieno dentro la gestione di questa cazzo di centrale. È diventata a tutti gli effetti una lotta democratica, per creare una commissione a tutela della salute, per smascherare gli imbrogli di EDF, ecc. Noi abbiamo criticato questa svolta, perché alla fine non ne esci più, fra EDF e lo Stato che continuano a raccontartela… è, in effetti, roba da politici. La lotta a Golfech continua anche adesso, se vogliamo, ma nel solo modo che ti permette la via democratica: creare un comitato per controllare la radioattività del fiume, il livello di salute, denunciare quando ci sono degli incidenti, insomma ci si limita a gestire la catastrofe futura, se ci sarà, ma spero di no. Se vogliamo, possiamo dire che la lotta è continuata, ci sono state manifestazioni anche prima della messa in funzione della centrale, con un migliaio di persone, e contro il collaudo della centrale e via dicendo, ma questo è quello che, più o meno, ti permette il gioco democratico. Inoltre alcune persone sono entrate nel sito e sono rimaste cinque giorni attaccate alla torre¹, altri si sono incatenati ai camion che portavano dei pezzi della centrale. Ci sono sempre state e ci saranno sempre delle azioni di questo tipo. Talvolta hanno più ritorno mediatico, come quelle di Greenpeace, che è specializzata in azioni mediatiche. Ma questo è quello che ti permette la società, la democrazia. Fintanto che tu non attacchi i loro interessi materiali, ti permetteranno sempre di fare dei comitati per fare pressione affinché non succedano degli incidenti. Non mi disturba questo tipo di lotta, ma il punto è che oggi è ben gestita dai partiti politici, soprattutto da quelli ecologisti, che aspirano soltanto che la gente usi la scheda elettorale come un certificato di morte in un’urna qualsiasi. Tutte queste associazioni, a cui aderiscono molte persone che pure sono contro lo Stato e che sanno bene che le elezioni non servono a niente, purtroppo oggi sono ben controllate dai gruppi ecologisti che partecipano alle elezioni.<i><b> </b></i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i><b>E questo è tutto, si dissero allontanandosi.</b></i></div><i><b><br />
Ma la traccia di un sentiero che dal passato s’inoltra nel fitto dei nostri sogni, sbuca inevitabilmente nella radura delle possibilità del presente. </b></i><br />
<i><b><br />
</b></i><br />
Note<br />
1: Il 10 giugno 1989, durante un incontro di riflessione sul nucleare, prende il via l’operazione “Stop Golfech”. Cinque membri del Collettivo Pace e del VSDNG si arrampicano su una torre della centrale, srotolano degli striscioni enormi che riportano la scritta “STOP”, e vi rimangono per cinque giorni. Le loro rivendicazioni erano: promuovere un referendum e un dibattito televisivo per uscire dal nucleare; l’instaurazione da parte del governo francese di un piano energetico e politico che rendesse concreta questa uscita; la chiusura delle centrali di Golfech e Malville.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-76146842236508710162012-03-14T22:40:00.002+01:002012-03-14T22:51:57.970+01:00La Canaglia a Golfech - Vis à Vis - Seconda Parte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Segue da <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/03/la-canaglia-golfech-vis-vis-prima-parte.html">qui</a><i> </i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Nel ’79 tutto questo stava appena cominciando: nel frattempo, però, succedevano altre cose interessanti…</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Come no! Nel novembre 1979 fu creata una radio che si chiamava appunto <i>Radio Golfech</i>. Essa fu un mezzo per sensibilizzare la gente sulla lotta ed era molto seguita nella regione da tutti, non solamente dagli antinuclearisti. La prima emissione fu durante una manifestazione, non c’erano permessi, era una di quelle che noi chiamavamo radio pirata. A partire dal ’76-’77 cominciarono a spuntare delle radio pirata un po’ ovunque in Francia, praticamente ogni città aveva la sua piccola radio pirata, che veniva spesso chiusa dalla polizia. Ma lì a Golfech, alla fine del 1979, si creò una radio specificamente per la lotta, fatta da ecologisti e antinuclearisti della regione con qualche compagno un po’ libertario, com’è sempre stato nelle lotte ecologiste. E siccome una radio pirata per definizione è clandestina, non poteva avere un posto fisso, bisognava trasmettere con delle batterie da una macchina, in montagna, perché gli sbirri la cercavano ovunque. La radio veniva spostata spesso su e giù per le colline, ogni volta che si poteva, così la polizia non riusciva a trovarla per triangolazione. Anche se non trasmettevano sempre, la radio era molto potente e, essendo tutta la regione di Golfech collinosa, per trasmettere era sufficiente mettersi in cima a una di queste colline e si sentiva dappertutto. Sono riusciti a fare una radio molto efficace, che è stata poi trovata e distrutta dalla polizia per ben due volte: sono arrivati gli sbirri, hanno arrestato i tipi e si sono presi tutto il materiale. È chiaro che EDF e gli sbirri volevano distruggere questo tipo di espressione: distribuire un giornale o dei volantini non è come una radio che tutti possono ascoltare. Perché le sere che trasmettevano li ascoltavano davvero tutti: questo ovviamente li disturbava molto, e poi la politica del governo contro le radio pirata all’epoca era questa. Più tardi ne hanno legalizzata qualcuna, imponendo le loro condizioni, ma le radio pirata che appartenevano ai movimenti sociali o antinucleari non gli piacevano. E non gli piacciono nemmeno adesso. </div>Nello stesso periodo, all’inizio del 1980, venne creato un giornale, <i>Le Geranium Enrichi</i>, che usciva una o due volte al mese, e ci furono 23 o 24 numeri in totale. Era stampato in grande formato, c’era un indirizzo e alla fine c’erano circa mille abbonati, che è molto per una pubblicazione antinucleare locale. Era un giornale molto critico, rileggendolo nella maggior parte degli articoli trovi le analisi classiche della critica antinucleare, sulla salute ecc., e anche molte analisi sulla politica, la critica ai politici, e poi c’erano i <i>perché </i>dell’essere contro a questa società nucleare poliziesca. Era edito dal CAN di Golfech e funzionava con un piccolo comitato redazionale, ma era aperto a tutti i contributi che la gente inviava come articoli. Cioè non era scritto da un gruppo ristretto di persone ma piuttosto, se analizziamo un po’ la sua storia, era un luogo di dibattito collettivo, in quanto più della metà dei pezzi erano contributi della gente tramite lettere, articoli ecc., ed era uno strumento che veicolava anche le informazioni delle altre lotte antinucleari come quella di Plogoff o di Chooz. Non era localistico, fermo solamente su Golfech, e aveva una grossa diffusione, anzi in quel periodo era uno dei giornali antinucleari più combattivi. Anche a Plogoff avevano un loro giornale, ma non aveva un grosso tiraggio, anche a Chooz ne avevano uno. Questo per dire che erano tutti mezzi che in una lotta si sommano ad altri. I comitati avevano i mezzi materiali e finanziari per poterlo fare. Perché questo? Perché la lotta era popolare. Se stampi un giornale in più di diecimila esemplari, vuol dire che la lotta è molto partecipata, che è popolare.<br />
E poi in questo periodo venne costruita la Rotonda in un terreno che avevamo acquistato collettivamente, facendo la domanda come Gruppo fondiario agricolo. L’obiettivo della Rotonda era di mettere nel bel mezzo della centrale, perché appunto il terreno che ci apparteneva stava proprio in mezzo ai terreni di EDF, qualcosa che ne impedisse materialmente la costruzione. Non la potevano mica costruire con noi dentro. E puoi immaginare quanto piacesse a EDF e ai vigili vederci passare tutti i giorni di là! Fu costruita in un paio di mesi con materiali di recupero, terra e legno, ed è stata inaugurata nel settembre del 1980 durante una festa. Nell’ultimo periodo c’erano anche due capre, un maiale, degli animali, dei polli, e c’era pure qualcuno che viveva lì permanentemente. Ma, capisci, per arrivarci bisognava passare tra le recinzioni di EDF, dovevamo passarci e non potevano impedircelo, per la gioia di vigili e gendarmi che ci prendevano sempre i numeri delle targhe. Comprare il terreno è stato semplice: si è deciso, qualcuno sapeva un po’ come funzionava, ci si è detti “se creiamo un Gruppo fondiario agricolo allora non possono sgomberarci”, e se noi quindi avessimo vinto la partita EDF non avrebbe potuto occupare il sito. Un proprietario ci ha venduto il terreno, giuridicamente lo abbiamo intestato a questo Gruppo fondiario agricolo, perché era vantaggioso dal punto di vista legale, e a quel punto noi eravamo lì e non ci muovevamo. Per acquistare la terra abbiamo fatto una sottoscrizione alla quale ha partecipato circa un migliaio di persone, mettendo ognuno un po’ di soldi, ovviamente a fondo perduto. Mettevamo un po’ di soldi e ce ne fregavamo, era una cosa collettiva e non era il caso di fare questioni, su a chi venisse intestata e robe del genere…<br />
In quel periodo venivano anche occupate le fattorie: EDF, dopo aver acquistato i terreni, ne demolì qualcuna, ma per lo più demoliva solo il tetto. La gente è arrivata in gruppi, ha occupato le fattorie e la prima cosa che ha fatto è stata ricostruire i tetti, poi stabilirsi. Dopo qualche settimana però EDF è ritornata con i gendarmi, hanno fatto uscire tutti quanti e le hanno demolite. Non sono durate molto, un paio forse hanno resistito qualche mese. Ma non appena EDF ha capito che era un metodo di lotta ha chiamato subito gli sbirri. Anche la Rotonda è stata, dal mio punto di vista, un’operazione tattica per creare un problema per la costruzione della centrale. E a livello legale era ineccepibile. Non puoi costruire una centrale se tu sei lì: non ti possono cacciare materialmente, ma non possono nemmeno lasciare una fattoria di un ettaro fra le torri e le strutture della centrale, anche perché eravamo al posto di alcuni edifici.<br />
Una scelta tattica, dicevamo, ma era allo stesso tempo anche un luogo dove si viveva, si facevano le riunioni, si passavano i fine settimana, c’era chi ci viveva, chi ci stava qualche mese, altri qualche giorno. Funzionava a tutti gli effetti come luogo d’incontro per molta gente. La Rotonda era del movimento, era appoggiata da tutti i comitati antinucleari, ed era anche di tutti quelli che passavano. Mi ricordo che soprattutto i sabati e le domeniche c’erano decine e decine di persone che venivano e ci rimanevano per il fine settimana, a preparare da mangiare, a fare delle feste. Gran parte della gente che viveva lì, attorno alla centrale, passava spesso e ci portava tantissime cose, da mangiare e da bere, per essere solidali con gli occupanti.<br />
E poi attraverso la Rotonda si potevano fare delle azioni all’interno del sito, era proprio lì a due passi, le recinzioni venivano tagliate, si facevamo delle azioni collettive e ci entravano tranquillamente molte persone. Sono partite da lì anche le grandi manifestazioni: si andava alla Rotonda e dopo si assaltava il sito, tagliando duecento metri di rete, e centinaia di persone entravano. C’era un accerchiamento permanente, era sempre una guerriglia. Le recinzioni venivano tagliate quasi ogni domenica, e c’erano anche dei gruppi di famiglie che ci venivano. E quando arrivavano gli sbirri per provare ad arrestarci, la gente riusciva ad andarsene lo stesso. Per farti un esempio, nel settembre del 1980 i comitati antinucleari di Tolosa, di Valence d’Agen e di Golfech, avevano organizzato un fine settimana di concerti e di attività proprio alla Rotonda. Sono venute, credo, 10.000 persone e sono successe tante cose: EDF aveva già recintato tutto e aveva costruito all’interno un grosso edificio prefabbricato che fungeva da stazione meteo per monitorare il tempo atmosferico della zona, una cosa che dovevano fare per legge. Dopo il concerto circa cinquecento persone hanno strappato le recinzioni, sono andate alla stazione meteo e l’hanno bruciata. Ce ne sono state molte, di azioni collettive, c’era l’abitudine di fare azioni collettive.<br />
Alla fine la Rotonda e il sito sono stati occupati dagli sbirri, e la Rotonda è stata bruciata con gli animali dentro. So che un collettivo ha sporto denuncia, ma non so come sia finita. Magari dopo dieci o vent’anni vengono a dirti: sì, voi siete i proprietari, vi risarciremo i danni… Ma il giorno che l’hanno bruciata, compiendo un’azione criminale, hanno chiuso il passaggio e così non potevamo più entrare, questo è il punto. È chiaro che gli sbirri hanno bruciato la Rotonda con EDF a fianco. Dandole fuoco, anche se era una proprietà privata, potevano impedirci l’accesso, ed è quello che hanno fatto. Dopo diventa una storia giuridica, si va in tribunale e ci mettono venti o trent’anni per risponderti. Anche se alla fine ti danno ragione, la centrale intanto la fanno lo stesso. Il loro obiettivo era questo. Sanno bene anche loro compiere atti illegali: hanno bruciato la Rotonda appositamente per fermare la nostra entrata. Dopo, infatti, non abbiamo più avuto la possibilità di accedere al sito, anche perché quando tutto questo è successo non c’è stata una reazione compatta del movimento, c’erano già state le manifestazioni represse brutalmente dalla polizia, come quella di Valance d’Agens, e il movimento era in declino.<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Nell’inverno dell’80 la situazione si modifica di nuovo. È finita l’inchiesta, ma gli avvoltoi della politica cominciano a mettere le mani sul movimento, essendoci le elezioni in primavera. Intanto i cantieri continuano, ma anche la mouvance continua per la propria strada.</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Alla fine del dicembre 1980, Giscard e il suo primo ministro Raimond Barre firmano il decreto di utilità pubblica senza però dare il permesso per costruire. È chiaro che stava cominciando una nuova fase: avrebbero costruito la centrale senza ufficializzarlo. Da questo momento si diffusero massicciamente nella regione altri tipi di azioni, come bruciare le macchine di EDF, spaccargli le vetrine, tirare le macchine dentro i suoi locali e via dicendo. Ce ne sono state a decine, per denunciare il fatto che era EDF che voleva costruire una centrale a Golfech: all’inizio erano concentrate contro di essa, miravano ai suoi interessi. Così le azioni cominciarono a radicalizzare la lotta. In più vedevamo che stavano mettendo in piedi tutta una struttura di imprese per costruire la centrale, di imprese regionali intendo. Durante il periodo elettorale EDF si nascose un po’, e pure i politici si fecero piccoli piccoli seguendo una politica opportunista, come Mitterrand del resto che andava in giro dicendo: “Se sarò eletto io Golfech non si farà”. Noi non ci credevamo, ma la maggior parte degli ecologisti e dei democratici antinucleari invece sì, e su questo bisogna attaccarli, loro pensavano davvero che con la vittoria di Mitterrand la centrale a Golfech non sarebbe stata costruita. Così un bel po’ di gruppi ecologisti fecero un appello per andare a votare per i socialisti, e a dire il vero anche dei compagni anarchici ci sono andati, perché credevano che forse, perché no…</div>In quel periodo, nel ’79-’80, il panorama della lotta democratica era questo: c’erano degli scienziati dell’università di Tolosa che avevano spiegato in un rapporto perché fosse un’aberrazione economica costruire Golfech, contestando la storiella propagandistica sul bisogno di energia, con tanto di studi che dimostravano il contrario. E anche il consiglio regionale, a maggioranza socialista, e i radical-socialisti come Baylet, direttore della <i>Depeche du Midi</i>¹, si erano schierati tutti contro la centrale. Possiamo dire che tutti i poteri politici ed economici della regione e delle province erano contro. È per questo che Mitterrand si pronunciò dicendo che con lui Golfech non sarebbe stata costruita, e nemmeno Plogoff, né Chooz. Puoi immaginare, un sacco di gente c’è cascata. Il consiglio regionale socialista era contro, tutte le università erano contro, gli scienziati erano contro, e pure noi eravamo contro, così una tendenza maggioritaria finisce per credere anche a Mitterrand. In più c’era una grossa parte degli ecologisti, che ritroveremo anni dopo all’interno dei partiti cosiddetti verdi, che vedevamo fremere per fare politica. Per noi, per l’analisi che facevamo, i politici mentono sempre: a prescindere da quello che ti dicono, anche se spergiurano che sono contro o a favore di qualcosa, bisogna sempre aspettarsi il momento in cui ti tradiranno. Un bel giorno si dicono contro al nucleare, e poi cambiano di nuovo idea. Noi compagni avevamo previsto anche il momento in cui ci avrebbero tradito, su questo potevamo scommetterci: dopo le elezioni, ovviamente. Ma durante il periodo elettorale, l’appello massiccio degli antinuclearisti e dei politici a votare Mitterrand sottaceva una speranza a cui si aggrappò molta gente. Noi eravamo sicuri che ci avrebbero tradito, e per noi non intendo solo una grossa parte del movimento libertario, ma anche molti antinuclearisti ed ecologisti. Nelle riunioni a volte ci scontravamo su questo, cercavamo di far passare i nostri discorsi ma eravamo minoritari, per così dire. Facevamo un discorso più radicale, ma se la gente voleva credere al fatto che la centrale non sarebbe stata costruita perché lo dicevano i politici, che ci credessero, punto. Questa mentalità c’è ovunque, in tutti i Paesi: credere che saranno i politici a risolverti i problemi, ma non è un politico che ti dirà se una cosa si fa o no, loro ti fanno solo delle promesse e poi quando sono al potere fanno sistematicamente il contrario. Storicamente non vale la pena di analizzarlo. Noi l’abbiamo detto fin dall’inizio, il loro unico obiettivo era che la gente votasse in massa per i socialisti, per Mitterrand, il 10 maggio 1981. Così fu, ma quella stessa notte, per festeggiare la sue elezione e per aiutarlo a fermare i lavori, qualcuno fece saltare una decina di bulldozer e di macchine che stavano lavorando in un’autostrada vicino a Golfech. Mitterrand aveva detto che era contro la centrale: c’era chi lo aveva preso in parola e gli stava dando una mano.<br />
La reazione generale dopo le azioni più radicali era, come sempre, ambivalente. Ricordo che una volta è stato rubato un furgone di EDF: primi a criticare sono stati ovviamente i sindacati e il partito comunista, che, tra l’altro, erano a favore della centrale. A livello di gente poi c’è sempre questa tendenza democratica a prendere le distanze, se ti metti un casco per difenderti dai colpi di manganello ti diranno che sei un terrorista, questo ci sarà sempre. Le critiche vere e proprie però venivano dai giornalisti. Sulla <i>Depeche</i> ogni volta che c’era una macchina bruciata, anche se a volte riportavano il comunicato, subito dopo riferivano i comunicati dei sindacati, e a dire il vero c’erano anche alcuni comitati antinucleari che criticavano questo tipo di azioni, non tutti; in linea di massima chi si accaniva di più erano i personaggi che in seguito ritroveremo in politica. La pratica di interrompere il traffico, invece, era abituale. Per mesi e mesi, ogni due o tre settimane c’era quella che veniva chiamata un’operazione di filtraggio, cioè occupare la statale attorno a Golfech o Valence d’Agen, bloccare le macchine e distribuire volantini. Era molto popolare, e vi partecipavano massicciamente tutti i comitati antinucleari locali.<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Colpo di mano. La sinistra con una sola mossa si fa eleggere e fa costruire la centrale. Ma la gente s’incazza o no?</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Mitterrand, da buon politico, la prima cosa che dice non è “Golfech non si farà”, lui disse che, se fosse stato eletto, Golfech non sarebbe stata costruita. Infatti, qualche settimana dopo esser diventato presidente “congela” i lavori di tutte le centrali, ma questo solo formalmente, perché i lavori ufficiosamente continuavano. Ecco un lampante esempio delle promesse dei politici: lui e la sua cricca ufficialmente stanno al gioco, congelano i lavori della centrale nucleare di Golfech, di Chooz, e bloccano il progetto di Plogoff. Noi vedevamo tutti i giorni i lavori continuare, perfino il giorno dopo le elezioni le macchine erano in moto e continuavano con i lavori di terrazzamento, di preparazione delle fondamenta, con centinaia di operai. Ma nemmeno la finta sospensione ufficiale è durata più di tre mesi. Mitterrand ha detto: facciamo un dibattito per il nucleare. E infatti lo fecero, ma all’Assemblea nazionale votarono tutti, ovviamente, per la continuazione dei lavori. Così lui poteva continuare a dire: “Io avevo detto che avrei fermato i lavori, ma è l’Assemblea nazionale che vota per la loro prosecuzione”. È sempre lo stesso gioco dei politici. L’unica concessione di Mitterrand fu all’opposizione massiva e più popolare contro la centrale nucleare di Plogoff, ma solo a questa. Ovviamente potevano permettersi di annullarne una, dal momento che avevano già deciso di costruirne molte altre. Ecco lo scambio: a Plogoff non si sarebbe fatta perché c’era qualcuno che si opponeva, ma a Golfech, democraticamente, si è deciso di sì.</div>Di conseguenza il movimento visse momenti di grande delusione, il pensiero comune era: “Ci hanno tradito, sono degli stronzi, ci hanno fatto votare”. Ci fu un moto di collera, ma sempre di collera democratica, che si lamentava: “Ci hanno tradito, ci hanno tradito”. Ma comunque la gente continuò a opporsi, si rinforzarono le grandi manifestazioni dentro e attorno alla centrale, come quella del 4 ottobre del 1981, convocata subito dopo che il dibattito parlamentare aveva approvato l’impianto di Golfech. L’obiettivo della manifestazione era occupare il sito, buttarli fuori e dimostrare che eravamo contro in maniera determinata: al concentramento, che era alla Rotonda, ci ritrovammo in migliaia. A un certo punto, la gente si scontrò con la celere, che fu fatta indietreggiare, e, arrivati in prossimità della recinzione, abbiamo tagliato la rete. Siamo entrati nel sito in più di mille, eravamo circa 4-5 mila, e abbiamo cominciato a fare dei danni alle macchine e un po’ dappertutto. I celerini erano stati sorpassati, confinati in un angolo, questo per spiegare in che modo si facevano le cose. <br />
Il 29 novembre c’è stata un’altra manifestazione. Prima ci permettevano di arrivare fino al sito, ma nel frattempo la Rotonda era stata bruciata e questa volta dovemmo partire a una decina di chilometri, a Valence d’Agen. C’eravamo riuniti in uno stadio, per poterci rimanere un fine settimana, e a un certo punto abbiamo deciso di avanzare dal paese verso il sito, verso Golfech. Ma questa volta gli sbirri avevano cambiato tattica e, capite le nostre intenzioni, che cosa hanno fatto, sono venuti verso di noi, verso lo stadio che occupavamo. Ci siamo difesi come abbiamo potuto, gli sbirri hanno cominciato a caricare, ci hanno caricato per venti chilometri perché la gente scappava a piedi, in macchina, qualche auto raccoglieva sei sette persone e partiva come poteva, scappavamo per la campagna. È stata una delle manifestazioni represse più duramente. Nella notte, quando siamo tornati verso il sito, abbiamo ritrovato molte auto rotte, ecco, questa era la nuova tattica degli sbirri. Dopo ce n’è stata un’altra, non mi ricordo la data, organizzata in una sala per congressi, ed eravamo un migliaio di persone. In quel caso siamo riusciti ad avvicinarci al sito, ma gli sbirri hanno fatto degli sbarramenti, ci sono stati degli scontri in mezzo alla statale, e noi abbiamo dovuto retrocedere perché ci tiravano addosso molte granate, erano ben armati e decisi a inseguirci fino in mezzo al paese, dove eravamo riuniti. E così hanno fatto, con le macchine, a caccia dell’antinuclearista, aiutati anche da qualche operaio pro-nucleare. Una volta arrivati nel paese hanno cominciato a massacrare tutti, attaccavano pure gli anziani che appartenevano ai comitati, per impaurire la gente, perché non manifestassero più. Questa è la solita vecchia tattica fascista: spaccare la testa alla gente, così poi ci pensa un attimo prima di venire a una manifestazione. Gli sbirri attuavano una vera e propria tattica di violenza finalizzata a distruggere il movimento antinucleare: attaccavano i più deboli, non i più radicali, cercavano apposta la gente normale. Se mentre vai a manifestare gli sbirri ti spaccano l’auto in mille pezzi… questo gli serve per creare un clima di terrore, così la gente partecipa sempre meno alle manifestazioni. In quel periodo erano frequenti anche le aggressioni dei pro-nucleare contro i militanti più anziani. Quando parlo di pro-nucleare intendo quegli operai che il capo del cantiere della centrale assoldava con qualche bottiglia di <i>pastis</i> o con un lavoro meglio pagato per aggredire gli antinuclearisti. Attaccavano soprattutto gli anziani che vivevano a cinque, dieci chilometri dalla centrale, e lo facevano sistematicamente. Una delle prime azioni fatte è stata andare dal direttore della centrale … insomma un gruppo decide di dare un avvertimento a ’sto direttore tirando qualche revolverata contro la sua casa, sapendo che dentro non c’era nessuno ovviamente, e inviando poi un comunicato che diceva: “Il movimento antinucleare non attaccherà qualche pesciolino ma sempre chi regge i fili, chi dà gli ordini…” e gli ordini arrivavano, ovviamente, dal direttore. A buon intenditor poche parole. Affinché si fermi questo gioco, anche noi sappiamo giocare alla violenza. Il risultato fu che hanno smesso subito con le aggressioni, e il direttore della centrale qualche mese dopo ha dato le dimissioni e se n’è andato. Però via uno ne arriva subito un altro, funziona così…<br />
Alcuni mesi dopo, nel corso di una manifestazione convocata a Tolosa, la polizia cambiò di nuovo tattica repressiva. Eravamo parecchie migliaia, ma nel giro di mezz’ora ci dovemmo disperdere perché un gruppo di persone cominciò a tirare molotov nei negozi pieni di gente. È stata una provocazione, ne sono certo, per poterci accusare di essere dei <i>casseurs</i>, per poter dire: guardate cosa sono gli antinuclearisti, gente che distrugge tutto. È una tattica vecchia, del resto, usare i provocatori, e quelli che sono partiti quel giorno dalla manifestazione tirando molotov in piena strada commerciale di Tolosa erano di sicuro sbirri e pro-nucleari. I negozi non erano gli obiettivi da distruggere. C’era un obiettivo preciso, cioè attaccare la sede di quella che, per intenderci, è la Confindustria in Francia. Volevamo bruciarla collettivamente. Quando siamo partiti qualcuno che non conoscevamo, e che era un po’ sospetto, ha cominciato a tirare le molotov nei negozi. Non erano antinuclearisti né autonomi, perché tutti sapevano che l’obiettivo era un altro, né tanto meno gente che non aveva esperienza e che faceva pasticci. Era gente che voleva deliberatamente rovinare la manifestazione e l’azione che avevamo in mente. E in più hanno sputtanato il movimento antinucleare. Ci furono anche alcuni feriti tra i passanti, e questo non era mai successo. Io sono convinto che è stata una provocazione. Da quel giorno non si sono più potute organizzare grosse manifestazioni con azioni collettive.<br />
Ma questo non è stato l’unico motivo perché, anche se c’era nell’animo di molta gente la voglia di continuare, ci sono altri fattori da considerare. Sappiamo quanto conta nella lotta quando tu vai, e lo dico anche per noi della <i>muovance</i>, e credi davvero di poter vincere, di poter fermare la costruzione della centrale. La gente va avanti anche perché ci crede. Ma quando si cominciano a perdere le speranze se ne vanno anche le convinzioni. Dopo tutto quello che era successo, la gente cominciava a essere un po’ più delusa e a perdere la certezza che la lotta si poteva vincere. Ci sono molti fattori che si sommano, come la morte di Claude Henry Mathais² nel novembre dell’82. La lotta ha avuto una crescita, perché ci credevamo, e in più quest’energia si è socializzata in modo più radicale, perché ci sembrava di vincere, poi c’è stata una repressione molto forte che si è conclusa con le provocazioni degli sbirri, ed è cominciata a diminuire la combattività della gente. Tutto questo, in rapporto a una lotta, ci fa interrogare su cosa sappiamo affrontare quando ci si dà come obiettivo battersi contro il capitale in delle lotte specifiche.<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>E in tutto questo si muove il movimento libertario, con l’analisi e la pratica. Alla piega che i politici volevano imporre al movimento c’è stata una risposta puntuale e diffusa, dall’81 in poi, frutto di una precisa scelta strategica che può contare su una rete di contatti e una serie di pratiche ben consolidate: Tolosa negli anni Settanta ha una storia da raccontare…</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Fin dall’inizio della campagna elettorale, nell’81, c’eravamo ben resi conto che i politici stavano allungando le mani sulle mobilitazioni: lo avevamo visto, la regione era contro e persino Mitterrand si diceva contrario. Non a caso i sabotaggi consistenti e continui cominciano proprio a partire dall’elezione di Mitterrand. In quel momento una parte della gente, diciamo della <i>mouvance</i>, fa la seguente analisi: facendo una certa pressione materiale contro le ditte che lavorano nel sito e contro EDF, si può dimostrare una determinazione che forse è in grado fermare la costruzione della centrale. Ma tutto questo, s’intende, mescolato alle azioni di massa, e non certo come una strategia separata. Del resto, una parte della <i>mouvance </i>partecipava, effettivamente, ai comitati antinucleari. Cominciano così una serie di campagne di azioni, soprattutto contro le ditte che lavoravano nel sito e contro EDF. La tattica non era tanto quella di fare delle azioni simboliche, perché che con delle vetrine rotte, un paio di molotov lanciate dentro un locale e qualche macchina di EDF bruciata non si va molto lontano. Venne presa la decisione di fare delle azioni finalizzate a demolire le imprese, a demolirle fisicamente, intendo. Veniva scelta una ditta, e poi demolita, fatta saltare: gli edifici, le macchine, tutto.</div>Il movimento, nella regione di Tolosa, aveva una certa pratica, questa è un po’ la sua storia, una pratica legata all’uso di alcuni mezzi illegali, soprattutto esplosivo. La <i>mouvance </i>di cui parlo aveva un’esperienza che le derivava dalle azioni di solidarietà con le lotte antifranchiste, e parecchi di questi gruppi libertari e anarchici si sono ritrovati a battersi contro Golfech. C’era una sensibilità libertaria diffusa, solidale con la Spagna. Prima della morte di Franco, nel 1975, è successa una cosa che ha toccato tantissimi compagni: Franco ha ammazzato parecchie persone, ha fatto garrotare Puig Antich, ha fatto fucilare tre militanti del Frap e i due di Eta, e Oriol Solè³ venne ammazzato mentre cercava di scappare. A quell’epoca, in Francia, si facevano saltare le banche spagnole… ecco, lo stesso movimento, con quest’esperienza alle spalle, lo ritroveremo più tardi nei dintorni di Golfech.<br />
Nella regione di Tolosa questa <i>mouvance </i>era composta da alcune decine di persone, ma c’erano anche altri gruppi che non vi facevano parte e non vi si riconoscevano. Possiamo dire che esistevano dei piccoli gruppi di affinità, e che a un certo punto questi gruppi si sono uniti per mettere insieme le idee, i mezzi e per vedere quello che si poteva fare collettivamente, anzi direi proprio per poter mettere in atto le idee: per tutte le azioni, infatti, ci sono voluti molti mezzi, molto materiale e molta gente. Come per l’azione alla ditta Culetto, per esempio, dove in una notte sono saltati trenta camion e venti furgoni. Il coordinamento c’era, era informale, nel senso che la gente si trovava e discuteva. Come… come funziona da sempre un gruppo d’affinità: un po’ di gente s’incontra attorno a un tavolo, magari dopo aver mangiato, e parlando del più e del meno ci ficca in mezzo un’analisi della situazione politica e a un certo punto qualcuno dice: toh! questa è la mia opinione sul problema, attaccare qui, fare un’azione di sabotaggio simbolica o un po’ più importante… ecco, questo è un gruppo di affinità. Non è un gruppo esclusivo, una specie di cellula, si può far parte di un gruppo e allo stesso tempo avere delle affinità con altri, e questo per dire che erano interscambiabili. In questa <i>mouvance </i>la gente si conosceva, c’era chi lavorava un po’ di più assieme, chi due tre volte e chi soltanto per un’azione specifica, è così che funziona il gruppo. A un certo punto, per quel che riguarda Golfech, questi gruppi sentono il bisogno di riunirsi, quelli che lo volevano, è chiaro, non era obbligatorio, così parecchie persone si sono trovate e hanno deciso di pensare alla tattica da utilizzare per lottare. All’inizio erano tutti convinti che la centrale potesse essere fermata, e ognuno doveva solo decidere come farlo. La tattica scelta è stata questa: come prima cosa attaccare EDF, demolendo tutto quello che si poteva, e poi attaccare e demolire le ditte che lavoravano nel sito, soprattutto le ditte locali, anche se in realtà la maggior parte erano nazionali. Detto così sembra semplice, ma presuppone un lavoro di ricerca sulle imprese, perché non si sapeva molto, e poi un lavoro di ricognizione sul posto per vedere cosa effettivamente si poteva fare. Voglio dire che dietro c’è tutto un lavoro di ricerca, di coordinamento, di sicurezza e di recupero. Ma a un certo punto c’è solo una miccia, pronta per essere accesa … Tutto poi è andato bene, anche rispetto a un altro degli obiettivi discussi, cioè evitare che ci fossero dei feriti o dei morti: si voleva fare solo danni, ma dei danni massicci. Dei danni industriali. Non c’era interesse per qualche piccola azione simbolica, le ditte dovevano essere demolite. E così è stato per molte altre imprese, in decine e decine di attacchi diversi. <br />
Più tardi, nell’82, quando Mitterrand fece il voltafaccia, disse sì a Golfech e dopo qualche mese lo seguì a ruota anche il Consiglio generale dei socialisti, ci sono state anche delle azioni contro il Partito socialista: a Tolosa la sede del partito venne demolita da una grossa carica di esplosivo, secondo la <i>Depeche </i>venticinque chili, e il locale è letteralmente crollato. Questo non impedì ad altri di tirare fucilate sulla cassetta delle lettere di un deputato socialista, uno o due colpi di fucile. Sono state delle cose simboliche, ce ne sono state due o tre. Senza alcuna intenzione di ferire, è stata più un’espressione di collera. Anche se fosse stata gente della <i>mouvance</i>, che ne aveva piene le scatole di questi deputati socialisti, a prendere un fucile e a tirare su una cassetta delle lettere, non so, per dimostrare che avevano le palle, non bisogna vederla come una tattica, come un ragionato attacco ai deputati socialisti traditori, è stata semplicemente un’esplosione di rabbia. Non sto parlando del PCF (Partito comunista francese), loro ci avevano già tradito prima che cominciassimo, erano a tutti gli effetti a favore della centrale, erano per la politica dell’indipendenza energetica, dei lavoratori francesi, e tutte le loro cazzate per giustificare il nucleare. E dire PCF vuol dire anche il suo sindacato, la CGT, che a sua volta ha sempre criticato i sabotaggi; ogni volta che succedeva qualche cosa facevano uscire un comunicato dicendo che ledevamo gli interessi dei lavoratori, ma quali interessi? Che l’unica cosa che possiedono è la loro forza lavoro! Non ha neanche senso chiamarli traditori, loro facevano già parte del sistema, erano per il nucleare e basta, e facevano tutto il possibile perché si facesse. È per questo che è stata fatta qualche azione contro il PCF, contro una sua tipografia a Tolosa. C’era una collera generalizzata da parte di tutti, e noi ci stavamo in mezzo. Così ci sono state anche delle azioni più dure. Non per questo bisogna dar credito a cazzate del tipo che ci fu l’intenzione di ammazzare qualcuno, per qualche petardo in una cassetta delle lettere. Non c’è mai stata l’intenzione di cadere in questo tipo di azioni, l’unico obiettivo era quello di distruggere il materiale delle ditte, avendo sempre chiara l’intenzione di non provocare feriti e tanto meno morti. Nessuno si sarebbe messo a sparare col fucile per ammazzare qualcuno, questo è ridicolo. Sono state azioni simboliche, è stato fatto perché avevano tradito, non erano stati di parola. Noi d’altra parte ce lo aspettavamo pure.<br />
Poi c’è la storia delle lettere minatorie. Un bel giorno spunta questa ARSEN, un’associazione di padroni, l’equivalente della Confindustria italiana, creata apposta per lavorare a Golfech, in pratica per controllare meglio tutto. Dopo un po’ tutte le ditte che aderivano a quest’associazione hanno ricevuto un pacco firmato ARSEN, che conteneva un testo del tipo “sappiamo che vi siete candidati per lavorare a Golfech, vi raccomandiamo di non lavorare, di non collaborare, a buon intenditor poche parole”. Firmato LUPEN. Un gioco di parole su ARSEN e quindi LUPEN. Insomma, LUPEN scrive queste lettere. Qualche ditta ha risposto addirittura al giornale, al <i>Geranium</i>, dicendo: sì, siamo nella lista ma vogliamo farvi sapere che noi non lavoriamo per Golfech. Era un mezzo per far pressione, uno dei tanti. Come lo sarà più tardi una campagna di sabotaggi contro i contatori EDF. A Mirail, un quartiere di Tolosa dove c’erano moltissime case popolari, sono stati distrutti migliaia di contatori. Era un altro tipo di campagna… così EDF doveva mettere i contatori nuovi e la gente intanto non pagava l’elettricità.<i> </i><br />
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Note<br />
1: Quotidiano, diffuso nella regione Midi-Pyréès e nelle province dell’Aude e della Lot-et-Garonne, diretto da Jean Michel Baylet, radical-socialista, che seguirà la parabola di Mitterrand.<br />
2: Militante anti-nucleare, era membro del CRAN di Golfech e partecipava alla redazione di <i>Le Geranium Enrichi</i>. Scomparve la notte fra il 10 e 11 novembre 1982 e venne ritrovato morto l’8 dicembre successivo nella Garonna. A ucciderlo fu Floréal Bujan, suo collega di lavoro e compagno di lotta, durante una lite. Venti giorni dopo la sua morte, appena prima dell’inizio del processo contro il suo assassino, fu montata una campagna mediatica con la quale si cercò di screditare la sua immagine e il movimento anti-nucleare. In risposta, una parte del movimento antinucleare si buttò in una contro-campagna per incolpare la polizia di aver architettato tutto.<br />
3: Per un approfondimento si veda il libro <i>Agitazione armata in Spagna. Mil, Gari, Gruppi Autonomi.</i>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-5529115648925514832012-03-14T22:34:00.003+01:002012-03-14T22:51:04.808+01:00La Canaglia a Golfech - Vis à Vis - Prima Parte<i>Proseguiamo con la saga de La Canaglia a Golfech, grazie a Daniele che mi ha mandato il file evitandomi il tremendo sbatti di copiarmi tutto a mano</i>.<br />
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Introduzione: <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/02/la-canaglia-golfech-introduzione-prima.html">prima parte</a> - <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/02/la-canaglia-golfech-introduzione.html">seconda parte.</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" /> </a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i><b>Due uomini, un giovane e un vecchio, camminano oltre il recinto di una centrale nucleare.<br />
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Il fumo denso che esce dalle gigantesche torri offusca la limpidezza di un’alba appena accennata. Il loro incedere rallenta, con l’accelerare delle parole, dei ricordi, dei desideri e dei progetti, e il solo racconto sembra far tremare lo sfondo, con tutta la sua pretesa d’ineluttabilità.<br />
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Più in là, una capra selvatica ha divorato i pochi fiori malati e con essi qualche formica a due teste. Ora gironzola, intenta a trovare il luogo migliore per lasciare le sue scorie.</b></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i><b></b></i></div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"><i>Sono mesi che leggo e mi documento sugli anni di lotta contro la centrale di Golfech, ma poterselo far raccontare… non avrei chiesto di meglio. Le raccolte di testi e comunicati, le cronologie e tutto il resto impoveriscono sempre un po’, quantomeno il “sapore” di un’epoca, l’entusiasmo e la determinazione che le sono fondamentali. Raccontami allora dall’inizio questa lunga lotta…</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Tutto è iniziato quando EDF¹ e il governo di allora (prima di Mitterrand c’era la destra di Giscard²) decisero di costruire una centrale nucleare a Golfech. L’opposizione reale, intendo la formazione di gruppi di opposizione, esplose alla fine degli anni Settanta, nel 1977 ma soprattutto nel corso dei due anni successivi, nel momento in cui EDF iniziò ad acquistare e poi a espropriare i terreni e le fattorie presenti sul futuro sito.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Della questione nucleare però se ne parlava già dagli anni Sessanta, circa dal ’63, da quando Edf aveva cominciato a chiedere la disponibilità di moltissimi siti in tutta la Francia, come a Golfech, a Plogoff, a Pont la Nuvelle e a Chooz. Più o meno funzionava così: per ogni sito EDF presentava una domanda, con la vecchia tattica di chiedere dieci per ottenere quattro, e immediatamente nascevano dei comitati composti, almeno nei primissimi momenti, da abitanti della zona che non credevano alle solite balle dei politici, tipo che i cantieri avrebbero portato lavoro, o semplicemente si opponevano alla costruzione della centrale punto e basta. In questo modo tutta la gente che aveva una sensibilità ecologista cominciò subito a coordinare delle azioni, costituendo i primi comitati antinucleari quando del progetto ancora se ne parlava soltanto. Vi partecipavano anche gruppi che esistevano già prima, sparsi in tutta la regione: a Tolosa, per esempio, uno di questi era una cooperativa, un gruppo di acquisto di prodotti biologici. Per Golfech in particolare si creò già nel ’65 un comitato in un paese vicino, a Valence d’Agen. In un paesino di cinquecento abitanti come Golfech il movimento che si creò in quegli anni era piccolo, ma i comitati nascevano subito, non appena i comuni si dichiaravano contrari. Contemporaneamente, infatti, si era formato un coordinamento fra i sindaci di Golfech e dei paesi circostanti, che si muoveva con tutti i mezzi democratici, petizioni, referendum e campagne di sensibilizzazione, per far sapere che la popolazione era contraria. In quel periodo tutti i comuni della zona, che erano per lo più di destra, si schierarono contro la centrale perché si rendevano conto che, al di là degli argomenti di propaganda dell’epoca, in quattro o cinque anni sarebbe diventata soltanto un problema economico: a parte qualche operaio che poteva consumare nei negozi e nei bar circostanti non ci sarebbe stato niente da guadagnare, solo nocività e pericoli. In risposta, EDF fece la sua campagna di propaganda utilizzando anche degli pseudo referendum, per dimostrare che c’era anche qualcuno a favore, si sa, come il padronato, le imprese e i sindacati tipo la CGT pro-comunista che era ovviamente con loro, era anzi uno dei migliori difensori dell’industria nucleare a livello popolare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ecco, questo è in sintesi il modo spontaneo e para-istituzionale in cui si formò l’opposizione, fino a quando, verso la fine del 1977, EDF fece domanda per gli espropri e allora si capì che la centrale stava per essere effettivamente costruita. Nel ’77-’78, infatti, si cominciò a parlare concretamente della costruzione, e, anche se mancavano ancora le autorizzazioni, EDF iniziava a farsi sotto e a organizzare gli espropri del terreno che le occorreva e che era enorme – non saprei dire di preciso, comunque circa trecento ettari – vicino a un grosso fiume sbarrato da una diga per avere l’acqua di raffreddamento. A proposito, ecco un bell’esempio di come ce la raccontano: nel 1967 EDF presentò il progetto, subito approvato, di una diga a Malause che fu terminata nel ’72. Noi c’eravamo sempre chiesti il perché della sua esistenza, e anni dopo abbiamo saputo che sarebbe servita al raffreddamento della centrale. Questo dimostra chiaramente che quando hanno in mente di fare qualcosa ci sono già altri progetti in moto, esiste una pianificazione che non viene svelata, per poterla meglio imporre. Quando EDF ha cominciato a parlare della centrale a Golfech, si è capito subito a cosa sarebbe servita la diga. Ma dicevamo, trecento ettari: un sacco di terra quindi. E di espropri ce ne furono parecchi, perché molti proprietari dei terreni si rifiutarono di vendere fino all’ultimo, anche se EDF li avrebbe pagati molto più del prezzo di mercato. Il copione era sempre lo stesso: EDF dava il via agli espropri, ovviamente ottenendo sempre ragione in tutte le cause impugnate, e nel 1979, dopo che gli espropri e gli sgomberi delle fattorie erano diventati effettivi, EDF arrivava con i bulldozer, con camion e camion di sbirri, faceva uscire la gente con tutte le proprie cose e demoliva immediatamente le case. In risposta si trovò subito una piccola tattica, adottata da alcuni comitati di Golfech e Tolosa: assieme a un’associazione ecologista di Tolosa sfruttammo l’escamotage giuridico di creare un Gruppo fondiario agricolo (Gfa, una sorta di cooperativa), e con la complicità di un proprietario comprammo un pezzo di terra proprio dove doveva essere costruita una torre della centrale. Con questo escamotage c’era il vantaggio giuridico che il terreno non poteva essere espropriato, noi non potevamo essere sgomberati, e questo diventava un problema per la costruzione della centrale. Proprio in questo pezzo di terra di proprietà collettiva verrà costruita la “Rotonda”, ma di questo te ne parlerò più avanti.<i> </i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Dai documenti si nota come, fin dal principio, parte del movimento antinucleare, soprattutto i comitati di cittadini, cercarono di organizzarsi coordinandosi tra loro. Dal coordinamento locale si passò presto a una piattaforma nazionale che riuniva i comitati di tutta la Francia. Da dove partì, e chi partecipò a questo coordinamento?</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">In sintesi, la situazione era questa. Dopo la manifestazione di Malville del luglio 1977, repressa violentemente dalla polizia, ovunque c’era la possibilità che si costruisse una centrale si costituivano immediatamente dei comitati antinucleari, a cui partecipava per lo più gente dei paesi, ma anche persone appartenenti a partiti politici, e poi c’erano i militanti di gruppi o individui libertari. Dopo Malville queste persone, questi individui, che definiamo libertari, andarono a rafforzare i comitati, e questo non avvenne solamente a Golfech ma in tutta la Francia, come a Chooz per esempio. Il caso specifico di Plogoff merita un’analisi a parte: anche qui fu creato un comitato, ma vi parteciparono principalmente gli abitanti del paese.</div>Il CAN (Comitato antinucleare) cominciò a crearsi verso il 1977. Il primo gruppo a farvi parte fu il comitato antinucleare di Valence d’Agen, poi quello di Golfech che riuniva svariate persone dei paesi attorno. Ne faceva parte anche il comitato di Tolosa, creato nel ’68 o nel ’69, non ricordo bene la data, da gruppi ecologisti e libertari che avevano una sensibilità antinucleare. Nel CAN c’erano collettivi ecologisti, qualche partito politico, come per esempio la Lega comunista rivoluzionaria (LCR), ma soprattutto un’importantissima <i>mouvance</i>³ libertaria, organizzata o no che fosse, presente un po’ dovunque nei comitati. Il CAN era coordinato a livello regionale e nazionale; c’era il comitato locale, che si coordinava a livello regionale con gli altri comitati (CRAN), e solo più tardi si è creato un coordinamento antinucleare nazionale dove a poco a poco si sono inseriti i politicanti. <br />
A livello di gruppi organizzati tutto girava attorno ai comitati antinucleari. Al di fuori, ed è quello che vedremo in seguito quando parleremo delle azioni, c’erano molti gruppi di affinità che si muovevano contro il nucleare con altri mezzi, non solamente democratici. A partire dal coordinamento ufficiale le persone si conoscevano fra loro, per affinità. Sapevamo chi sarebbero stati i futuri candidati, come per esempio fra gli ecologisti, ma conoscevamo anche persone più discrete, intenzionate ad attaccare direttamente gli interessi della società capitalista che voleva imporre il nucleare nella loro regione. E poi ci si coordinava anche semplicemente perché in tal luogo o tal altro c’era qualche militante libertario.<br />
All’inizio si è trattato per lo più di un’opposizione legale, quella dei comitati, del CAN, di alcuni sindaci che partecipavano alla lotta, e soprattutto della popolazione. L’opposizione dell’inizio è quella che si manifesterà meglio quando, nel 1980, verrà fatta l’inchiesta di utilità pubblica.<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Malville, 31 luglio ’77: dal tuo racconto sembra che questa data rappresenti un momento di svolta importante nella lotta antinucleare, un punto di rottura e di trasformazione che cambia profondamente la prospettiva delle dimensioni dello scontro…</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">L’appuntamento a Malville fu lanciato non appena si seppe che lì volevano costruire una nuova centrale sperimentale. Alla chiamata rispose moltissima gente da tutta la Francia, perché l’eco di questa lotta era molto vasta all’epoca. Il movimento ecologista e antinucleare lanciò la proposta di fare un’assemblea e un incontro, da cui emerse l’idea di entrare e occupare il sito. In tanti abbiamo partecipato a questa manifestazione in modo gioioso, pacifico. Anche se c’era gente determinata a entrare a ogni costo nel sito, nessuno si sarebbe mai immaginato la reazione degli sbirri in tenuta antisommossa che attaccavano la gente lanciando granate. Era la guerra. Questa manifestazione è stata una delle più grandi disillusioni del movimento antinucleare: ci si è resi conto che le grandi azioni pacifiste avrebbero causato morti e feriti. Ci fu un morto, un professore che era lì a manifestare come tutti quanti, si chiamava Vital Michalon: fu ucciso dallo spostamento d’aria provocato da una granata lanciata dagli sbirri. Non ci sono stati mica scontri, questo è l’argomento preferito della stampa borghese, quando si è attaccati dalla celere non ci sono scontri, gli sbirri ti tirano le granate e ti menano con i manganelli. Dov’è lo scontro? I soli celerini feriti ci sono stati perché a uno è scoppiata una granata in mano. In questi casi c’è poco da dire, la violenza è da una parte sola. Ci sono state delle forme di autodifesa, ma decisamente marginali se pensiamo all’insieme delle centomila persone che partecipavano alla manifestazione.</div>Quello che dobbiamo analizzare è il cambiamento di rotta del movimento antinucleare, o almeno di una parte, a partire da quel momento. Ci siamo resi conto che continuare con queste grandi manifestazioni pacifiste contro il nucleare avrebbe voluto dire andare a farsi spaccare la faccia e basta. Da Malville la gente è tornata con molta rabbia, e io credo che sia proprio da quel giorno che parte del movimento antinucleare si è radicalizzato nei metodi. La riflessione che seguì fu aperta, nazionale, e permise di arrivare alla conclusione che non era con i metodi pacifisti e non violenti che avremmo bloccato lo Stato, gli interessi di EDF e i loro progetti di una società nuclearizzata, con tutto quello che comporta: una società militare, poliziesca. Perché non bisogna mai separare il nucleare civile dal nucleare militare, è il primo che alimenta il secondo: il plutonio lo fanno le centrali civili, non esistono centrali speciali solo per il militare. È evidente che lo Stato decide di sviluppare il nucleare per degli interessi finanziari. Cos’è il nucleare? È un’energia centralizzata, e quindi controllata. Non ci sono solo gli interessi di EDF ma anche quelli dello Stato, a cui questo va bene perché così è più facile controllare tutto.<br />
Dopo la manifestazione ci sono state un po’ dappertutto azioni di collera, anche a Malville, e nelle settimane seguenti sono state distrutte parecchie vetrine e macchine di EDF. Questa fu la risposta, non ci furono delle azioni un po’ più radicali e organizzate. Per intenderci, nella lotta antinucleare ci sono sempre state, fin dall’inizio e un po’ dappertutto, delle azioni, delle piccole azioni. C’è sempre stata un’opposizione radicale, soprattutto contro l’obiettivo più importante, cioè EDF. È sempre stato chiaro che il bersaglio era EDF, perché è questa che attraverso lo Stato costruisce le centrali e le sfrutta; proprio per far sì che potesse vendere le centrali nucleari in Francia hanno fatto la politica del “tutto elettrico”. Questo vuol dire che oggi, se staccano la corrente, in inverno non c’è più riscaldamento, a differenza di una volta quando c’erano i caminetti, le stufe a legna e le costruzioni erano più isolate da muri spessi ecc. Dietro al nucleare c’è tutta una politica non solo finanziaria, ma soprattutto di controllo sociale. Perché, e lo sappiamo molto bene, dietro il nucleare c’è l’esercito e EDF ti racconta solo balle. È storico, se analizziamo un po’ la storia del nucleare vediamo che è sistematico, scegliere il nucleare vuol dire scegliere un tipo di società: la società nucleare, con tutto quello che comporta.<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Di pari passo alla repressione il potere utilizza sempre mezzi di propaganda e di suadente quanto fasulla chimera di partecipazione democratica alle decisioni importanti. E questo di solito si affianca a un avanzamento parallelo dei lavori, in modo che la cosiddetta concertazione con le popolazioni finisca sempre col trovarsi davanti ai cantieri già avanzati. Come si mosse EDF, e come rispose il movimento?</i> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Nel caso di costruzione di una centrale nucleare il committente dell’opera, cioè EDF, è obbligato dallo Stato a fare un’inchiesta di utilità pubblica, per vedere se la gente è pro o contro il progetto, per raccogliere le obiezioni, ecc. Non è una raccolta di firme, è, come dire, un quaderno ufficiale dove la popolazione può scrivere i propri commenti, se sono a favore della centrale e perché, se sono contro e perché, insomma è un dossier di parecchie pagine che per un po’ di tempo doveva essere consultabile da tutti ed era fatto per dare la possibilità, o almeno questo era previsto dalla legge, alla gente di dirsi pro o contro il progetto.</div>Quest’inchiesta, che durava circa un paio di mesi, doveva svolgersi nei comuni interessati e se i sindaci gli negavano il diritto di avere una sala del municipio EDF installava, con l’autorizzazione del prefetto, un furgone chiamato “Comune annesso” che diventava luogo pubblico. In questo furgone ci mettevano un tavolino con le sedie e un registro, e tu andavi là. Ebbene, visto che tutti i comuni coinvolti avevano rifiutato di ospitare l’inchiesta, EDF girava dappertutto con ’sto furgone e dieci camionette di gendarmi al seguito.<br />
Anche noi compagni e compagne di Tolosa siamo andati lì per opporci all’inchiesta. In pratica basta che uno strappi una pagina e il registro non è completo. Devono verbalizzare che il registro alla tal ora, alla tal pagina, è stato rovinato da una tal persona, e siccome non era prevista una giustizia a latere dell’inchiesta, questo ha creato dei problemi. Il registro poi è stato incatenato, come a Plogoff, e c’è stato qualcuno che è riuscito a fregarlo e a portarlo fuori. Era così frequente che a un certo punto hanno messo un gendarme che ti teneva le pagine mentre scrivevi, se avevi qualcosa da scrivere, e nonostante questo c’era qualcuno che riusciva a strappare le pagine con la penna. A volte così si rendeva nullo il registro. E poi ci sono state anche delle manifestazioni con scontri, insomma c’era un clima di ostilità permanente contro l’inchiesta e ovviamente contro i gendarmi preposti al controllo, che provocavano. Di problemi ne avevano sempre e dappertutto.<br />
Ma poi, si sa, l’inchiesta era solo una procedura formale obbligatoria per EDF, e anche se la maggior parte della gente era contraria, alla fine il governo decise a prescindere, e, difatti, decise per il sì. L’inchiesta è stata una bufala, alla fine il governo ti dice che è per gli interessi della nazione e bla bla bla, te la condiscono con queste frasi. Non per niente durante l’inchiesta continuavano a espropriare, a sgomberare e a demolire le fattorie. Quando EDF aveva cominciato ad acquistare i terreni nel futuro sito di Golfech, aveva appena avviato la domanda di esproprio per causa di utilità pubblica, e ciò dimostrava che la centrale sarebbe stata costruita, con o senza le autorizzazioni. EDF avrebbe dovuto avere in mano l’approvazione della domanda di utilità pubblica per cominciare a costruire, ma in realtà fece fin da subito quello che voleva, come sempre: cominciò a costruire prima di ottenere le autorizzazioni. È sempre la stessa storia. Se vogliamo, è lo stesso metodo che si applica in Palestina, gli israeliani cominciano a costruire le colonie e dopo viene richiesta l’espulsione degli altri estranei, i palestinesi autoctoni. Ma torniamo in Francia: essendo pratiche separate lo Stato doveva dare prima l’assenso alla domanda, e poi l’assenso per costruire. Per quest’ultimo ci sarebbe stato bisogno di molti dossier, ma nei fatti EDF metteva di fronte al fatto compiuto, perché nel frattempo era andata avanti sgomberando la gente, preparando il sito, cominciando a costruire a tutti gli effetti. Tanto sapeva che l’autorizzazione sarebbe arrivata. <br />
Dal canto loro la maggior parte dei comitati invitava massicciamente a intervenire sull’inchiesta per opporsi alla centrale, ma è stata una lotta di un momento specifico, un momento fra tanti. I comitati antinucleari e i gruppi di opposizione in quel periodo erano già sviluppati, ma credevano ancora che si potessero fermare i lavori democraticamente e hanno fatto tutto il possibile, nei limiti della democrazia, per opporsi. È stato fatto anche un referendum… è stato fatto tutto quello che la democrazia ti consente di fare: puoi uscire per strada, firmare, unirti ad altri e poi andare dal governo e da EDF a mostrare le firme dicendo: “guardate, siamo in molti ad opporci”. Ma sappiamo come funziona. Questa è la speranza illusoria che dà la democrazia, non per niente queste pratiche erano molto seguite da gente che poi ritroveremo in carriera politica: si conserva la speranza che in questo modo si può vincere, e ci si rifiuta di vedere che anche se siamo la maggioranza è lo Stato alla fine che decide, e se ne fotte della vita della gente. Le lotte in questo periodo erano queste, opporsi all’inchiesta, far firmare a migliaia di persone petizioni contro la centrale e organizzare incontri, come per esempio le domeniche a Valence d’Agen. C’era anche una roulotte antinucleare, che poi è stata bruciata dai pro-nucleare. Per dirti che ci sono stati molti tipi di azioni, più o meno nei limiti della legalità. Potevi dire: “sono contro”! Beh, bene…<br />
Ma questo, secondo me, fa parte del gioco. Comunque, c’era anche gente che se ne fregava dell’inchiesta, consapevole del fatto che alla fine è lo Stato che decide. Io e altri compagni libertari non ce ne occupavamo più di tanto. Ci fosse stata una possibilità che servisse a qualcosa, ce ne saremmo resi conto. Ma parallelamente succedevano anche molte altre cose. Al di là della lotta di Golfech c’erano persone indipendenti che da sempre facevano un po’ dappertutto sabotaggi contro il nucleare. Dopo Malville c’è stata una crescita esponenziale di questo tipo di azioni, come bruciare le macchine di EDF, spaccargli le vetrine dei locali… e poi la gente incominciò, a un certo punto, a far saltare con l’esplosivo i tralicci dell’elettricità, i locali di EDF, a colpire quindi EDF soprattutto, ma anche qualche piccola ditta che lavorava per il nucleare. Tutto questo è la conseguenza della manifestazione di Malville, della riflessione dopo Malville. Nasce una sensibilità antinucleare che inizia a chiedersi: perché non usare altri mezzi per attaccare il nucleare?<i> </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>Continua <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/03/la-canaglia-golfech-vis-vis-seconda.html">qui</a></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Note</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">1: Èlectricité de France, l’equivalente dell’ENEL in Italia. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">2: Valéry Giscard d’Estaing, liberale, è stato presidente della Repubblica francese dal 27 maggio 1974 al 21 maggio 1981. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">3: Abbiamo preferito non tradurre questa parola perché non abbiamo trovato un termine italiano con la stessa accezione. Termine gergale, indica genericamente un gruppo di persone che si riconoscono in una pratica o in una prospettiva di lotta comune.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><title></title><style type="text/css">
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</style> </div>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-33171085970739063782012-03-08T15:52:00.003+01:002012-08-21T17:06:31.162+02:00LadyCore - 1 - Livore, Gather, Downright<div style="text-align: center;">
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<i><span style="font-size: large;">"Hardcore is not for ladies"</span></i></div>
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Quante volte abbiamo sentito questa enorme cazzata carica di sessismo preconcetti e di una latente cultura machista degna dei though guy americani ultrapalestrati che cantano sforzando ogni muscolo del proprio corpo per far vedere quanto sono duri e puri e quanto sono forti?<br />
A me personalmente questa cosa ha sempre fatto girare i coglioni, sarà perché mi è sempre stato sul cazzo il sessismo (che sia maschilismo o che sia femminismo, poco m'importa, il femminismo è morto e non ha più senso di esistere, ma non è certo questo il discorso che voglio fare ora quindi non intendo continuarlo), sarà perché mi sono sempre stati sul cazzo gli stereotipi, fai musica potente devi essere potente, sei gay devi fare musica "da frocio" e blablabla e blablabla e vaffanculo a tutti.<br />
Proprio per questo ho deciso di fare una piccola raccolta di qualche gruppo in cui cantano delle <i>ladies </i>e di piazzarlo qua, giusto per ricordare che l'hardcore non è una cosa solo per maschi, giusto per ricordare che l'hardcore non è soltanto musica, e allora invece che dirlo e basta, facciamo anche nel concreto qualcosa per quello in cui si crede.<br />
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<a href="http://www.livore-hc.net/wp-content/gallery/foto/go-vegan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="http://www.livore-hc.net/wp-content/gallery/foto/go-vegan.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="https://www.livore-hc.net/"><i>LIVORE</i></a></div>
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Gruppo abruzzese, canta Valeria, tematiche anarchiche, sociali e antispeciste, musicalmente si tratta di un hardcore moderno, con influenze metal, qualche apertura melodica, a tratti più pestato, a tratti più veloce, attivi da qualche anno, hanno pubblicato un Demo nel 2010 e Allevatori Di Morte nel 2011. Ottimo gruppo sono decisamente curioso di vederli dal vivo perché ancora non sono riuscito. <br />
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<a href="http://www.mediafire.com/?yoojp8wxru1n985">Download </a>(volendo potete scaricare pure dal sito, direttamente)</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD1DzS43mW5RZz5Sev2MhQ-C9rnrZRfxXn8G8tPHgbR4nfzLANHCscjtRV_u9ZAlq5FYtSUR2YNMV2UcLnju1kXiYE2Z7kPq3NnGU306nHbGTqDChttZxUctKBucbPgtkDL3GWTKo0iwFA/s400/xgatherx+band.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD1DzS43mW5RZz5Sev2MhQ-C9rnrZRfxXn8G8tPHgbR4nfzLANHCscjtRV_u9ZAlq5FYtSUR2YNMV2UcLnju1kXiYE2Z7kPq3NnGU306nHbGTqDChttZxUctKBucbPgtkDL3GWTKo0iwFA/s320/xgatherx+band.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://www.myspace.com/gather"><i>GATHER</i></a></div>
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Gruppo californiano di metà anni 2000 che adoro, decisamente. Vegan Straight Edge di matrice anarchica, i Gather fanno un hardcore metal molto influenzato dal metalcore degli anni '90, mi riferisco in particolare a gruppi come gli Unbroken, a tratti più metallone, a tratti più tirato, anche con giri a note singole più prettamente metalcore recente. Hanno pubblicato tre dischi (che io sappia) ovvero uno split coi Seven Generations (altro gruppone), del 2005, un EP, Total Liberation (forse il migliore, a mio avviso, anche se non si capisce se sia del 2004 o del 2005), e un LP, Beyond The Ruins, del 2006. La voce di Eva è forse tra le voci femminili che mi piace di più, potente, piena, urlata, si sente decisamente che quando canta da tutto.</div>
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<a href="http://www.mediafire.com/?kj4kl453rrxlcpj">Download</a> </div>
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<a href="http://a4.ec-images.myspacecdn.com/images02/139/ff5fecf59a9d4e83b6e932faefbb1b70/l.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="199" src="http://a4.ec-images.myspacecdn.com/images02/139/ff5fecf59a9d4e83b6e932faefbb1b70/l.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://www.myspace.com/downrightfaster">DOWNRIGHT</a></div>
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Portiamo un po' più di velocità a questo post. I Downright sono, o per meglio dire erano, una fantastica perla di questo italico paese dimmerda. Attivi da fine anni 90/inizio 2000, il combo genovese ha sfornato 3 dischi e partecipato a qualche compilation (le compilation non le menziono sennò è la fine). Il primo disco fu un 7" omonimo, ormai assai raro da reperire (il buon vecchio <a href="http://www.myspace.com/bibarecords">Biba</a> forse ne ha ancora qualche copia), che risale al 2000, segue uno split coi FlopDown, di Viterbo, del 2002, se non sbaglio, e poi segue l'ultimo disco, del 2006, La Battaglia Del Silenzio. Musicalmente i dischi sono tutti diversi l'uno dall'altro. Il primo 7" è molto grezzo, un HC vecchia scuola che riprende a piene mani dal militant HC italiano degli anni '90, la velocità non è mai elevatissima, la voce della Patty è urlata, un po' sforzata ma sempre e comunque comprensibile, rimane pulita. Personalmente le canzoni che preferisco sono Ovunque Tu Guardi e Tela Di Ragno, le ultime due, proprio perché la voce sfocia in urla più viscerali, meno pulita, ma più sentita (a mio avviso, chiaramente, ma poi io sono un amante delle corde vocali dilaniate per cantare). Nello Split coi FlopDown invece prevale questo aspetto (infatti queste sia Ovunque Tu Guardi sia Tela Di Ragno sono presenti nello split), ho già descritto quindi l'aspetto vocale, musicalmente dall'HC vecchia scuola del primo 7" passiamo a un hardcore più tirato, tendente al fastcore per alcuni versi, la velocità è comunque generalmente più elevata. Ne La Battaglia Del Silenzio invece cambia ancora tutto. Vocalmente è il disco più vario, generalmente infatti la voce è meno urlata, quasi come se fosse un cantare ad alta voce e basta, con voce un po' roca, a tratti tuttavia sfocia ancora nell'urlato, a tratti quasi melodica (non prendetelo come un difetto, in questo caso, anzi, rende decisamente). Musicalmente si torna ancora a un HC vecchia scuola abbastanza tirato, con vari cenni (omaggi) ai Black Flag, sicuramente è il disco registrato meglio e più maturo. Una nota di merito per gli intro, fantastici. Le tematiche vanno dal personale al sociale all'antispecismo.</div>
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<a href="http://www.mediafire.com/?smmr3v7a3g4r6j5">Download</a></div>
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P.S. Questa è la prima puntata di un qualcosa che spero vada avanti nel tempo.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-63390535350564463412012-02-22T15:41:00.001+01:002012-02-22T15:42:22.754+01:00Russia - Ucciso Un Anarchico Antifascistada <a href="https://www.informa-azione.info/russia_ucciso_un_anarchico_antifascista">informa-azione</a><br />
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<span style="background-color: white; color: black; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">fonte: avtonom.org</span><br />
<span style="background-color: white; color: black; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">trad. in spangolo: es.contrainfo.espiv.net</span><br />
<span style="background-color: white; color: black; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">trad. Culmine</span><br />
<br />
<span style="background-color: white; color: black; display: inline ! important; float: none; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Alle 6.30 della mattina del 9 febbraio, un portiere ha trovato nella zona circostante l’istituo FIAN il cadavere di Nikita Kalin, nato nel 1991. La polizia, giunta sul posto alle 8.00, alle 11.00 ha informato la madre dell’assassinio del compagno. Nikita è stato pugnalato 61 volte, inoltre aveva diverse fratture alle costole ed anche la testa presentava delle ferite. Gli assassini non avevano rubato nulla. Per il momento, la polizia ha arrestato un sospetto, i cui vestiti avevano macchie del sangue di Nikita.</span><br />
<br />
<span style="background-color: white; color: black; display: inline ! important; float: none; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">E’ ovvio che Nikita è stato attaccato da un gruppo. In via non ufficiale la polizia ha informato la madre che il sospetto, arrestato, è un nazi e che non fornirà ulteriori informazioni sugli altri sospettati. Nonostante la ferocia dell’assassinio, la polizia non ha ancora interrogato la madre di Nikita né un suo amico, che è stato l’ultimo a vederlo. Per questo si sospetta che si cercherà di coprire il caso, come frequentemente avviene in Russia. Ciò nonostante, il sospetto ha già un avvocato.</span><br />
<br />
<span style="background-color: white; color: black; display: inline ! important; float: none; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Si teme che le indagini della polizia si stiano orientando a favore dell’arrestato, per questo c’è bisogno di tutto l’appoggio possibile. Attualmente, una organizzazione per i diritti umani ha offerto un appoggio giuridico fornendo un legale, ma c’è ancora bisogno di denaro per le spese del funerale.</span><br />
<br />
<span style="background-color: white; color: black; display: inline ! important; float: none; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Nikita proveniva da una semplice famiglia di lavoratori e non ha mai nascosto le sue idee antifasciste ed anarchiche. Se volete aiutare gli amici e la famiglia nella raccolta del denaro necessario per il funerale, lo si può fare attraverso la Croce Nera Anarchica di Mosca cliccando<span class="Apple-converted-space"> </span></span><a href="http://wiki.avtonom.org/en/index.php/Donate" style="background-color: white; color: #e60a53; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" target="" title="">qui</a><span style="background-color: white; color: black; display: inline ! important; float: none; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://culmine.noblogs.org/files/2012/02/samara1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://culmine.noblogs.org/files/2012/02/samara1.jpg" width="304" /></a></div><br />
<span style="background-color: white; color: black; display: inline ! important; float: none; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Nikita in un presidio antielettorale, con un cartello in cui si può leggere: “Non abbiamo bisogno di nessuna autorità! Libertà o morte! Il nostro candidato è l’autogoverno!”</span><span style="background-color: white; color: black; display: inline ! important; float: none; font-family: Geneva,Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"> </span>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-55761465554590738122012-02-20T17:01:00.004+01:002012-02-20T17:30:03.438+01:00Chokehold - Instilled<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKy-8FjNOujQaLGaEMINH0IRdCvNK6UAk5AiNWeHvKYrA6pTpufm9bKWgKYFsMdOXIUe72tiSswgKUSs1p6pAw_iTGQQmPkjTOKeQrlwPyPbCTqwOs9Oco0IunKFvVYB1IuDvobm2TmCSt/s320/chokehold_instilled.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKy-8FjNOujQaLGaEMINH0IRdCvNK6UAk5AiNWeHvKYrA6pTpufm9bKWgKYFsMdOXIUe72tiSswgKUSs1p6pAw_iTGQQmPkjTOKeQrlwPyPbCTqwOs9Oco0IunKFvVYB1IuDvobm2TmCSt/s320/chokehold_instilled.jpg" /></a></div><br />
Gruppo decisamente importante per tante cose, i Chokehold.<br />
Li ritengo parecchio interessanti sia per quel che suonavano sia per quel che dicevano.<br />
Quindi per questo disco proverò a fare una cosa nuova.<br />
Scriverò per ogni canzone l'introduzione, scritta dagli stessi Chokehold, così che tutti gli interessati possano leggerla, non le tradurrò in italiano perché non sono un gran traduttore, capisco il senso ma non sono bravo a tradurre, e dato che ormai con internet gli strumenti per poter comprendere una frase in inglese ci sono tutti, lascio fare a voi, anche perché penso che in questo modo le parole siano decisamente più incisive e genuine.<br />
Per i testi, invece, vi rimando a questo <a href="http://lyricsareimportant.blogspot.com/2008/02/chokehold-instilled.html">link</a>, in cui ci sono tutti i testi delle canzoni, così potete anche leggere direttamente quelli.<br />
Ok partiamo con l'introduzione al gruppo quindi, non mi dilungo eccessivamente perché un amico lo ha già fatto quindi rimando all' <a href="http://inhumancage.blogspot.com/2011/09/chokehold.html">articolo</a> sul suo blog se vi interessano informazione più dettagliate. Mi limiterò a citare il fatto che sono un gruppo Anarcho Vegan Straight Edge nato nel 1990 in Canada, scioltisi circa 7 anni dopo.<br />
Sicuramente furono tra i gruppi più influenti tra il metalcore 90's, o <i>chugga chugga</i>, come lo chiamiamo noi del ghetto.<br />
Questo ritengo sia uno dei loro dischi più belli e rappresentativi, assieme a <a href="http://www.mediafire.com/?mcu4wlt3xkm">Content With Dying</a>, dell'anno successivo.<br />
Generalmente questo disco presenta un suono di chitarra abbastanza distorto (non eccessivamente, però, si riescono ancora a comprendere le note, senza rendere caotico e troppo impastato il suono, per intenderci), una batteria in cui si sente soprattutto il rullante, ma che comunque non viene eclissata dal resto, una voce urlata, senza sfociare nello <i>sbraitato</i>. La velocità non è mai elevatissima, non per i miei standard, diciamo, e ci si alterna tra parti più lente e parti più veloci, molto veloci per il genere. I giri di chitarra utilizzano spesso il palm mute, dando più pesantezza al suono, e sono comunque in genere fatti su note basse. È presente anche qualche apertura melodica nei riff. Il basso non è sempre ben distinguibile, ma fa il suo sporco lavoro (ora la Rika mi uccide perché ho associato "sporco" a "basso").<br />
<br />
<i>we don't care what you think of us, we don't care if we rub you the wrong way, but we want to offer a little more than the average straight edge band. we'd like to create thoughts, we want to deal with issues that are real. straight edge should mean a little more than screaming the word go and singing songs about friendships gone bad or the pain inside. music is a weapon. it's the best way of spreading ideas and we feel if we had nothing more than our personal life to sing about then it would be totally senseless and irrelevant, cause the world doesn't revolve around only us and there are greater problems at hand. silence equals death in more ways than one.</i> <br />
<br />
Le canzoni sono 5 quindi vado direttamente ad analizzarle una per una.<br />
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<a href="http://www.youtube.com/watch?v=8AqPV9lue7A">Burning Bridges</a><br />
La canzone inizia con un giro di basso, subito entra la chitarra e parte la canzone, che si alterna tra parti più lente e pestate e parti più veloci.<br />
<br />
<i>veganism and animal liberation are very important, so is the way you spread the message. forcing your views down someone's throat with the attitude of "our way or no way" can and will turn people off your ideas. we have to create bridges to communicate not burn them down</i><br />
<br />
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=cFry3wZ-oVY">Mindset</a><br />
Canzone decisamente più corta della prima. Parte velocissima (da prendere coi ferri il "velocissima" dato che si tratta pur sempre di metalcore 90's, non aspettatevi un blast beat eh, ndL), per poi rallentare nella seconda parte.<br />
<br />
<i>this song is directed at those who have the audacity to claim what is natural or what is wrong and right when it comes to relationships. it's time to realize love goes beyond some pre-set religious values.</i><br />
<br />
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=91tsakBdg7M">Instilled</a><br />
Questa canzone è caratterizzata prevalentemente da due cose, prima di tutto che è tutta lenta, ma anche, e soprattutto, dal fatto che ha due voci, una delle quali in certe parti fa il controcanto alla voce principale, in altre fa un discorso,, parlato, che si sovrappone alla voce principale.<br />
<br />
<i>we're told how to live, what we can achieve and what we can and cannot do. we are limited in our freedom. our society is made so we constantly are running in circles to make ends meet, never realizing that this rat race is pointless. told the only way is their way and any other is bound to fail. instilled with "their" values, "their" ideas.....we have minds but are urged not to use them</i><br />
<br />
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=rnWLtN2e7To">Anchor</a><br />
Canzone lenta e pestata, all'inizio, poi parte col classico tupatupa (con, alla fine di ogni giro un bel palm mute pestatissimo). Ben presente in questa canzone il basso (Rika, mi sono fatto perdonare, visto?).<br />
<br />
<i>religion like any drug is a dependency, far from harmless. imposing their views, morals and standards on the rest of us. why is it accepted in the punk/h.c. scene? [especially the straight edge scene] what can sexism, spiecism and homophobia have in common with punkrock or hardcore?maybe it's time we stopped accepting things so blindly. maybe it's time you asked for some proof.</i><br />
<i><br />
</i><br />
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=6C9c59Y6VUA">Culture Cease</a><br />
La canzone inizia con la batteria subito seguita dalla chitarra con accordo ribassato e pestatissimo. In sottofondo la chitarra fa degli arpeggi, che conferiscono in parte un apertura melodica al giro. Tutta la canzone rimane lenta e pestata, nessuno spazio alla velocità, qua.<br />
<br />
<i>it seems nearly impossible for a culture other than the whiteman's to exist. constant struggle for freedom and rights are seized as they forse these culture to the brink of destruction. they'll make sure no other ideas are heard but theirs.</i> <br />
<br />
Questo disco quindi non è decisamente un disco "veloce", ma è un disco a mio avviso comunque meraviglioso e veramente significativo, sicuramente una pietra miliare per tutto il metalcore degli anni 90, soprattutto per il filone vegan straight edge.<br />
<i><br />
</i><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcREhCCGG_nuoCl_eqAUNB3Yn4EaDYX4_9ht-PKJn1TTV48mFCyHeDoEUg7QBQ" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcREhCCGG_nuoCl_eqAUNB3Yn4EaDYX4_9ht-PKJn1TTV48mFCyHeDoEUg7QBQ" /></a></div><br />
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Tracklist:<br />
1- Burning Bridges<br />
2- Mindset<br />
3- Instilled<br />
4- Anchor<br />
5- Culture Cease<br />
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<a href="http://www.mediafire.com/?im4100t4d3m">Download </a><br />
<br />
P.S. Il libretto del disco è stampato con carta riciclata. Piccolissima dimostrazione di come le parole si supportano con le azioni.<br />
P.P.S. Per errori correzioni ecc ecc fatelo presente.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-59763163997177907942012-02-15T22:23:00.000+01:002012-02-15T22:23:16.297+01:00Matinée Contro La Repressione - Bologna - 11 Marzo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Per la serie "Cachiamo il cazzo alla gente coi concerti a cui deve partecipare". </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNV91nE603Xswl5k0l555U9bv8dPRHyAB2IJmsbuW9zEOPzNFWfv-RW73nSoE8G6qTWD9asnaMaTx5z3xfFIwkogiNT6mO3UaskqmJsXTB5WcxXSuS7Ez4Mr6y0isJAadWzY7mGGyBdBw/s320/locandina.jpg" width="224" /></div><br />
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Concertone l'11 marzo a Bologna, lo segnalo perché chi non viene è una merda<br />
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Matinée contro la repressione<br />
Benefit per i compagni di Fuori Luogo sotto processo per associazione a delinquere<br />
Inizio ore 18 + aperitivo vegan<br />
Suoneranno<br />
Prune Belly (Trento Hardcore)<br />
Left In Ruins (Trento Hardcore)<br />
Polpo Polpo (Storica Band Fishcore, molto hard, discretamente punk)<br />
CxIxDx (Bologna Volti Coperti-core)<br />
La Congiura (Rovereto Hardcore)<br />
Ludd (Rovereto Hardcore)<br />
<br />
Al Casalone, via S. Donato n.149<br />
Per raggiungere il posto dal centro:<br />
Autobus 20 direzione Pilastro<br />
Fermata San Donnino, 100 mt più indietro, locale rosso<br />
<br />
Porta la distro, lascia a casa il cane<br />
NAZI PUNX FUCK OFF<br />
<br />
Spammacome se non ci fosse un domani, anche perchéééééééé un domani non c'èèèèèèèèèèè (cantata sulle note di una canzonemelodica qualsiasi, basta che abbia le note lunghe)<br />
Precisiamo, i ragazzi che hanno organizzato son bravi ragazzi, un po' cagacazzi, ma bravi ragazzi (perché gli voglio bene, ma loro mi picchieranno per questo).<br />
I gruppi sono fighi, il motivo è dei migliori, il momento è perfetto, cazzo vuoi di più dalla vita?<br />
(Chi risponde "Un Lucano" verrà accoltellato brutalmente dal cane di un pancabbestia)<br />
<br />
Ricapitolando, vieni o la tua casa brucerà.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-22987834453665062582012-02-08T15:16:00.001+01:002012-02-08T15:19:04.734+01:00La Canaglia a Golfech - Introduzione - Seconda Parte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" /></a></div><br />
<i>Segue da <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/02/la-canaglia-golfech-introduzione-prima.html">qui</a></i><br />
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Se Malville, dunque, può essere considerata la prima svolta del movimento antinucleare di quegli anni, la vittoria socialista alle elezioni del 1981 ne costituisce sicuramente la seconda. La falsa promessa di Mitterrand di bloccare la costruzione delle nuove centrali riuscì a sfibrare la resistenza antinucleare, a relegarla prima nell'attendismo e poi nel più nero disfattismo. Infatti, laddove l'intervento dei CRS (i celerini francesi) non era riuscito a fiaccare l'opposizione, l'azione di recupero messa in atto dal partito socialista fece il resto, spaccando il movimento e indebolendo irrimediabilmente le lotte in tutta la Francia. Le strategie di recupero consistevano, e consistono tuttora, in quelle forme di controllo e manipolazione che hanno lo scopo di depotenziare le lotte creando false aspettative, conducendo i movimenti verso obiettivi secondari, oppure spingendo le popolazioni a delegare alla politica istituzionale la soluzione dei problemi. In particolare, in quegli anni in Francia emerse nitidamente il ruolo della sinistra e dei movimenti ecologisti istituzionali: furono questi i cavalli di troia dell'industria nucleare all'interno del movimento di opposizione. Il partito socialista, con le sue manovre, riuscì a disinnescare le proteste e a garantire la realizzazione del progetto nucleare. Il prezzo fu quello di concedere una vittoria di Pirro: l'abbandono del progetto della centrale di Plogoff.<br />
<br />
La storia di Golfech la lasceremo scorrere direttamente nelle pagine successive, suggerite dai racconti e dalle emozioni di un' intensa chiacchierata con un compagno che visse quel tempo. Vogliamo invece soffermarci su alcune riflessioni che quei racconti ci hanno suggerito.<br />
Innanzitutto, lo scontro tra gli oppositori e i promotori di un progetto nucleare specifico non dovrebbe iniziare con la posa della prima pietra. I nuclearisti, che sanno quanto le loro imprese siano generalmente osteggiate, operano per quanto possibile in segreto e nascondono le loro reali intenzioni. Da questo punto di vista l'esempio della costruzione della diga di Malause, citato nell'intervista, è illuminante: alcuni anni prima della realizzazione della centrale venne costruita questa grande opera; nessuno era a conoscenza della sua reale destinazione, cioè fornire l'acqua di raffreddamento per la centrale, e di conseguenza non vi fu opposizione alla sua costruzione. Fare chiarezza su come sviluppare la lotta al nucleare, fin dal principio, è quindi fondamentale per non permettere alla controparte di ridurre il tempo della conflittualità. Uno studio di ricognizione sarebbe invece il primo passo da compiere, per smascherare la complessa rete di interessi e responsabilità che si nasconde dietro il progetto nucleare (gli istituti di ricerca, gli interessi dei grandi gruppi industriali, gli specialisti pagati per influenzare l'opinione pubblica, la connessione tra produzione di energia nucleare e la corsa agli armamenti). Da qui può trovare sbocco concreto quella conflittualità permanente che è la caratteristica distintiva degli oppositori radicali. Si tratta di sviluppare una progettualità chiarendo gli obiettivi, per evitare di farsi indirizzare nei binari morti predisposti dal dominio.<br />
Un altro aspetto che emerge chiaramente dal racconto è che le lotte contro il nucleare degli anni Settanta-Ottanta furono caratterizzate dalla brutalità della repressione. Gli attacchi a freddo contro manifestazioni pacifiche e l'uso di armi offensive da parte della polizia si verificarono in tutta Europa. Non c'è però da stupirsi di tale brutalità a difesa del nucleare perché la scelta stessa del nucleare è pregna di violenza. Lo è in quanto centralizzazione energetica: ci rende dipendenti dalle lobby che lo gestiscono. Lo è in quanto controllo poliziesco: i siti interessati dal nucleare sono aree sottoposte a perenne stato di eccezione. Lo è in quanto tecnologia militare: le vicende del nucleare civile e militare sono connesse e permeabili. Il nucleare è violento perché, portando in sé il rischio di incidenti di proporzioni catastrofiche, è una perpetua minaccia al vivente. Una violenza che rischia di espandersi nello spazio, perché il nucleare non conosce confini, e anche nel tempo, dato che la radioattività mina l'esistenza delle generazioni future. Se l'incidente di Chernobyl ha rallentato per decenni lo sviluppo del nucleare, è stato al contempo anche un grande esperimento a cielo aperto, che ha permesso di sviluppare delle tecniche di controllo sulle popolazioni irradiate. Il ritorno all'atomo paventato dal cosiddetto "risorgimento nucleare" si fonda, infatti, anche su questa dottrina del controllo. I governi possono ora prendersi il rischio di realizzare nuove installazioni nocive, non tanto perché siano riusciti a scongiurare i pericoli dell'atomo, ma erché sono convinti di poter controllare le popolazioni colpite da un incidente nucleare. Il futuro che ci aspetta è quello di essere sottomessi a un sistema che si sta specializzando sempre più nella gestione militare di quei disastri che esso stesso provoca. Per questo violenta è innanzitutto l'epoca in cui viviamo, fondata sul monopolio della forza da parte di apparati specializzati. Ma la violenza più grande che dobbiamo subire è la violenza quotidiana di non poter decidere della nostra vita, è che qualcuno stabilisca quante radiazioni dobbiamo assorbire.<br />
Oggi il cosiddetto pacifismo diffuso nella nostra società posta solo alla giustificazione ideologica del monopolio della violenza da parte del dominio. Non a caso i primi a dichiararsi pacifisti sono i militari che "portano la pace nel mondo" e i politici che "deplorano la violenza", mentre stanziano fondi per le guerre e riempiono, sempre più, le strade di militari e polizia. Il preteso pacifismo diffuso nei movimenti di opposizione è un semplice paravento per nascondere la passività di fronte alle devastazioni del capitale, alla violenza dello Stato e agli imbrogli della politica. Proprio questa mentalità spinge verso pratiche che si sono dimostrate fallimentari: dalla raccolta di firme alla formazione di osservatori tecnici, dalla creazione di liste civiche fino all'accettazione di compensazioni in cambio della realizzazione delle opere. Perché si possa sviluppare una seria opposizione al nucleare è necessario, incece, criticare questa mentalità, diffondendo forme di auto-organizzazione al di fuori di partiti e sindacati, e sviluppando pratiche come i blocchi, l'autodifesa e i sabotaggi.<br />
È evidente che nella lotta contro il nucleare è necessario utilizzare la forza, ma se ci adoperiamo per fare uscire la violenza dalla sfera dei tabù, nella quale l'ha relegata l'ideologia del dominio, dobbiamo fare attenzione a non collocarla in quella del mito. Un conto è essere disposti a fare uso della violenza, un altro è attribuirle un valore di per sé positivo, che non ha. Un' azione violenta può risultare utile, inutile o dannosa per la lotta, come qualsiasi altro tipo di azione. Il ricorso agli attacchi simbolici e spettacolari, ad esempio, corre il rischio di cadere nell'autorappresentazione, e per questo rimanere staccato dallo sviluppo delle lotte.<br />
La storia di Golfech è una miniera di suggerimenti, sia teorici che pratici. All'epoca vi furono azioni dirette di massa, come l'invasione dei cantieri e la distruzione dei mezzi e delle opere, venne praticato il sabotaggio "industriale" da parte di gruppi di affinità che inflissero dei forti danni materiali alle ditte, e infine venne attuala l'autodifesa contro le violenze e le intimidazioni mafiose della polizia e dell'industria nucleare. Quest'esperienza ci insegna che un' azione ben fatta si rapporta con il livello dello scontro raggiunto dalla lotta, parla al movimento, cade con precisione nel tempo. Nessun individuo, organizzazione o gruppo possiede da solo la forza per contrastare i progetti legati al nucleare: il rapporto tra i piccoli gruppi di azione diretta e il movimento allargato è senza dubbio l'elemento più interessante che emerge dai racconti di Golfech, un' indicazione che resta valida per sviluppare le lotte che ci aspettano.<br />
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<div style="text-align: right;"><i>alcune canaglie</i></div>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-8461414854277036102012-02-08T15:11:00.002+01:002012-02-08T15:17:33.276+01:00La Canaglia a Golfech - Introduzione - Prima Parte<div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.officinaenergiae.net/trasformateria/wp-content/uploads/2011/03/simbolo-pericolo-nucleare-300x300.jpg" /></a></div></div><div style="text-align: left;"><i><span style="font-size: large;"><span style="font-size: small;">Sto leggendo questo libro, ho trovato l'introduzione molto interessante, quindi ve la propongo.</span></span></i></div><div style="text-align: left;"><i><span style="font-size: large;"><span style="font-size: small;">Purtroppo non l'ho trovata su internet quindi mi è toccato copiarla tutta manualmente (fanculo, dio porco).</span></span></i></div><div style="text-align: left;"><i><span style="font-size: large;"><span style="font-size: small;">Se avrò voglia e tempo posterò anche il resto del libro, in futuro.</span></span></i></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: small;"> </span><b> </b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: large;"><b>La Canaglia a Golfech</b></span></div><div style="text-align: center;">storia di una lotta antinucleare<br />
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<i><b><span style="font-size: large;">Introduzione</span></b></i> </div><br />
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Tra la metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta la crisi energetica spinse diversi Stati europei a orientarsi verso la produzione di energia atomica e, di conseguenza, a disseminare l'intero continente di centrali nucleari. L'opposizione a questi progetti diede vita a una storia in cui si intrecciano speranze e delusioni, manifestazioni oceaniche e cariche della polizia, tralicci abbattuti e braccia spezzate. Questa storia è anche nostra, il passato dal quale veniamo e del quale spesso non restano che labili tracce. Se ci siamo impegnati a recuperare queste testimonianze, e in particolare quella della lotta contro la costruzione della centrale nucleare di Golfech, non è certo per consegnarle alla polvere degli archivi, ma perché diventino una bussola per orientarci nel presente: nutrirci delle esperienze passate ci rafforzerà per affrontare le lotte che ci aspettano.<br />
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La storia del movimento antinucleare in Francia comincia all'inizio degli anni Settanta, quando, appunto, lo Stato francese decise di intraprendere la costruzione di tredici centrali nucleari da avviare entro il 1980. Dopo la seconda guerra mondiale il governo francese si era impegnato in una politica organica di industrializzazione e aveva creato nuovi organismi per garantire produzione e consumo di massa, fra cui il Commissariato per l'energia atomica (CEA), che doveva gettare le basi per uno sviluppo del nucleare in ambito militare e civile, In questo periodo di euforia scientista il nucleare incarnava l'idea del progresso e rappresentava una risposta burocratica, industriale e centralizzata al fabbisogno energetico. Lo choc petrolifero del 1973 rappresentò una fortuna insperata per il potere: in Francia tutta la classe politica approvò il lancio del programma nucleare civile su larga scala. Immediatamente, per prevenire un' eventuale opposizione, furono create alcune agenzie come la SFEN (Société française de l'énergie nucléaire)¹, un vero e proprio organo di propaganda per diffondere una "cultura del nucleare" negli ambienti della ricerca e universitari, religiosi, giuridici e parlamentari. A questa si affiancò ben presto il SCISN(Service central de sûreté des installation nucléaires)² che ebbe il compito di garantire la sicurezza degli impianti, e insieme al SCPRI (Service central de protection contre le rayonnements ionisants)³, formarono il principale dispositivo a difesa dell'industria nucleare e furono tra i principali negazionisti della catastrofe di Chernobyl.<br />
A partire dal 1974, ovunque fosse prevista la costruzione di una centrale o l'ampliamento di una già esistente, come nel caso di Chooz, si crearono forti mobilitazioni: le più note furono quelle di Blayais nella Gironda, di diversi paesi della Bretagna tra cui Plogoff, e di Golfech nel Tarn-et-Garonne. L'estendersi di queste lotte rappresentò, almeno nei primissimi anni un ostacolo concreto alla "politica del fatto compiuto". Ma andiamo con ordine.<br />
All'inizio il movimento anti-nucleare ebbe un carattere prettamente pacifista. L'illusione di poter fermare un progetto di tale portata con la sola indignazione civile non mise in conto che lo Stato francese aveva l'intenzione di imporre questo nuovo modello di società nucleare con la forza, impiegando ogni mezzo possibile. È con la mobilitazione nata attorno alla centrale di Malville, nel 1977, che questo limite si rivelerà essere tragico di conseguenze. Il 31 luglio di quell'anno circa cinquantamila manifestanti si ritrovarono nella piccola cittadina francese, pronti a occupare il sito. Le giornate che precedettero la manifestazione furono segnate dalla vaghezza dei propositi di un movimento pronto a invadere i cantieri, senza capire esattamente come, e dalla presenza di una rappresentanza autoproclamata della lotta pronta a sfruttare politicamente l'evento. Gli organizzatori della manifestazione sottovalutavano l'ipotesi di uno scontro diretto con la polizia, messa a presidiare il sito. I gas lacrimogeni, i manganelli e le granate lanciate dagli sbirri, che provocarono la morte di un manifestante, chiarirono in un sol colpo quale fosse il vero livello di conflitto a cui era disposto lo Stato. La rabbia che seguì quelle giornate alimentò una riflessione in seno a buona parte degli antinuclearisti sulla portata di questo tipo di lotta, provocando una netta frattura nel variegato movimento giunto a Malville in quei giorni. Da una parte i professionisti dell'ecologismo, che ritroveremo nelle fila socialiste dopo l'elezione di Mitterrand nel 1981, sfrutteranno le lotte antinucleari come trampolino di lancio per la loro futura carriera politica. Dall'altra, il movimento eterogeneo formato da militanti e comitati cittadini si radicalizzerà nelle pratiche e negli obiettivi. La consapevolezza che lo Stato francese era pronto a difendere i propri interessi con le armi fece riflettere su quali fossero realmente i mezzi a disposizione per rispondere a questi attacchi: da quel momento la violenza collettiva, i blocchi e i sabotaggi divennero un valido strumento in mano ad ognuno. Gli effetti di tale svolta si vedranno soprattutto qualche anno dopo, a Golfech, a Chooz e a Plogoff.<br />
A Plogoff il movimento si sviluppò intorno ai comitati antinucleari locali CLIN, facenti parti della federazione dei comitati bretoni CRIN: "...i comitati antinucleari della Bretagna si riuniscono il 24 e il 25 maggio a Spézet e creano la Federazione dei CRIN della Bretagna. Oramai, tutte le informazioni, tutte le battaglie, tutte le analisi e riflessioni vengono trasmesse a ogni CRIN e CLIN della Bretagna. Per evitare che singole persone o gruppi prendano il potere, la Federazione non dispone di un ufficio permanente: ogni CLIN, a turno, garantisce le funzioni di segreteria, la corrispondenza, le relazioni con la stampa, ecc. Questi presupposti, e il fatto che i CRIN non si siano registrati in prefettura, evidenziano lo spirito libertario che regnava nel movimento antinucleare. Inoltre, quasi ogni mese, tutti i CLIN e CRIN si riuniscono in una città sempre diversa per condividere le loro esperienze, decidere azioni comuni [...] D'altra parte, ogni CLIN continua ad essere completamente autonomo e può organizzarsi come meglio crede" (Tudi Kernalegenn, <i>Luttes </i>écologistes <i>dans le Finestère</i>, Yoran Embanner, 2006). Le giornate di Plogoff, vissute sulle barricate durante il periodo dell' "inchiesta di utilità pubblica" fra il 31 gennaio e il 14 marzo 1980, furono il simbolo di questa lotta. La forte opposizione spinse Mitterrand a desistere definitivamente dal progetto, attribuendo una vittoria al movimento.<br />
A Chooz il progetto per l'ampliamento della vecchia centrale in funzione fin dagli anni Settanta, detto "Chooz B", fu ufficializzato alla fine degli anni Settanta e scatenò la reazione di buona parte della popolazione. La posizione geografica di questo piccolo paesino delle Ardenne di circa un migliaio di abitanti, incastrato al vertice di un triangolo al confine con il Belgio, rese possibile l'estensione della lotta oltre i confini nazionali. L'incontro degli antinuclearisti di entrambi i lati della frontiera diede vita al "Fronte d'azione antinucleare franco-belga": questo coordinamento scavalcò fin da subito le posizioni legalitarie di buona parte del movimento ecologista impegnato a Chooz. La lotta durò circa quattro anni e, alle contestazioni delle inchieste di pubblica utilità, che qui furono due (6 maggio / 7 giugno 1980, 1 / 17 aprile 1981), si aggiunsero gli "appuntamenti del sabato". Per mesi il movimento antinucleare si diede appuntamento ogni fine settimana per attaccare i cantieri e la polizia stanziata per proteggerli, creando una situazione che per le forze repressive divenne ben presto ingestibile. A questa mobilitazione si aggiunse, nel 1982, quella degli operai in sciopero contro i licenziamenti voluti da un industria siderurgica locale, la Chiers. L'impegno di molti di questi operai anche contro la centrale di Chooz e la presenza costante di un nemico comune, la polizia nelle strade, furono i motivi di questa convergenza. Il coordinamento che nacque tra il Fronte e una buona parte degli operai organizzati in sindacati autonomi, al di fuori del controllo della CGT, radicalizzò metodi e prospettive. Dal 1982 al 1984, anno in cui la lotta si esaurì, si susseguirono scontri e sabotaggi molto duri: tra i tanti vale la pena di ricordare l'incendio di un castello di proprietà della Chiers, bruciato alla fine di una manifestazione a cui parteciparono operai e antinuclearisti insieme.<br />
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<i>Continua <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/02/la-canaglia-golfech-introduzione.html">qui</a></i><br />
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Note<br />
1: S<span class="short_text" id="result_box" lang="it"><span class="hps">ocietà francese</span> <span class="hps">dell'energia nucleare.</span></span><br />
<span class="short_text" id="result_box" lang="it"><span class="hps">2: </span></span><span class="short_text" id="result_box" lang="it"><span class="hps">Centrale di sicurezza</span> <span class="hps">delle installazioni nucleari.</span></span><br />
<span class="short_text" id="result_box" lang="it"><span class="hps">3: </span></span><span class="" id="result_box" lang="it"><span class="hps">Servizio Centrale</span> <span class="hps">per la protezione</span> <span class="hps">contro le radiazioni ionizzanti.</span></span>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-58724571627534741612012-02-07T12:12:00.000+01:002012-02-07T12:12:09.338+01:00Lettera di Alexandre Marius Jacob al procuratore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e4/Marius_Jacob.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e4/Marius_Jacob.jpg" width="225" /></a></div><br />
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Luglio 1954<br />
Signor Procuratore,<br />
il 18 gennaio 1954 avevo spedito al vostro subordinato, il cancelliere capo del tribunale civile, una richiesta di estratto del mio casellario giudiziario allegando un vaglia di centottanta franchi, oltre ad un francobollo di quindici franchi per l'affrancatura della busta. E il 22 di questo mese, ho ricevuto quanto richiesto. Ora, quel documento indica da sé, in carattere a stampa, il costo di centoquaranta franchi... Orbene, penso che, per essere giusti, il vostro subordinato avrebbe dovuto restituirmi quanto in più che, con il presente reclamo, ammonta alla cifra di settanta franchi.<br />
Fin da giovanissimo, mi è stato inoculato il virus della giustizia e ciò mi ha causato parecchie noie. Ancora oggi, al declino della mia vita, la benché minima ingiustizia mi infastidisce e risveglia in me il Don Chischiotte delle mie giovani primavere. Mentre in voi, signor Procuratore, che siete, se posso dirlo, del mestiere, le reazioni devono essere ben diverse. Voi dovete ritenere ridicolo un reclamo per una somma così modesta; dovete pensare e credere che io sono un rompiscatole unicamente preoccupato di attaccar briga con i servitori dello Stato. Errore. Io cerco di capire. Frugo e desumo i motivi che hanno potuto determinare il fatto che un mercenario del Principe, d'altronde ben provvisto di onorari superiori a quelli concessi ai lampisti, sgraffigni i miei cinquantacine franchi...<br />
Nella vostra corporazione, signor Procuratore, ci sono gli aguzzini, i duri, quelli che interpretano più la lettera piuttosto che lo spirito, quelli nei quali il riso non ha mei tracciato una ruga sul viso. I giudici della Santa Inquisizione, neri o rossi, erano e sono ancora di questa tempra. Ci sono quelli, più colti, dal carattere meno rigido, più disposti ad apprezzare umanamente, a comprendere, quindi ad eseguire piuttosto che ad infierire...<br />
Mi piacerebbe potervi classificare in quest'ultimo tipo e quindi vi prego, signor Procuratore, di voler fare buona accoglienza della mia richiesta facendomi restituire la somma che mi è dovuta e vi prego di gradire i miei ossequi.<br />
<div style="text-align: right;">Marius-Alexandre Jacob,</div><div style="text-align: right;">svaligiatore in pensione.</div>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-28617602820632268872012-01-26T16:18:00.002+01:002012-01-26T16:22:00.819+01:00Solidarietà a tutti gli arrestati No TAVDalle prime ore di questa mattina è stata portata avanti l' ennesima azione repressiva ai danni del movimento No TAV.<br />
Pare siano 32, in tutta Italia, tra gli arrestati e i colpiti da misure cautelari, più i denunciati.<br />
Questa azione fa riferimento ai fatti del 27 giugno o del 3 luglio.<br />
Non penso ci sia molto da dire, se non che queste azioni sono sempre più infami e sono atte a screditare agli occhi di tutti quanti, un movimento forte e unito come il movimento No TAV.<br />
La rabbia sale sempre a ogni loro attacco.<br />
Solidarietà agli arrestati e ai colpiti dalla repressione.<br />
A SARA' DURA!<br />
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P.S. Ulteriori notizie <a href="http://www.informa-azione.info/">qui </a>e <a href="http://www.notav.info/">qui</a>.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://cdn.blogosfere.it/notitiacriminis/images/no-tav.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="http://cdn.blogosfere.it/notitiacriminis/images/no-tav.gif" width="320" /></a></div>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-86882926116872985732012-01-24T13:27:00.003+01:002012-01-24T13:28:12.318+01:00BRASILE: 2000 SBIRRI SGOMBERANO FAVELA DI 9000 PERSONE. RESISTENZA IN ATTO.<b>È da ieri che è in atto una manovra repressiva assurda in brasile. 2000 sbirri stanno sgomberando la favela di pinheirinho dove abitano 9000 persone che hanno deciso di scontrarsi e difendere la loro casa. se cercate pinheirinho o pinheirinho battle su google immagini e su youtube vedete che cazzo stanno facendo.<br />
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All'alba di questa mattina le squadre antisommossa della polizia militare di San Paolo sono entrare in azione per sgomberare la favela di Pinheirinho a San Jose dos Campos. Almeno 7 i morti negli scontri ancora in corso tra abitanti e polizia</b>. Lo sgombero è avvenuto dopo che il giudice federale Carlos Alberto Antonio si era pronunciato favorevole a prendere possesso dell'area occupata dalla favela, respingendo i ricorsi, ma rimandando la decisione definitiva ad altre cariche del sistema giudiziario brasiliano. D'altronde con il <b>fallimento dell'impresa immobiliare Selecta</b> le autorità dello stato federale di San Paolo non si erano mostrate inclini ad evitare lo sgombero e a continuare il percorso di riqualificazione urbana partecipato e avviato da un pezzo con la comunità degli abitanti. Per qualcuno dopo l'uscita di scena degli speculatori di Selecta il territorio di Pinheirinho deve aver assunto la forma del dollaro!Ed i primi ad accorgersene sono stati proprio gli abitanti che già lo scorso 11 gennaio <b>durante una grande assemblea avevano deciso ad acclamazione che la parola d'ordine e la pratica di lotta contro lo sgombero sarebbe stata “resistenza!”</b>, e così è stato. [<a href="http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XgPQ1mDSJWA" target="_blank">il video degli ultimi minuti dell'assemblea</a>]<br />
Da settimane si sono svolte numerose iniziative di lotta per denunciare il rapporto tra speculazione edilizia e sgombero: occupazione dell'autostrada, volantinaggi, iniziative sotto i palazzi delle autorità, presidi e tentativi di apertura di trattative. In questo modo il movimento di Perheirinho è riuscito a crescere e <b>diverse organizzazioni di lotta e sindacati si sono uniti alla protesta</b> portando le ragioni del movimento anche fuori lo stato federale di San Paolo.<br />
Ieri in un volantino distribuito a San Jose dos Campos si poteva leggere: “la presenza fisica di tutti è fondamentale in questo momento. Le iniziative degli avvocati e le vie legali sono importanti, ma la presenza fisica è decisiva! Lo sgombero potrebbe arrivare in qualsiasi momento. Domani vogliamo tutti gli attivisti presenti. Facciamo appello a tutte le organizzazioni e movimenti ad uscire domani per la città di San Jose dos Campos e partecipare alla resistenza di Pinheirinho. Questa è la nostra lotta! 100% Pinheirinho!”. I 9000 abitanti dell'immensa periferia facevano appello alla solidarietà e invitavano a salire sulle alte barricate di pneumatici che il movimento stava allestendo per resistere allo sgombero ormai percepito come imminente.<br />
I plotoni dei reparti antisommossa della polizia militare hanno fatto ingresso nel grande quartiere coperti dall'alto da alcuni elicotteri ed<img alt="pinheirinho2" height="188" src="http://www.infoaut.org/images/stories/imgBO/pinheirinho2.jpeg" style="float: right; margin: 4px;" width="250" /> hanno intimato di abbandonare immediatamente le case, le strade e le piazze.<b> La risposta degli abitanti non si è fatta attendere e i primi cordoni di manifestanti hanno tentato di farsi strada per difendere le barricate.</b> Protetti da scudi e caschi e con in pugno bastoni la prima fila della resistenza di Pinheirinho ha fronteggiato per ore l'incredibile dispositivo repressivo prima di fare i primi passi indietro. Lanci di pietre e pneumatici in fiamme da una parte e gas lacrimogeni sparati dagli elicotteri e dai celerini dall'altra. <b>Poi le fucilate e i primi manifestanti cadono a terra uccisi dalla polizia</b> (secondo le fonti del movimento si tratta di 7 ragazzi ma nelle prossime ore il conto potrebbe aumentare). I Feriti sono numerosissimi, tra loro bambini e donne incinta. Le associazioni per i diritti dell'uomo brasiliane parlano di un vero e proprio massacro che non sta risparmiando nessuno tra anziani e minori. Mentre la polizia tenta di avanzare e sigilla le case che sono finite sotto il suo controllo la prefettura di San Jose dos Campos non ha ancora inviato nessun funzionario che dia almeno qualche indicazione alle famiglie sgomberate. Il mix letale preparato dalle autorità contro gli abitanti di Pinheirinho sembra essere composto da repressione omicida e abbandono totale. Una vera e propria punizione esemplare contro una periferia ribelle che sta osando di opporre giustizia sociale e dignità agli interessi degli speculatori.<br />
<i>Seguiranno aggiornamenti</i>.<br />
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Traduzione di una lettera scritta da una compagna al movimento.<br />
GENTE, UNA COMPAGNA DELLA ZONA SUD DI SAO JOSE DOS CAMPS HA INVIATO UN RACCONTO SULLA SITUAZIONE DELLA GUERRA DEL PINHEIRINHO. QUESTO RACCONTO RIGUARDA LE ULTIME ORE.<br />
Helena Silvestre<br />
Continuano ad uccidere, picchiare,aggredire e umiliare donne, bambini, persone anziane qui a Pinheirinho. Siamo qui dalle 10 del mattino e già abbiamo visto cose assurde. Gente ferita per strada e ci lanciano bombe di gas urticante dagli elicotteri. Ci sono compagni morti, ancora non sappiamo il numero esatto ma almeno 3 sono confermati. Il numero dei feriti è impossibile da calcolare. Spari in ogni momento contro di noi. L'aria è irrespirabile tanti i lacrimogeni e il gas urticante. I Bambini non smettono di piangere. Il popolo è ferito ma è ancora forte. Siamo in lotta per i nostri diritti e per una società in cui non dobbiamo morire per avere una casa. Chi vuole solidarizzare, per favore, divulghi queste notizie attraverso e-mail e Facebook e pagine varie. Io ritorno in guerra.<br />
<br />
Traduzione di una poesia sulla battaglia di Pinheirinho scritta in queste ore<br />
I Pini Rossi<br />
<i>I pini del mondo hanno perso il loro verde caratteristico <br />
Li ha fatti diventare rossi un maledetto politico! <br />
Sangue di lavoratore <br />
Nelle terre di uno speculatore <br />
Neanche il profumo delle Arabie puliranno <br />
Questo vile e codardo tradimento <br />
Ne siamo certi: no, non ci saranno rielezioni! <br />
Piange Pinheirinho! <br />
Piange il Brasile! Piange il mondo <br />
Reagisci Pinheirinho! Reagisci Brasile! <br />
Si ribelli il Mondo</i>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-69318761007197940992012-01-21T13:22:00.002+01:002012-01-21T18:05:47.056+01:00Megaupload, forconi, crociere, aggiornamenti e sfoghi personaliIn questi giorni siamo stati tempestati di notizie e tormentoni (per lo meno sul web, dato che la tv non la guardo, posso solo supporre che lì la situazione sia ancora peggiore).<br />
A partire dalla nave da crociera che si è rovesciata (e il capro espiatorio di Schettino che si sorbisce tutta la colpa), fino allo sciopero dei forconi in Sicilia fino ancora alla più recente chiusura di Megaupload con annesso arresto dell'ideatore del sito.<br />
Non intendo dilungarmi più di tanto perché non li ritengo argomenti particolarmente importanti, ma ci tengo a precisare almeno alcune cose.<br />
Per quanto riguarda la nave da crociera mi chiedo varie cose, per esempio come mai faccia più notizia questa nave di merda piena di riccastri o medio borghesi in un viaggio di piacere che si scontra contro uno scoglio in una parte di mare in cui palesemente non avrebbe dovuto navigare piuttosto che tutte le navi piene di gente in cerca di una vita migliore, quindi che sono in un viaggio di necessità, non di piacere, costretti da sfruttatori aguzzini a fare il viaggio in condizioni che neanche per gli schiavi nel 1700, probabilmente, erano così pessime, e che spesso si ribaltano, o peggio ancora, vengono anche abbattute per evitare che tali persone arrivino raggiungano la costa; o ancora come mai si è più interessati alla vita di un piccolo gruppo di persone, o su chi sia o non sia il colpevole o l'eroe di questa "tragedia" più che prevedibile, piuttosto che non all'enorme impatto ambientale che avrà su tutta la zona circostante (e quindi non su quel manipolo di persone) e non solo; ma non soltanto questo, poco tempo prima, la nave Rena, incagliata da alcuni mesi al largo della Nuova Zelanda, che già sversò 350 tonnellate di carburante in mare, e ora ha rovesciato pure parte dei suoi 800 container (9 dei quali pure con sostanze pericolose), tra cui anche container contenenti latte in polvere, il che ha fatto diventare l'acqua circostante bianca, ma di questo (che a mio avviso è ben più importante e grave della Concordia) solo qualche brevissimo accenno.<br />
Per quanto riguarda la cosiddetta "rivolta dei Forconi", invece, si sono lette tantissime stronzate. Un sacco di pecoroni che seguono acriticamente il branco, magari anche in buona fede, gridando a un principio di rivoluzione che parte dalla Sicilia, senza analizzarlo minimamente, e senza, quindi, notare quanto sia becero, populista e inutile questo movimento. Si sarebbero effettivamente ribellati se non fosse stato alzato il prezzo del carburante? Ne hanno veramente le palle piene di questo sistema o in realtà vogliono semplicemente che sia più vivibile (per loro) ma non hanno la minima intenzione di fare qualcosa di concreto per cambiarlo? Inoltre si vede già come sta andando a finire, con la richiesta di intervento, per risolvere la soluzione, alla Regione Sicilia e allo Stato Italiano. Non mi stupisce minimamente, infatti, il fatto che la maggior parte dei rappresentanti del movimento dei Forconi sono tutti quanti di Forza Nuova e che molto dei partecipanti o delle sigle che hanno aderito stanno semplicemente cercando adepti/voti/riconoscimento/fama. Ma del resto l'unico interesse della gente, e in particolare di chi partecipa a queste proteste-farsa, a questi scioperi-farsa, è quello di un proprio tornaconto personale (chiariamo, non sto parlando di un interesse personale in senso lato, e quindi positivo, ma un tornaconto personale in senso negativo, ovvero economico, materiale ecc ecc).<br />
E infine Megaupload. Non ho bisogno di spiegarvi cos'è successo dato che sicuramente lo sapete meglio di me. Quello che più mi ha dato fastidio di questa faccenda, non è il fatto che sia stato chiuso un sito del genere (non mi stupisce di certo, visti i tempi che corrono, mi stupisce anzi che ci abbiano messo così tanto, certo mi da fastidio, ma c'era sicuramente da aspettarselo), quanto più che altro la reazione della gente, dimostrazione ancora una volta che va bene tutto, finché non si viene toccati nel vivo dei propri interessi, ma sia chiaro, si parla sempre dei propri interessi meramente materiali, a corto termine ecc ecc, perché non sia mai che si provi ad alzare la voce nel momento in cui ti vengono chiesti i documenti per strada, nel momento in cui ti controllano qualsiasi cosa che fai, virtualmente e non, nel momento in cui devi fornire l'impronta digitale per ritirare lo stipendio, nel momento in cui i soldi non ci sono, ma per mantenere l'occupazione militare della Val Susa, per quello ci sono, nel momento in cui devi pagare per essere curato, per prendere medicine che magari, a quanto ti dicono, ti sono indispensabili per vivere, e via così.<br />
Infatti a nessuno frega nulla se controllano ogni cosa che scriviamo, se chiudono e censurano siti solamente perché il contenuto di questo sito o di questa pagina non va a genio e chi ha il potere per far eseguire i propri ordini, se ogni cosa che facciamo, lascia una traccia, viene registrata, controllata, analizzata, e nel caso archiviata per un eventuale uso futuro. Il risultato di tutto ciò è che c'è sempre più controllo, ma sono sempre i soliti a ribellarsi più o meno attivamente e a dire la loro e gli altri accettano passivamente. Ma quando viene oscurato un sito che interessa quasi tutti, allora li sì che ci sono le grandi mobilitazioni, con tanto di hacker che attaccano siti governativi e non. Ma mi chiedo io, con tutte le cazzo di guerre che ci sono ogni giorno, con tutti i morti sul lavoro, con tutti gli arresti preventivi e non, con tutte le repressioni poliziesche e con tutti gli abusi gli sfruttamenti i soprusi gli omicidi di massa e controllati la vivisezione lo smembramento della Terra l'inquinamento l'intossicazione il nucleare la continua costruzione di nuove armi ultratecnologiche le nuove riforme la gente che non arriva a fine mese le banche e via così, insomma con tutta questa sovrabbondanza di motivi per cui ribellarsi concretamente, quello che fa incazzare la gente e che fa smuovere un po' le acque (solamente in ambito informatico, però, perché guai a uscire fuori di casa e mettere in discussione il potere eh, altrimenti sei un Black Bloc cattivo e meriti di essere denunciato a Repubblica) è la chiusura di un sito che pergiunta ha miliardi di sostituti e imitatori? (ne cito solamente alcuni, tanto per far presente che non è poi "la fine del mondo": Rapidshare Hotfile Easy-share Filesonic Gigasize Mediafire Depositfiles Filefactory Filesonic Fileserve Filejungle Uploading 4shared ecc ecc).<br />
Tutto questo secondo me dovrebbe farci molto pensare. A dirla tutta credo che tutto quel che succede e che sentiamo ci dovrebbe far pensare, ma queste cose in particolare.<br />
"Perché?" vi chiederete. Perché quando le condizioni di vita sono una merda (e oggi siamo veramente nella merda, perché forse non tutti lo sanno o se ne rendono conto, ma io, che ho 22 anni, non ho una minima possibilità di un futuro diciamo decente e roseo, non ho delle grandi possibilità per andarmene a vivere da solo ecc ecc ecc ecc ecc e idem la maggior parte dei miei coetanei, dei ragazzi più grandi e dei ragazzi più piccoli di me; mi direte certo, ma ci sono posti in cui stanno peggio di noi; GRAZIE AL CAZZO, a cercare si trova sempre qualcosa di peggio, ciò dovrebbe farci accettare il male minore? Dovrebbe farci accettare lo stare di merda solo perché qualcuno sta peggio? Al massimo questa cosa dovrebbe farci sentire ancora peggio, perché vuol dire che non siamo gli unici in questa condizione, che possiamo sempre peggiorare, e via così) e a ribellarsi sono sempre i soliti 4 (in realtà sono di più, ma è per farsi capire) <i>stronzi </i>(stronzi in senso buono, giusto per usare un appellativo, anche se, sicuramente, alcuni lo sono davvero), ma poi si inneggia alla rivolta (quando succede negli altri paesi, però, guai a chi osa alzare la voce, o le azioni, nel nostro civilissimo e fantastico Paese), si grida alla rivoluzione quando 20 stronzi (questa volta per davvero, lo "stronzi") incrociano le braccia, si chiedono cambiamenti e poi non si fa assolutamente un cazzo, beh allora vuol dire che non siamo nella merda solamente per le condizioni di vita, ma anche per la gente che si trova in queste condizioni.<br />
Per questo e per tanti altri motivi, personali e non (ogni volta che si vedono le immagini dei vari macelli, dell'uccisione di foche orche balene e via così, ogni volta che si sente di un disastro ecologico, di una foresta distrutta, ogni volta che si va in giro e si vedono episodi di razzismo, servilismo, non vado avanti perché la lista sarebbe troppo lunga, altrimenti, e mi salirebbe ancora di più l'acido verso chiunque), dico, un po' a tutti MA VAFFANCULO, DAI.<br />
E sottolineo il "dai", che ritengo parte parecchio importante della frase.<br />
In tutto questo mi ritengo fortunato ad avere due cose che mi tengono ancora ancorato al terreno e fermo nelle mie convinzioni, senza sfociare nella misantropia (cosa che non concepisco minimamente), ovvero le mie idee, e la musica.<br />
A proposito della seconda, a breve mi arriverà il disco, che ho coprodotto, dei <a href="https://www.facebook.com/pages/X-KATE-x-MOSH-X/130503807012712">xKATExMOSHx</a>.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/s720x720/400904_10150541584096465_670311464_8485948_430504290_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/s720x720/400904_10150541584096465_670311464_8485948_430504290_n.jpg" width="320" /></a></div><br />
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Aggiungo pure che finalmente sono riuscito ad aggiungere <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2011/09/hungry-like-rakovitz-o-split-7.html">uno dei download che avevo promesso</a>, appena possibile aggiungerò pure gli altri.<br />
Vi concedo anche uno split, di cui vorrei, a breve, appena sarò nelle condizioni mentali per poterlo fare, tradurre e postare l'intervista ai due gruppi che c'è all'interno.<br />
<a href="http://www.mediafire.com/?v89ng6pdk96nuko">http://www.mediafire.com/?v89ng6pdk96nuko</a> (non vi scrivo cos'è, se vi interessa scopritelo voi).<br />
ENJOY AND FUCK OFF<br />
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P.S. Ho toccato argomenti che vorrei approfondire in seguito, e che spero vivamente di riuscire a fare, anche se non garantisco di riuscire a farlo a breve.<br />
P.P.S. Forse non si è capito bene perché non mi spiego al meglio, ma apprezzo quello che hanno fatto gli hacker, han fatto benissimo, ma ritengo sbagliate le motivazioni, nel senso che avrebbero dovuto farlo ben prima e per ben altri motivi in realtà, e soprattutto continuare a farlo.<br />
P.P.P.S. Ci tengo a precisare che sono stato il più sintetico possibile, siatene contenti perché sennò vi trovavate a dover leggere un libro.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-16207526239478311942012-01-20T15:46:00.001+01:002012-01-20T17:15:18.924+01:00I Compromessi - Alexandre Marius Jacob + Considerazioni<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e4/Marius_Jacob.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e4/Marius_Jacob.jpg" width="225" /></a></div><br />
Questo brano è tratto da una lettera che Alexandre Marius Jacob scrisse alla madre tra il 1909 e il 1910, dal bagno penale in cui era recluso, in risposta alla proposta della madre di chiedere favori, o di supplicare giudici e magistrati per farlo rilasciare.<br />
<br />
<i>Mia cara mamma, credo di averti già detto che non volevo sentire parlare di favori. È molto deplorevole che tu non te ne sia ricordata. Ci sono elasticità, ginnastiche per le quali non ho né voglia né inclinazione (...). Per prinipio, vedi, non serve a niente contare sulla protezione di questo o sull' influenza di quello. È meglio non contare che su sé stessi. Inoltre, è ugualmente preferibile non dare preoccupazioni a delle persone fortunate con delle richieste. Anche in caso di insuccesso, ciò impegna alla riconoscenza e questo sentimento è molto spesso una catena penosa da tollerare. Da parte mia, amo troppo la libertà per legarmi in questo genere di compromessi.</i><br />
<br />
Tralasciando le condizioni in cui è stata scritta questa lettera e tutto il contorno che ne consegue, trovo questo pezzo veramente bello e interessante.<br />
Leggendolo in senso più lato, infatti, si può estendere questo discorso non soltanto a quell'episodio in particolare, ma a tutti gli ambiti della vita.<br />
Contare solamente su sé stessi e sulle proprie forze, vuol dire rifiutare qualsiasi tipo di delega, qualsiasi rappresentazione. Vuol dire mettersi in gioco in prima persona, per effettuare qualsiasi tipo di cambiamento che ci interessa. Vuol dire che se abbiamo bisogno di qualcosa, dobbiamo solamente prendercela. Vuol dire che se qualcosa non ci sta bene, non abbiamo che da cambiarla o eliminarla. Con ciò che abbiamo a disposizione, unendoci con chi ci è affine a livello di mezzi e di scopi.<br />
Nessun compromesso vuol dire rifiutare il male minore, in favore di un bene maggiore, perché il male minore oggi, vuol dire non avere ciò che ci sta bene in futuro.<br />
Nessun compromesso vuol dire rifiutare che qualcuno prenda decisioni per noi, al posto nostro, vuol dire prendere in mano la propria vita.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-35758397935974739372012-01-13T19:29:00.000+01:002012-01-13T19:29:50.447+01:00Intervista/Chiacchierata con gli Eat You Alive<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/392105_229900710421539_136274436450834_515093_595715010_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="183" src="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/392105_229900710421539_136274436450834_515093_595715010_n.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;"><i> (foto scattata dal Pulcio al release party)</i></div><br />
<i>E come promesso nella <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/01/eat-you-alive-last-stage-diving.html">recensione</a> del disco di qualche giorno fa, ecco l'intervista/chiacchierata agli Eat You Alive fatta sabato 7 Gennaio, il giorno seguente il loro release party.<br />
L'unica premessa che faccio è la formazione, Mirchetto alla voce, Riccio al basso, Musu alla chitarra e Petz alla batteria.</i><br />
<br />
1 -<i> Chi o cosa sono gli Eat You Alive e cosa hanno fatto nella loro esistenza?</i><br />
Riccio: Io ho fatto la cacca prima di venire qua<br />
Musu: No beh gli Eat You alive una volta avevano un' altra formazione, eravamo sempre io e Mirchetto, con altri due membri. Dopo abbiamo cambiato per vari motivi, perché gli altri sono andati via.<br />
Mirchetto: Più che altro si sono trasferiti, uno a Londra, e l'altro in pizzeria (risate, ndL). E abbiamo avuto due anni di stop, dopodiché io e Musu ci siamo decisi di rimettere su il gruppo e abbiamo chiesto a Riccardo detto Riccio, e a Enrico detto Petz, di venire a suonare con noi. E nel giro di 3 giorni eravamo pronti a far le prove di nuovo. Abbiamo fatto nel 2008 un demo ancora con la vecchia formazione e appunto pochi giorni fa è uscito il nuovo CD. <br />
<br />
2 - <i>Ok, così mi hai appena fregato la seconda domanda, maledetto, che era "Come mai avete aspettato 3 anni per dare un seguito al demo?"</i><br />
Mirchetto: Eh è stata una diaspora. Tipo metti una bomba in mezzo a 4 persone. Poi Musu è andato un anno in giro per il sud est asiatico.<br />
Musu: Sì e poi son tornato e di meglio che ho trovato da fare è stato suonare ancora.<br />
Riccio: E consegnare pacchi. Hai sempre avuto una certa affinità coi pacchi, tu.<br />
<br />
3 - <i>Nel disco sono presenti 3 delle canzoni del demo, come mai avete tralasciato le altre 2?</i> (Who's The Real Criminal? e Something To Gain, ndL)<br />
Musu: Perché non ci piacevano più, <br />
Mirchetto: Sì diciamo che già all'inizio avevamo iniziato a tralasciarle, quando ancora avevamo la vecchia formazione, e man mano che tiravamo fuori canzoni nuove erano le prime due che proprio abbiamo saltato.<br />
Musu: Più che altro perché a me, un po' alcune avevano stufato e non erano belle o fatte bene esattamente come dicevo io però secondo me ci stava anche per cambiare un po'.<br />
Mirchetto: E anche lo stile era cambiato quindi non aveva più senso tenerle. <br />
<br />
4 -<i> I testi sono in inglese, tranne quello di Ogni Secondo, come mai la scelta dell'inglese e dell'italiano per quella canzone in particolare?</i><br />
Mirchetto: Mah era semplicemente perché quando abbiamo cominciato con gli Eat You Alive io cantavo ancora negli Antisexy, quindi essendo la stessa voce, cantare in italiano anche negli Eat You Alive mi sembrava essere troppo simile all'altro mio gruppo, quindi l'inglese mi sembrava più adatto per dare un' altra forma al nuovo gruppo. Il discorso di Ogni Secondo, è che io comunque utilizzerò ancora l'italiano, per nuove canzoni. L'italiano mi piace, è una lingua che comunque rende molto più, riesce ad esprimere molto meglio i concetti, ed è più aggressiva.<br />
Musu: Comunque c'è già un' altra canzone che è nuova, che abbiamo fatto anche ieri sera, ed è in italiano, si chiama Per Un Momento Mio.<br />
Io: Ah io avevo capito tipo "Hai un momento Dio".<br />
(risate, ndL)<br />
Riccio: Tutti capiscono "Dio", perché?<br />
<br />
5 - <i>Control e Opposition And Conformity parlano di sociale. Ci potete dire a grandi linee cosa ne pensate della situazione attuale e di spiegare meglio le canzoni.<br />
</i>Mirchetto: Allora, penso che fondamentalmente negli anni le cose non siano particolarmente cambiate, cioè non è che si vive meglio o peggio di anni fa'. È semplicemente che i media per esempio danno più importanza a certe notizie rispetto che ad altre quindi danno una sorta di terrore verso la gente. Fondamentalmente siamo sempre sotto uno Stato di polizia. Qualsiasi persona è sempre soggetta a controllo, sappiamo che qualsiasi cosa si faccia è monitorata, che sia dalle 500 telecamere che ci sono in giro per qualsiasi paese, anche di 100 abitanti. Sappiamo che in Italia c'è una proporzione abitante/forze di polizia che mi sembra sia quasi 10 a 1. Quindi rendiamoci conto che una persona non è effettivamente libera di fare assolutamente niente. Camminando per la strada c'è sempre qualcuno che è posto là a vigilare su qualsiasi azione. Per questo penso che canzoni che per quanto possano risultare banali che trattano il tema, appunto, della libertà personale, su come riuscire a divincolarsi dalla società improntata sul potere e sul controllo delle masse, e come ogni individuo debba autodeterminarsi.<br />
Riccio: Cazzo che paroloni. Mi sono emozionato.<br />
Io: Eh ma Mirchetto è un intellettuale.<br />
Mirchetto: No a dire il vero, se vogliamo aprire una parentesi, mi ero preparato a casa leggendo Topolino e c'era questa cosa che la diceva Paperino a Paperone (risate ndL).<br />
<br />
6 - <i>Sempre rimanendo nell'ambito testi, No Need To Excuse My Actions e Do It Yourself (Do It Better) parlano invece di un tema che mi è molto caro, ovvero il fatto che, come dicevano i Grandine, "non è soltanto musica". Che cos'è dunque per voi l'Hardcore e come vi siete avvicinati ad esso? Intendendo l'Hardcore non come un genere prettamente musicale ma più come un discorso attitudinale.</i><br />
Musu: Per me è semplicemente essere me stesso. So che non faccio del male, so che non rompo le palle, so che non blocco la libertà delle persone, so che porto rispetto agli altri. E ne pretendo, ovviamente. E in più, suonare è una cosa che faccio da quando sono un bambino, e quindi è una cosa che continuerò a fare, perché comunque suonare, al di là del genere che si suona, è un' attività sana, che non reca danno né a te stesso né agli altri. È una cosa che non produce una cosa negativa in cambio: tu suoni, è una cosa positiva, basta, è bella così, va bene così. Per me è una cosa che mi sento proprio dentro, suonare fa parte della mia vita da sempre. Comunque io condivido molte idee di Mirco, però diciamo che se io dovessi approfondire certi discorsi, approfondirei più la condizione della persona, come individuo, che non la condizione data da fattori politici, che poi magari è dovuta anche a quello, però in ogni caso se io guardo cosa c'è qui intorno, a livello di persone anche più grandi di me, le guardo negli occhi e non le vedo. Quindi per me va bene vivere la mia vita. So che io sono padrone della mia e inviterei anche gli altri, magari chi non lo fa, a farlo. Però se suono con loro vuol dire che con loro sto bene e non è che abbia chissà quanti altri amiconi al di fuori di loro.<br />
Riccio: Altra gente che ti sopporta nel suonare più che altro.<br />
Musu: E quando dormo. E comunque è Mirco che mi ha fatto avvicinare all'Hardcore, perché è l'unico che si è degnato di farmi suonare con lui.<br />
Riccio: A me hanno incastrato invece, mi hanno detto "Riccio, vieni a suonare il basso" faccio "Ma io non suono il basso" "Ma dai ma tanto che ti importa, è una chitarra con quattro corde e più grosse" ho detto "Possiamo provarci, però io non so niente di Hardcore" "Eh vabbè non stare a preoccuparti".<br />
Musu: Siamo amici da tanto alla fine, cioè ci conoscevamo da prima di sapere cosa fosse l'Hardcore.<br />
Riccio: Io ho cominciato a conoscere l'Hardcore suonandoci, e devo ancora capire adesso cosa sto facendo.<br />
Mirchetto: Per me l'Hardcore, ovviamente, come dici tu, non è soltanto musica. È ANCHE musica (la passione, il bello dei concerti, è una musica energica, eccetera), però l'Hardcore porta avanti delle idee. È da quando ho 18 anni che ascolto Hardcore, quindi sono almeno 12 anni che ascolto Hardcore, vado ai concerti, eccetera.<br />
Riccio: Aveva ancora i capelli. (risate, ndL)<br />
Mirchetto: Avevo ancora i capelli. L'Hardcore è attitudine, l'Hardcore è antifascismo, l'Hardcore è prendersi spazi popolari, l'Hardcore è autoproduzione. Quindi tutto ciò che si svincola dal mercato, e tornando al discorso di prima, si svincola anche da una logica di potere. Quindi tutto per tutti, e, non posso dire neanche a un prezzo ragionevole, ma che possa comunque essere accessibile a tutti.<br />
Petz: Quello che ho di più caro io è il modo di far funzionare le cose in questo ambito: l'autoproduzione, coproduzioni, fai da te.<br />
Musu: Che ci si da una mano a vicenda. È una realtà parallela, ma migliore.<br />
Riccio: Ci vorrebbe una realtà così anche per gli altri generi di musica.<br />
Mirchetto: Ma non sono per la musica. L'idea dell'autoproduzione per esempio dovrebbe essere esportata anche ad altri aspetti della vita, non sono musicale ma anche al lavoro, per esempio, se vogliamo metterla così. Io posso produrre delle carote, tu delle patate, possiamo fare uno scambio, senza bisogno di...<br />
Musu: Carta moneta.<br />
Mirchetto: Di denaro, esattamente, senza bisogno di sfruttare nessuno. Quindi tutto alla portata di tutti.<br />
Petz: E anzi, parlando delle autoproduzioni e delle coproduzioni, cogliamo il momento per ringraziare tanto tutti quelli che ci hanno dato una mano.<br />
<br />
7 - <i>In The Strength In My Veins citi la Padova Hardcore, ci vuoi raccontare un po' la storia?</i><br />
Mirchetto: Ah aiuto.<br />
Musu: A questa può rispondere SOLO Mirco.<br />
Riccio: Ieri sera si è rivista un po' di Padova Hardcore.<br />
Mirchetto: Ti dirò che la Padova Hardcore è stata un po' come l'Hardcore in generale, altalenante, quindi momenti in cui ti trovi 4 persone per 2 anni, e momenti come questo, fortunatamente, in cui vai a un concerto come quello di ieri sera e ti trovi parecchia gente, col "parecchia" tra virgolette, perché stiamo parlando di Hardcore, ovviamente. Negli ultimi 2 o 3 anni c'è stato un calo di gruppi, un calo di posti dove suonare e la realtà era veramente tragica, per andare a suonare dovevi prendere la macchina e farti come minimo 50 Km fuori Padova, ed è bruttissimo. Adesso invece nascono nuovi gruppi.<br />
Musu: Però comunque dobbiamo andare fuori Padova.<br />
Riccio: No il problema secondo me è che a Padova non c'è più chi gestisce i locali o i centri sociali per far suonare i gruppi Hardcore. Ha in mente tutto l'opposto del messaggio che ha l'Hardcore. Soldi soldi soldi e far suonare sempre quei 3 che sono amici di quegli altri 3.<br />
Mirchetto: Ma anche in altre città, non solo a Padova, se guardi Bologna, per esempio, senza fare nomi, ma se non conosci la gente non suoni, neppure se sei bolognese e suoni da tipo 10 anni.<br />
Riccio: Questo per esempio era il terzo concerto in Veneto da un anno a questa parte.<br />
Musu: È triste questa cosa qua. Andiamo a suonare a Firenze, Milano e Campofico, e invece suonare a Padova pare un' utopia.<br />
Mirchetto: Per fortuna invece adesso stiamo cominciando a riprenderci un po' di spazi in giro. E speriamo che questi ragazzi che stanno crescendo continuino a mantenere questa passione, quest'attitudine, se no ricadiamo di nuovo nella solita ciclicità e quindi i soliti 4 gatti. Non è che a 40 anni spero di essere solo io e gli altri 3 di 40 anni e gli altri "Ciao belli".<br />
Musu: Bisogna continuare a suonare.<br />
<br />
8 - <i>Quanto sono importanti i testi in un genere in cui non sempre è facile distinguerli?</i> Mirchetto: Non per niente siamo abituati a comprare i dischi Hardcore, o scambiarli e scaricarli, e di solito anche quando li scarichi ti trovi i testi scritti, e questo è importantissimo appunto. Ovvio è un genere talmente tanto veloce e furioso e in genere sbraitato che è difficile a volte capire cosa si dice.<br />
Riccio: Beh però nel CD è registrata bene la voce, cioè tipo in Ogni Secondo si capiscono bene le parole.<br />
Mirchetto: E comunque è importante che poi uno se li legga con calma i testi e cerchi di capire cosa uno sta intendendo. Anche con la facilità con cui si può contattare un gruppo tramite internet per chiedergli anche informazioni, anche sui testi. Di solito è gente alla mano con cui si riesce a fare due chiacchiere anche tranquillamente.<br />
<br />
9 - <i>Cosa ne pensate invece della scena Hardcore italiana, ma soprattutto, è una scena?</i> Mirchetto: Eh una domanda classicona qua eh.<br />
Io: Eh sono un tradizionalista io.<br />
Mirchetto: Vai ti rispondo semplicemente che il termine "scena" non mi piace. Nel senso che non siamo a New York dove abitano tantissime persone che prendono la metropolitana e in mezz'ora sono dall'altra parte della città e sono in 500 persone per un concerto<br />
Riccio: In Hardcore Street.<br />
Mirchetto: Già sei molto fortunato se sei in 100 per città. Secondo me è solo un discorso di amicizie. Nel senso che nelle varie città, nella tua città, trovi le persone con cui ti trovi bene e condividi dei messaggi e dei concetti e con questi ti amalgami e crei situazioni. Non è una scena, è semplicemente una coesione di individui.<br />
Petz: È anche pieno di impostori, i fighetti dell'Hardcore.<br />
Mirchetto: Boia can ma certo, l'Hardcore è un mondo, solo che più piccolo, nel senso come nel mondo ci sono i fighetti, ci sono gli stronzi, ci sono i simpatici e c'è la gente di merda.<br />
Riccio: Hai fatto bene a indicare me per "simpatici" (risate, ndL).<br />
Mirchetto: E l'Hardcore è lo stesso, solo con meno persone. Trovi anche quello come me che ha la distro che cerca di farti la cresta su tutto.<br />
Riccio: La cosa bella è che suonando in giro troviamo sempre gente che anche se viene da Kathmandu e noi da qua, la pensa comunque alla stessa maniera e dici "che figo, allora non sono l'unico stronzo che la pensa così, c'è anche gente da Kathmandu che la pensa come me".<br />
<br />
10 - <i>Cosa pensate invece di internet per quanto riguarda l'ambito musicale? Cioè è un vantaggio è uno svantaggio o cosa?</i><br />
Riccio: Musu non lo conosce.<br />
Musu: Per me è come dire l'arabo.<br />
Mirchetto: No internet è comodo, perché riesci ad arrivare a mille gruppi, riesci a contattare un sacco di gente, per coproduzioni, per date, ed è ovviamente una cosa comodissima. Puoi scaricare un sacco di gruppi senza dover pagare, magari scarichi e ascolti il disco e se ti piace poi lo compri anche. D'altra parte invece internet l'unica cosa che veramente ha distrutto sono le fanzine. Quelle proprio nessuno ormai le fa più. E io sono affezionato alle fanzine.<br />
Io: Vecchio nostalgico.<br />
Mirchetto: Per il resto riesci a trovare anche concerti senza dover cercare chissà quali espedienti per doverci andare. Ed è comodo. Tanto per dirla, noi probabilmente non ci saremmo mai conosciuti.<br />
Io: Esatto.<br />
Mirchetto: E saresti stato contento di questo vero? (risate, ndL)<br />
<br />
11 - <i>Mirco, tu hai un etichetto/distro (<a href="http://www.myspace.com/stillburns%20%20">Here and Now</a>, ndL). Com'è nata e cosa vuol dire per te portare avanti un progetto come questo che comunque è anche impegnativo?</i><br />
<i> </i>Mirchetto: Beh diciamo che l'idea dell'etichetta nasce quando ancora c'era la Shooting Your Knees, che era un etichetta che avevamo noi ex Antisexy con i Milizia HC. Poi quando gli altri si sono stancati io poi ho continuato, quindi poi ho cambiato nome all'etichetta e ho cominciato a fare tutto da solo. E adesso sono più o meno 6 anni che porto avanti il progetto autonomamente. Secondo me è difficile perché tante volte ti trovi più gente che è interessata a prendersi 100 birre poi arriva da te e ti chiede, discorso classicissimo, "Quanto costa il disco?" "5 €" "Costa troppo", però intanto si sono presi 50 € di birre. E tra 50 € e 5 € la differenza è sostanziale, avrebbero potuto prendersi due birre di meno e prendersi il disco. Però alla fine è una cosa importante, lo fai per dar modo comunque ai vari gruppi di girare, di farsi tra virgolette un nome, di esportare musica, di far girare un messaggio e di dare a tutti la possibilità di trovare dischi che magari sono introvabili per il semplice fatto che magari io un gruppo di Catania è difficile che lo veda suonare, e magari tramite la distro, invece, riesco ad averlo senza dover contattare il gruppo, pagarmi le spese di spedizione e cazzate varie che alla fine paghi il doppio per avere una cosa che puoi avere tranquillamente a metà prezzo. E in più, comunque, coprodurre gruppi è comunque una valorizzazione delle persone, perché molte volte i gruppi che coproduci sono amici. Conosci chi sono, che mentalità hanno, e di conseguenza, tramite loro, porti avanti sempre il solito messaggio.<br />
Riccio: Sono commosso, non pensavo fossi una persona così profonda, Mirco.<br />
Mirchetto: Ancora, è sempre grazie a Topolino.<br />
Io: Ma questo qua non era Paperinik?<br />
Mirchetto: Bravissimo, che era ancora più figo, perché mascherato.<br />
<br />
12 - <i>Ascoltate tutti Punk Hardcore o cos'altro ascoltate?</i><br />
Musu: Metal, Hip Hop, qualunque cosa, mi piace tutta la musica.<br />
Riccio: Reggae, Hip Hop, insegno breakdance ai marmocchi, quindi, ovviamente Hip Hop, Hardcore ne ascolto poco, ascolterò 4 gruppi Hardcore, che poi sono quelli con cui ci suono insieme.<br />
Mirchetto: Fortunello, sono pochi quelli che hanno questa fortuna eh.<br />
Riccio: Di tutto poi, anche perché faccio tecnico del suono quindi bisogna ascoltare di tutto.<br />
Mirchetto: Mah io sono dalle visioni limitate invece: Hardcore, Punk Hardcore, Punk Rock al limite, Thrashcore, Fastcore, Metalcore, ah e i <a href="http://sublimelbc.com/">Sublime</a>, che sono dei fighi. Fanno tipo Punk/Reggae.<br />
Riccio: Si comunque ascoltiamo un po' di tutto.<br />
Musu: Io soprattutto tanto metal ho ascoltato, da quando ero ragazzo. Sì, ragazzo intendo 13 anni. Fino anche ad Adesso, anche se ora ascolto un po' di tutto.<br />
Riccio: Poi comunque abbiamo sempre suonato in miliardi di band. Prima c'era la band tipo Linea 77, quindi li ho ascoltati, io facevo i Rage Against The Machine, quindi li ho fruati.<br />
Mirchetto: Fruati? Cazzo vuol dire?<br />
Io: Boh, credo che fruibile derivi da lì, però.<br />
Mirchetto: Ah giusto.<br />
Riccio: Poi stiamo facendo Drum 'n' Bass, quindi stiamo riscoprendo anche un po' di musica elettronica. Abbiamo avuto un passato da mezzi Punkabbestia quindi un qualcosa di elettronico è entrato dentro di noi.<br />
Mirchetto: Io mi dissocio. (risate, ndL)<br />
<br />
13 - <i>Ultimamente sono usciti vari gruppi NSxHC (National Socialist HardCore, nazi di merda che pretendono di fare Hardcore, ndL), Come i Blind Justice o gli Hate For Breakfast o gli Still Burning Youth, e non solo, anche vari nazi che ascoltano Hardcore, secondo voi perché c'è questa cosa?</i><br />
Musu: Perché non sanno che cazzo fare.<br />
Riccio: Le provano tutte.<br />
Musu: Le droghe non funzionano più come una volta. (risate, ndL)<br />
Mirchetto: Si stanno appropriando di una cosa che non è loro, l'Hardcore, che, soprattutto in Italia, è sempre stato antifascista e deve RESTARE antifascista, e certi gruppi devono essere allontanati. Onestamente non so perché stiano nascendo, probabilmente sì, le droghe non funzionano. Oppure le hanno provate tutte, evidentemente il metal, anche quello che poteva essere più di destra non gli basta più. Stanno tentando di tutto, e provano ad attirare proseliti in quest'ambito e in questo genere, solo che forse non hanno capito bene com'è la storia qua, l'unica cosa che bisogna fare è menarli, farli fuori il problema è che magari dopo ti sgamano.<br />
<br />
14 - <i>Sono sempre più frequenti rivolte e insurrezioni in tutto il mondo. In Italia, ultimamente, ce ne sono state 2, cosa pensate di questo?</i><br />
Musu: Che la gente dorme. E che sta bene nella merda in cui nuota. E non fa niente per cambiare le cose. Cioè pochi fanno qualcosa, ma l'italiano medio sta bene nella sua mediocrità.<br />
Riccio: Più che altro è adesso che finché non ce l'abbiamo su per il culo.<br />
Mirchetto: Non è vero, perché ho letto poco tempo fa un libro di Nietzsche, che anche 150 anni fa, gli italiani sono abituati a parlare e vedere le cose cadergli addosso. Quindi a un certo punto credo che sia una costante proprio del popolo italiano.<br />
Riccio: Quella di farsi fregare.<br />
Mirchetto: Solo discorsi da bar tipo "Ah il governo ladro".<br />
Riccio: E dopo lo votano però.<br />
Mirchetto: Senza far niente per cambiare le cose. Quindi, forse è triste da dire, ma va bene che sia così, nel senso, bastonateli, perché sono delle teste di cazzo. Poi ti trovi gente che ti fa discorsi del tipo "Bisognerebbe prendere i fucili e andare ad ammazzare tutti questi pezzi di merda" poi vedono la manifestazione e dicono "Ma guarda cosa hanno fatto tutti questi ragazzini qui." E magari li prendono anche a calci in culo. Ma io prenderei a calci in culo te.<br />
Riccio: Sono i primi che dicono, poi quando c'è da fare qualcosa se ne stanno a casa in pantofole, e allora stai zitto.<br />
Petz: Non so per me comunque ormai l'unico modo per ottenere qualcosa è prendersela.<br />
<br />
15 - <i>Bene, ora la domanda più seria di tutte: ditemi il personaggio preferito dei cartoni animati/fumetti/telefilm.</i><br />
Musu: Mi devi lasciare un paio di giorni per pensarci. (risate, ndL)<br />
Riccio: Ma noi abbiamo già un idolo dentro di noi.<br />
Mirchetto: Hai mai visto il telefilm Hercules? L'amico di Hercules, che è anche il cugino di Hercules, oltretutto, Iolao, lui è il nostro idolo, ma proprio l'idolo di tutti e 4.<br />
Musu: Perché è un numero 2 e noi sosteniamo i numeri 2.<br />
Riccio: Poi c'è una canzone che finisce con "Your Life", ma nel nostro cuore diciamo sempre "Iolao".<br />
Musu: No io dico proprio "Iolao".<br />
Riccio: Perché non hai il microfono davanti.<br />
<br />
16 - <i>Ok ora lascio lo spazio a voi per dire tutto quello che volete: insulti, soprattutto insulti, se volete.</i> Musu: Io ascolto metal, ma comunque non ho mai amato la destra, e soprattutto il metal di destra, precisiamo.<br />
Mirchetto: Beh intanto grazie mille Luby per l'intervista, e soprattutto per la coproduzione, bella vecchio. Scaricate.<br />
Musu: Rubate il CD.<br />
Mirchetto: Ecco, ma nei negozi, perché di solito i poveretti come noi che portano in giro la distro sono sempre in passivo.<br />
Musu: Ah nel retro di copertina del CD, manca Have You Seen Him?, quindi da quella in poi i titoli sono sfasati, ma nel libretto e nel CD ci sono tutte e nel giusto ordine. Praticamente tu ignora il retro del CD, prendi solo la copertina e il libretto.<br />
Mirchetto: Stay Thrash!<br />
Riccio: Iolao for life!<br />
<br />
<i>Metto qualche altra foto presa dal Pulcio, scattate durante il release party, e poi 3 video, fatto da Sica, sempre al medesimo.</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/392105_229900720421538_136274436450834_515096_1214045040_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="166" src="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/392105_229900720421538_136274436450834_515096_1214045040_n.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/392105_229900713754872_136274436450834_515094_1040249795_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/392105_229900713754872_136274436450834_515094_1040249795_n.jpg" width="232" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/392105_229900703754873_136274436450834_515092_1022908442_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/392105_229900703754873_136274436450834_515092_1022908442_n.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/iI0wqxBQ6LY?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><object width="320" height="266" class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="http://3.gvt0.com/vi/lFKj0lwZ_9c/0.jpg"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/lFKj0lwZ_9c&fs=1&source=uds" /><param name="bgcolor" value="#FFFFFF" /><embed width="320" height="266" src="http://www.youtube.com/v/lFKj0lwZ_9c&fs=1&source=uds" type="application/x-shockwave-flash"></embed></object></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/jf8JO4EYbpk?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div><i> </i>luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-24434059046157562602012-01-11T01:21:00.005+01:002012-01-13T19:37:16.694+01:00Eat You Alive - The Last Stage Diving<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOZFOravHpK4HsbXYEtaFKejqiyBbsWiXGIbJ5pfxu-b55a01QU6H9025YSJ6X50ez9wt9aEoxo1AE5llo-xDOD0_eSCkA60QqAq-dFjHO08IjqBH4-h2Dk1FqmgA1KbMQ5Gg7wPX5IyU/s1600/314573_198320410246236_136274436450834_435324_1794694059_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOZFOravHpK4HsbXYEtaFKejqiyBbsWiXGIbJ5pfxu-b55a01QU6H9025YSJ6X50ez9wt9aEoxo1AE5llo-xDOD0_eSCkA60QqAq-dFjHO08IjqBH4-h2Dk1FqmgA1KbMQ5Gg7wPX5IyU/s320/314573_198320410246236_136274436450834_435324_1794694059_n.jpg" width="320" /></a></div><br />
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Eccoci qua con un disco fresco fresco di uscita (ha massimo una settimana di vita, infatti) e con uno dei titoli più tamarri mai esistiti (e questo è un bene). A breve pubblicherò anche un' <a href="http://fastmusicfortherevolution.blogspot.com/2012/01/intervistachiacchierata-con-gli-eat-you.html">intervista/chiacchierata</a> fatta al gruppoil 6 gennaio, giorno seguente al release party del disco stesso.<br />
Gli Eat You Alive sono un gruppo di Padova, che vede al proprio interno membri degli Antisexy (voce e batteria), attivi da qualche anno ormai (fecero uscire un <a href="http://www.punk4free.org/articoli/9-free-album/789-eat-you-alive-2008-demo-08.html">demo</a> nel 2008).<br />
Bando alle ciance quindi parliamo del disco.<br />
A grandi linee si tratta di un hardcore con varie influenze (che vanno dal rock'n'roll al metalcore al thrash, per esempio). La velocità è generalmente alta, con riffoni granitici alternati a riffoni più spediti ad altri più "tamarri", voce urlata e acuta, a cui fanno eco vari cori in puro stile old school. <br />
La registrazione è decisamente ottima e rende al meglio.<br />
Tra gli episodi più riusciti direi decisamente Control e Do It Better (che sono erano tra l'altro anche nel vecchio demo), Give Me A Break (inizio più tamarro di così forse solo Pump The Brakes dei Refused, e ovviamente a noi ce piace), What's The Problem e No Need To Excuse My Actions.<br />
Forse gli unici cali di tensione in tutto il disco (se così si possono chiamare), a mio parere, sono invece Opposition And Conformity e For Myself.<br />
Menzione dovuta per testi e grafiche.<br />
Al release party han pure suonato due nuove canzoni, che promettono bene, vedremo cosa riserva il futuro.<br />
Enjoy and support. <br />
<br />
Tracklist:<br />
1- What's The Problem<br />
2- Control<br />
3- A Step Forward<br />
4- Ogni Secondo<br />
5- No Need To Excuse My Actions<br />
6- Have You Seen Him?<br />
7- Opposition And Conformity<br />
8- Do It Yourself (Do It Better)<br />
9- The Strength In My Veins<br />
10- Give Me A Break<br />
11- The Taste Of Gold<br />
12- For Myself<br />
13- Higher Standard<br />
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<a href="http://www.mediafire.com/?sxi105hbr9nfygc">Download</a> (il file è con le canzoni in WMA e con pure il booklet)<br />
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P.S. Metto il download perché penso sia giusto che tutti possano ascoltarlo, ma visto che varie etichette e non hanno coprodotto il disco e soprattutto che è appena uscito, se ti piace compralo.<br />
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P.P.S. Una precisazione, nel retro copertina del CD manca "Have You Seen Him?" quindi le canzoni dopo sono sfasate, ma nel CD e nel file è tutto giusto. (dovere di cronaca)<br />
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P.P.S. Sì, lo so, ho abusato delle parentesi.<br />
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P.P.P.S. Sì, lo so, ho abusato anche dei post scriptum.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-28331068929896796202011-12-07T21:15:00.004+01:002011-12-07T21:35:45.355+01:00Qualche appunto critico su scuola istruzione educazione e quant' altro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.futuroscuola.org/wp-content/uploads/2011/03/fabbrica-scuola2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.futuroscuola.org/wp-content/uploads/2011/03/fabbrica-scuola2.jpg" width="296" /></a></div><br />
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Fin da piccolo non ho avuto un bellissimo rapporto con la scuola, non tanto perché sia stupido, quanto più che altro per un rifiuto inizialmente inconscio poi via via sempre più consapevole, del sistema scolastico in toto (o forse proprio perché sono stupido, e questa è solo una scusa, chi lo sa).<br />
<br />
Non ho mai riconosciuto le votazioni come un qualcosa di utile, veritiero, che rispecchia la realtà, raramente sono stato particolarmente abbattuto per dei brutti voti come raramente sono stato particolarmente contento per dei bei voti. Non ho mai pensato, infatti, che una verifica, o un' interrogazione, potessero realmente comprendere l'effettiva conoscenza di un dato argomento o di una data materia. Ci sono tantissimi fattori da tener conto, infatti, a partire da quello emotivo (la forte competitività che la società capitalista impone fin da piccoli è un esempio lampante, non tutti reagiscono bene sotto pressione, la paura di fallire, distrazioni dovute a fattori esterni e personali ecc ecc) a quello puramente pratico (la fortuna nel ricevere domande a cui si sa rispondere, il saper scrivere bene o il sapersela cavare a parole anche senza una reale conoscenza ecc. ecc.) a tanti altri che sarebbero infiniti da elencare e che probabilmente variano da persona a persona. Come non ho mai pensato che un voto su un foglio di carta, ufficiale o non che sia, possa anche lontanamente valutare la persona.<br />
Penso infatti che siano ben altri i criteri per valutare un individuo piuttosto che non il suo rendimento a scuola, o il suo lavoro e via così.<br />
Voglio quindi provare a fare una riflessione sulla formazione, una critica al sistema scolastico, premettendo che conosco ben poco del tema "pedagogia libertaria", ma suppongo che la mia riflessione possa rientrare almeno parzialmente in questo ambito. Se scrivo eresie o stronzate, rinfacciatemelo.<br />
Ho sempre avuto un rigetto per il nome "scuola dell'obbligo", mi sono infatti sempre chiesto il perché debba essere un obbligo: che senso ha forzare qualcuno a studiare qualcosa se non vi è un interesse e che probabilmente (e questo vale per la maggior parte delle materie che si studiano alla scuola dell'obligo) non avrà neanche un risvolto pratico nella vita futura e di tutti i giorni?<br />
La risposta mi pare più che ovvia, servono a formare un modello di cittadino che accetti questa società senza cercare di cambiarla radicalmente, imponendogli fin da piccolo che questo è il modello giusto e che gli altri sbagliano (e purtroppo, spesso ci riescono). Credo sia abbastanza evidente infatti come dai programmi vengano omesse vari argomenti che potrebbero risultare scomodi (vedi le <a href="http://ita.anarchopedia.org/societ%C3%A0_gilaniche">società gilaniche</a> in storia o filosofi importanti come <a href="http://www.filosofico.net/stirner.htm">Stirner</a> in filosofia) o come alcuni argomenti vengono trattati solo parzialmente (come per la rivoluzione industriale che mette in luce solo i vantaggi ma non le conseguenze negative, inquinamento alienazione ecc. ecc.). Già da questo quindi è chiaro lo scopo della scuola.<br />
Oltre a ciò però credo sia molto utile analizzare anche il ragionamento comune (e spesso non è solo un ragionamento ma viene anche messo in pratica, tante volte viene messo in pratica anche senza ragionamento, a dire il vero) secondo il quale bisognerebbe studiare in funzione del lavoro, ovvero io (un "io" generico, ovviamente) studio durante l'infanzia l'adolescenza e i primi anni dell'età adulta, non per formarmi come individuo, per acculturarmi, per coltivare effettivamente i miei interessi, per capire quali sono i miei interessi, per capire cosa si vuole fare nella vita ecc ecc, ma per imparare un mestiere, o per avere un pezzo di carta che poi FORSE mi permetterà di avere un lavoro FORSE gratificante e FORSE anche ben pagato. La scuola viene quindi messa al centro della società moderna e ne diventa anche la rappresentazione lampante, stessi meccanismi, stesse priorità e così via: al centro di tutto c'è il lavoro e la produzione (studiare per un impiego futuro, studiare e rendere, altrimenti si è bollati come stupidi/ignoranti/buoni a nulla/scansafatiche), la gestione è ovviamente gerarchica (il preside comanda, i prof danno gli insegnamenti, gli alunni non hanno potere), vengono insegnate cose utili non a chi impara, ma a chi sta al vertice della gerarchia, vengono repressi i comportamenti non regolari.<br />
Ma a cosa dovrebbe dunque servire la scuola? È realmente necessaria la scuola come istituzione? Queste sono solo due tra le tante domande che mi sono fatto e a cui forse mi sono dato risposta, ma credo che tutti dovrebbero farsi domande del genere, non solo sulla scuola però, ma su tutto quanto, senza accettare le cose così, come ti vengono imposte, solo perché <i>se sono così, ci sarà pure un motivo, no?</i>, come ci viene insegnato a scuola, tanto per cambiare.<br />
Cosa mi sono dunque risposto a queste domande? Mi sono risposto che la scuola non è realmente necessaria come istituzione, anzi, la scuola come istituzione sarebbe decisamente da abolire, in primis in quanto pilastro portante della società capitalista consumista e classista (<i>minchia oh, tutte con la C...sta, ndL</i>) e quindi in quanto organismo che tende a difendere l'attuale stato di cose esistenti e non a fornire una corretta istruzione all'individuo. Successivamente (ma non in quanto a importanza) proprio perché, in quanto istituzione, si autoconferisce il titolo di giusta, di imparziale, di necessaria, quando invece non è così, perché un qualcosa di imposto, di forzato, di non equo, perché tende a incanalare le persone in un percorso prestabilito, invece che invogliarle a seguire la propria strada.<br />
Diventa quindi palese che finché sussiste la società capitalista, la scuola come istituzione è un qualcosa di necessario al suo sostentamento, all'indottrinamento, alla propaganda inconscia (<i>che bruttissime parole, cazzo</i>) del sistema stesso. Quindi non mi interessa neanche trattare l'argomento, in quanto è abbastanza chiaro che quel che voglio, che penso, e che mi interessa, è rivolto ad un qualcosa oltre al sistema di cose esistenti.<br />
Quindi la mia riflessione si incentra sulla effettiva o meno utilità di una scuola nel caso si riescano ad abbattere gli interessi economici, le gerarchie e tutto ciò che ne deriva (sfruttamento oppressione razzismo specismo egoismo in senso negativo e via così).<br />
La scuola dovrebbe essere un luogo di formazione, dunque, ma è necessaria? A mio avviso non è assolutamente necessaria, non solo, è anche deleteria. Non necessaria e deleteria perché, una volta eliminate tutte le cause della privatizzazione, della limitazione del sapere, ognuno sarebbe libero di informarsi acculturarsi e reperire informazioni su ciò che più gli interessa, ma non solo, potrebbe anche studiare coi propri tempi, e non costretto a seguire tempi imposti da una scuola, e quindi anche la qualità dell'apprendimento sarebbe notevolmente migliore.<br />
I rischi di questo sono ovviamente evidenti, non tutti sono interessati ad acculturarsi, studiare, informarsi. Il punto però è proprio questo, ha effettivamente senso imporre una cultura, un' istruzione, a qualcuno che non è interessato? Ma soprattutto, chi avrebbe il diritto di decidere chi deve imparare cosa e in base a quale criterio?<br />
Un esempio abbastanza lampante e pratico è sulla geografia. È chiaramente un insieme di nozioni importanti, ma se uno non deve discutere di tali cose, o non intende spostarsi dal posto in cui si trova, a cosa gli servono? Ma non solo, anche accettando che questa persona si sposti, gli serviranno anche le nozioni relative agli altri luoghi? La risposta ovviamente è <i>no</i>, e quindi non ha senso che sia inondato di informazioni e nozioni che non gli interessano, tantomeno che le studi, certo a meno che non sia lui a volerlo fare. Quindi è ogni singolo individuo che dovrebbe decidere su cosa informarsi quando come perché ecc ecc.<br />
Tralasciando alcune riflessioni, (<i>Ci sono nozioni, informazioni, che sono invece necessarie a tutti? È dunque giusto che, nel caso, vengano studiate da tutti? Come? Perché?</i> ecc ecc.) per due precisi motivi, uno è perché non ci ho ancora riflettuto abbastanza e quindi non sono sicuro di poter dire cose sensate sull'argomento, e l'altro è perché già la riflessione sta diventando abbastanza lunga e diverrebbe infinita, se aggiungessimo anche questi argomenti al resto, mi concentro quindi sul resto.<br />
Come è quindi possibile che ci si acculturi si studi e si impari da soli, senza l'aiuto o la supervisione di qualcun altro più preparato?<br />
In realtà penso che chiunque possa riuscire, appunto, tramite la diffusione e la non privatizzazione del sapere, a reperire le informazioni che gli servono o che vuole. Anche perché a pensarci bene la scuola, attualmente, è più una limitazione che non uno stimolo alla formazione personale. Un esempio banale? Le letture, ci viene imposto, a scuola, di leggere determinati libri, che però non sono, nella maggior parte dei casi, i libri che noi vorremmo leggere, quindi già in questo caso possiamo vedere che è una grossa limitazione, nel momento in cui dobbiamo passare tempo a leggere e prestare attenzione a libri che non ci interessano e che non ci aiutano a formarci individualmente e personalmente in modo da diventare effettivamente noi stessi, dato che noi stessi siamo noi stessi e unici solo nel momento in cui siamo diversi da qualcun altro, e se tutti abbiamo la stessa formazione è ovvio che ci sia un' uniformità di fondo, un' omologazione, una lobotomizzazione quindi.<br />
Lasciando quindi libera ogni persona, fin da piccoli, si potrebbe garantire che seguano effettivamente la loro strada e si realizzino come individui, senza influenze negative o positive che siano, altrui. O meglio, con le influenze che ci si sceglie da soli (leggere un libro piuttosto che un altro sempre sullo stesso argomento, per esempio). Preciso che chiaramente, fin da bambini, si è sommersi di influenze esterne, volenti o nolenti, e purtroppo non è neanche possibile evitare queste influenze, ma si possono limitare sia quantitativamente che qualitativamente, per esempio tralasciando di agire sulla formazione, sui comportamenti, ma semplicemente prendendosi cura di essi ecc. ecc. Che poi chiariamo, in fin dei conti la cultura non è altro che la summa delle nostre esperienze dirette e indirette (quindi libri ascolti e via così), passate e presenti e future, ed è in continua evoluzione, di conseguenza, la cultura individuale può partire fin da bambini scegliendo le proprie esperienze e i propri interessi senza influenze esterne.<br />
Finora sono incappato, però, solamente in un unico problema per quanto riguarda ciò che ho già detto, ovvero l'alfabetizzazione (in parecchi casi più che necessaria, se non altro per la stessa cultura personale). Tuttavia visto il fatto che questo problema ne implica tanti altri altrettanto spinosi, complessi ed estesi (basti pensare semplicemente al problema del linguaggio, che è necessariamente legato e plasmato dalla società in cui nasce cresce e si evolve) non sono ancora riuscito a riflettere abbastanza sulla questione per poter trovare una possibile soluzione.<br />
Porgo le mie scuse a tutti quelli che ho annoiato con le mie stronzate, ma penso che siano argomenti importanti, o per lo meno interessanti, e su cui ci sia molto da riflettere, anche perché si parla spesso di <i>uscire da questa società </i>e via così, ma per farlo credo sia necessario anche pensare a qualcosa di alternativo ad essa, e intendo per qualsiasi cosa. Ma non solo, penso sia anche necessario, dato che in alcuni posti modi alternativi di vita si stanno già presentando spontaneamente, anche per necessità di cose eh (mi riferisco in particolare alla Grecia), quindi magari non farsi trovare del tutto impreparati penso che sarebbe un' ottima cosa.luby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8865689106648009842.post-63214542314355047772011-12-06T18:41:00.000+01:002011-12-06T18:41:01.283+01:00Resoconto di un assemblea con un compagno greco e qualche riflessione non approfondita<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://bracebracebrace.files.wordpress.com/2011/07/la-violenza-degli-scontri-in-grecia-ad-atene.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="http://bracebracebrace.files.wordpress.com/2011/07/la-violenza-degli-scontri-in-grecia-ad-atene.jpg" width="320" /></a></div><br />
<br />
Come forse alcuni di voi già sanno, venerdì sono andato a un incontro organizzato dalla FAI con un compagno comunista libertario greco.<br />
Credo che chi ha un minimo di testa possa facilmente intuire cosa penso della FAI, ma l'incontro aveva un argomento parecchio interessante quindi sono andato.<br />
<br />
Intendo quindi fare un resoconto, non proprio striminzito, di quel che ha detto il compagno, seguito da una o più mie riflessioni.<br />
Detto questo non pretendo certo di essere oggettivo, in quanto è decisamente impossibile, ma cercherò comunque di essere il più fedele possibile a quel che ha detto o comunque a quello che IO ho recepito e percepito dell'incontro.<br />
Se l'argomento o il resoconto non ti interessa, quindi, scorri avanti chiudi la pagina o fai il che cazzo ti pare che fai anche prima.<br />
<br />
Detto questo a fine lettura se pensate che possa interessare a qualcun altro, diffondete senza problemi, anzi, benvenga la cosa, meglio se non riportate neanche la fonte (penso che in questo modo non si abbiano preconcetti su chi abbia scritto cosa e si possa leggere il tutto in maniera abbastanza distaccata).<br />
<br />
Premetto che l'incontro si è svolto in una modalità che non ho trovato particolarmente funzionale e consona, in quanto il compagno greco era a parlare (in inglese) da una cattedra con una ragazza che faceva da interprete e traduceva. Il tutto creava quindi un senso di divisione dovuto all'apparente dicotomia professore-studenti, quindi alla fine di tutto molte possibilità di interventi sono stati tagliati dall'atmosfera non tra pari, ma quasi di lezioni.<br />
Ma questa è una mia impressione e l'ho messa come precisazione all'inizio.<br />
<br />
Passiamo quindi al resoconto vero e proprio.<br />
Il compagno greco ha premesso che tutto quel che dirà si riferisce ad Atene, in quanto la sua esperienza è quella, che vale per tutta la Grecia, anche, ma che non può parlare per tutto il resto della Grecia in quanto magari tempi, modalità e dati sono diversi, sia per quanto riguarda la situazione sociale, sia politica.<br />
Ha quindi iniziato descrivendo la situazione greca attuale, che non è assolutamente come ce la descrivono giornali telegiornali e merde varie (che novità), ma molto più critica.<br />
Alcuni stipendi sono infatti stati bloccati sin dalla crisi delle banche del 2010. Metà degli edifici, ad Atene, non ha il riscaldamento, e il 5/10% delle famiglie, non riesce a pagare bollette di 100/200 euro a bimestre. I salari e le pensioni sono stati tagliati in alcuni casi fino al 40%, sono stati aboliti i contratti collettivi, e si è diffuso in maniera molto significativa il lavoro precario a discapito di quello a tempo indeterminato. In alcune zone di Atene sono stati chiusi tutti gli asili nido e le scuole musicali per mancanze di fondi. La qualità della vita sta peggiorando sensibilmente.<br />
<br />
Ha quindi fatto un resoconto della storia recente del movimento anarchico greco, da metà anni '90 ad oggi, per comprendere meglio i fatti.<br />
Nel 1996/1997 vi fu un grosso cambiamento nel movimento anarchico (tuttavia purtroppo non ricordo di preciso in cosa consiste dato che non sono riuscito a prendere appunti sull'argomento).<br />
Nel 1997/1998 le attività anarchiche, fino ad allora concentrate nel centro città, iniziano a spostarsi da lì ai quartieri in cui vivono e lavorano, quelli periferici.<br />
L' attenzione viene focalizzata sulle questioni territoriali, in particolare questioni ecologiche e ambientali, in particolare sono importanti e significative alcune lotte come quelle contro la privatizzazione dei parchi (volevano in qualche caso addirittura recintare un parco e far pagare un pedaggio a chi entrava manco fosse un cazzo di museo o una cazzo di autostrada) e contro la costruzione di alcune grosse centrali elettriche. Per avere situazioni vittoriose gli anarchici iniziano quindi a rapportarsi con e a stabilire assemblee nei vari quartieri. <br />
Gli anarchici continuano comunque la loro attività di anarchici al di fuori di queste assemblee, nei rispettivi gruppi. Portano avanti quindi le due attività in parallelo.<br />
Queste assemblee erano caratterizzate dalla rifiuta dei leader, delle istituzioni, e dal fatto che le decisioni venivano prese tramite democrazia diretta.<br />
Per meglio tener fede a queste caratteristiche, quindi, ogni singolo componente delle assemblee vi partecipava in quanto singolo, in quanto individuo, non come facente parte di un gruppo o di un partito e via così, anche se gli era riconosciuta l'appartenenza a questo o a quello, il tutto per rispecchiare il più possibile il reale pensiero di chi ne fa parte, senza che ci siano delle manipolazioni da parte di qualcuno. Gli argomenti infatti venivano discussi solamente in assemblea, e non venivano discussi precedentemente, in modo da far emergere realmente il proprio pensiero e non avere una posizione unitaria in quanto gruppo.<br />
Le lotte, che iniziano a prendere sempre più piede, vengono represse sempre più duramente, e in qualche occasione finiscono anche in scontro fisico.<br />
Nel 2003/2004 vi sono varie vittorie di queste lotte, e quindi viene riconosciuta la validità del metodo dell'azione diretta, della validità di queste assemblee, ma non solo, viene riconosciuta anche la "pericolosità" (per la "società civile") di queste assemblee, proprio per la società stessa. Le lotte si fanno quindi sempre più radicali e si spostano sempre di più dal piano istituzionale al piano locale e diretto.<br />
Il compagno greco fa quindi una breve digressione sulle situazioni organizzate in Grecia. Precisa che il movimento libertario greco che non è mai stato un movimento sociale, storicamente parlando. In seguito precisa che il partito comunista greco, fin dalla nascita, negli anni '20, è sempre stato stalinista, e ha sempre e continua ad avere un ruolo di pacificatore sociale e di livellatore delle lotte (i nostri disobbedienti, sindacati, pacifinti e feccia varia, insomma). Per quanto riguarda le situazioni organizzate della "sinistra" più o meno antagonista, quindi, ci sono o gli anarchici, o gli stalinisti (partito comunista e tutta la galassia di partitini gruppuscoli sindacati ecc ecc che gli gira attorno). Vi sono poi i gruppi più piccoli, che però poco incidono o fanno nel territorio, e i vari "cani sciolti".<br />
Data la validità dimostrata dalle recenti lotte del metodo assembleare e dell'azione diretta, queste assemblee sono sempre più frequenti e tutte o quasi le questioni locali vengono trattate tramite le assemblee locali.<br />
L'unico movimento, in quanto tale, che partecipa è presente e lavora sul territorio era quindi quello anarchico.<br />
Un altro carattere molto interessante di queste assemblee che viene sottolineato è la loro temporaneità: le assemblee trattano infatti solamente un tema, e quando lo scopo di questa assemblea viene a mancare l'assemblea si scioglie.<br />
Una svolta significativa si ha nel 2008, quando il 6 dicembre viene ucciso dalla polizia con un colpo di pistola Alexis Grigoropoulos, ne scaturiscono violente rivolte in tutta Atene e anche in altre città della Grecia. Gli anarchici hanno fin da subito un ruolo fondamentale in tutto ciò.<br />
Durante queste rivolte, tutti gli obiettivi sensibili, come le stazioni di polizia, le banche ecc. ecc. vengono attaccati duramente. Proprio per questo motivo si è pensato di allargare la lotta fino ai proprio luoghi, quindi ai quartieri più periferici.<br />
Vengono quindi occupati vari edifici istituzionali e municipali in varie zone ateniesi. Queste occupazioni sono aperte a tutti e iniziano ad ospitare anche le assemblee locali.<br />
Si cerca quindi di spiegare a chi partecipa alle occupazioni e di dare un senso politico alle rivolte che molti di questi hanno visto solamente tramite le televisioni o i giornali.<br />
Nascono di conseguenza le prime assemblee che trattano di più temi, proprio in questi luoghi. Si evolvono quindi le assemblee e da temporanee e monotematiche diventano periodiche e si interessano di vari temi.<br />
Pochi giorni dopo, il 22 dicembre sempre del 2008, succede un altro grave fatto, Konstantina Kuneva, rappresentante sindacale, viene <a href="http://giannigirotto.wordpress.com/2009/03/23/dedicato-a-tutte-le-donne-e-a-tutti-coloro-che-hanno-avuto-parenti-emigrati/" target="_blank">sfigurata con dell'acido solforico</a> durante una rivendicazione sindacale dal proprio datore di lavoro. L'aggressione è molto sentita, tanto che le rivolte e le azioni anarchiche (ma non solo) successive, sono tutte incentrate su due temi, questo attacco e la repressione sistemica.<br />
Per questo e per altri motivi (tra cui la qualità della vita sempre peggiore) l'attenzione delle assemblee e delle lotte si spostano spontaneamente sempre più dall'interesse locale fino all'interesse di classe.<br />
I partecipanti delle assemblee sono quindi legati tutti assieme e accomunati dall'essere persone oppresse, sfruttate, precarie ecc. ecc. (il compagno racconta allora un aneddoto avvenuto nella sua assemblea di quando un partecipante chiese di discutere sul perché durante le rivolte erano stati distrutti dei negozi, gli venne chiesto perché voleva che se ne discutesse ancora, lui spiegò che aveva due negozi e durante le rivolte vennero distrutti, gli venne quindi detto che se aveva due negozi non era nella stessa condizioni degli altri quindi poteva anche andarsene dall'assemblea, e se ne andò).<br />
Dal 2009 le assemblee locali iniziano quindi a partecipare agli scioperi generali indetti dai sindacati, non per un effettiva adesione allo sciopero, ma come occasione per fare qualcosa, per portare i propri argomenti in piazza. <br />
Fino ad oggi almeno 5 o 6 assemblee locali, solo ad Atene, partecipano regolarmente anche ad eventi e lotte non locali.<br />
Oggi si possono contare almeno 35/40 assemblee locali in tutta Atene. E le assemblee locali, possono essere paragonabili, in quanto a forza e a diffusione, ai sindacati.<br />
Le assemblee iniziano quindi ad aprirsi anche a persone non politicizzate.<br />
In giugno, durante uno sciopero generale, le assemblee si organizzano autonomamente e cercano di isolare il parlamento. Il successo è alto, ma la repressione è molto elevata e la polizia carica brutalmente.<br />
Per questo il movimento, che fino ad allora aveva ancora alcune caratteristiche non violente, cambia sensibilmente il punto di vista e si radicalizza e organizza sempre di più.<br />
La risposta del governo alla crisi economica si fa sentire con manovre non proprio leggere (si propone per esempio di pagare varie bollette tutte insieme e famiglie che quindi non riescono a pagare bollette di 80/100 euro dovrebbero pagarne di 500). Alcune assemblee decidono quindi di non pagare più le bollette (il tutto indipendentemente dai partiti). <br />
Il compagno a questo punto da una piccola digressione per precisare che l'attività degli anarchici è molto elevata, ma che molto spesso agli occhi esterni non si vede, un turista che va ad Atene infatti può notare che gli unici manifesti con la A cerchiata che trova per la strada riguardano solamente gli argomenti da sempre cari agli anarchici quali l'antifascismo, la repressione, i prigionieri politici e gli "attacchi notturni". Tutto quel che riguarda la crisi infatti, viene trattato dalle assemblee locali, di cui gli anarchici fanno parte.<br />
Le assemblee, fino ad allora sempre incentrate su un discorso di resistenza, iniziano a pensare anche a modi di "attacco".<br />
Si cerca quindi si portare le assemblee ad un livello altro, ad un livello alternativo alle istituzioni, ad un livello controistituzionali e contrapposte alle municipalità.<br />
Alcune assemblee cercano quindi di avere un riconoscimento controistituzionale, come alternativa ad esse.<br />
Dato il peggiorare continuo della qualità della vita si inizia a pensare anche a modi alternativi di vita, se per un certo punto di visto pratiche come l'occupare case a scopo abitativo era già diffusa si comincia a pensare a come avere l'energia senza riuscire a pagare le bollette, a come procurarsi il cibo senza dover andare ai supermercati (aggiungo io che gli espropri ultimamente si fanno sempre più frequenti quindi direi che un metodo l'hanno trovato) e via così.<br />
Gli viene quindi chiesto di spiegare cos'è successo il <a href="http://www.youtube.com/watch?v=hMefCrHlVC4" target="_blank">20 ottobre</a>.<br />
Premettendo che è necessariamente un resoconto soggettivo e non oggettivo parte quindi con lo spiegare un attimo la situazione generale.<br />
La situazione della popolazione, per quanto riguarda la quantità di quelli che lottano, non è tanto diversa dalla nostra. La società infatti si divide in due categorie, quelli che lottano socialmente, che lottano in strada ecc. ecc., e quelli che invece non credono nelle lotte sociali. <br />
Al contrario la situazione è molto diversa qualitativamente. Infatti lo Stato, tramite i Media, cerca di scoraggiare alla lotta e identifica tutti quelli che partecipano alle lotte come i nemici, di conseguenza chi lotta è sempre più radicale.<br />
I partiti, come al solito, basano la loro strategia sulle elezioni, sulla rappresentatività, sulla delega, quindi le persone per strada li vedono come parte del sistema, come parte del problema. Chi lotta vede quindi gli anarchici come gli unici con una prospettiva seria. I partiti sono quindi ormai senza partecipazione e sono usciti dalla lotta in prima persona, dalla lotta "di strada".<br />
I partiti, fino ad ottobre, avevano sempre organizzato le loro cose di piazza in luoghi e tempi diversi rispetto al resto alle assemblee.<br />
I membri stessi dei partiti infatti arrabbiati pure loro per la situazione critica, iniziano a perdere fiducia nel partito.<br />
Visto il successo della partecipazione del giugno quando si tentò di isolare il parlamento, i sindacati e i partiti decidono quindi di dichiarare sciopero generale e di isolare anche loro il parlamento.<br />
Tuttavia un parlamentare del partito comunista dice, quando intervistato, che intendono lasciar entrare i parlamentari in parlamento, e lasciare che vengano persuasi dalla forza e dal numero delle persone in piazza.<br />
Per fare ciò si mettono quindi tra la piazza e il parlamento, schierati con caschi e bastoni, e non lasciano passare nessuno, anzi alcuni dicono che addirittura colpivano e consegnavano agli sbirri chi provava a passare (ricorda qualcosa?).<br />
Le assemblee e gli altri cercano quindi di andare dal parlamento ma si trovano questo blocco creato dal partito comunista e dalla galassia che gli gira attorno. Gli anarchici non sono pronti allo scontro, dato che non sono andati organizzati, ma assieme alle assemblee. Si decide quindi di rimanere ad oltranza in piazza finché il partito comunista non se ne va. Tuttavia il partito comunista rimane, anche dopo che gli fu chiesto di andarsene. Nasce di conseguenza uno scontro tra alcuni anarchici (ma non solo) e i "poliziotti rossi" (termine usato dal greco), inizialmente lo scontro è quindi decisamente impari e sembra perso in partenza, tuttavia vista la situazione tutti gli altri della piazza intervengono in favore degli anarchici e tutto quello che era stato preparato per la polizia, comprese alcune molotov, fu lanciato ai "red cops". Il partito comunista perde pesantemente lo scontro quindi, e la polizia interviene per salvarli.<br />
Un giornale comunista e un gruppo trockijsta si schierano a favore del partito comunista e attaccano con dichiarazioni pesanti gli anarchici (anarcofascisti ecc ecc, anche qua nulla di nuovo per noi). <br />
Questa è un ottima dimostrazione del fatto che il partito comunista sia decisamente un nemico dei cambiamenti sociali.<br />
Il compagno precisa quindi che l'attività sindacale sta calando sempre di più, il tutto dovuto anche al fatto che nei posti di lavoro ci può essere solo un sindacato, e quindi, anche per la forte precarietà del lavoro, non si è legati molto a un sindacato, ma piuttosto alle assemblee, appunto.<br />
Inoltre l'importanza delle assemblee è elevata, dato che focalizzano la propria attenzione su problematiche reali e non sui falsi problemi dei nazi o dei partiti di estrema destra (ma non solo di estrema destra, aggiungo io). Chi partecipa alle assemblee infatti è perché ha bisogno di questo, perché si trova in difficoltà.<br />
A seguito di ciò il compagno precisa che in Grecia non ci sono anarchici "non violenti", perché sanno che per ottenere dei risultati in alcuni casi è necessaria la violenza con tutto ciò che ne consegue, attacchi notturni molotov e quant'altro.<br />
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Questo è il resoconto più o meno preciso.<br />
Dopodiché faccio una precisazione mia, prevedibile contando che l'incontro è stato organizzato dalla FAI, ma che mi ha fatto girare un po' i coglioni.<br />
Alla fine il compagno ha precisato che l'organizzazione delle assemblee è attualmente informale, nel senso che non è riconosciuta, alle volte temporanea, che non è federata, che si basa su gruppi di affinità (e fin qui tutto bene, dato che è tutto parecchio funzionale direi) ma poi ha specificato a seguito dei brusii scaturiti dal termine "informale" che non è per Bonanno.<br />
Questo mi ha fatto girare un po' i coglioni non tanto perché sia un fan di Bonanno (dato che non lo sono, anche se è innegabile che abbia detto parecchie cose interessanti, condivisibili o meno che siano), quanto più che altro perché questo mi ha fatto capire quanto anche in certi ambienti anarchici ci si lasci parecchio manipolare dai media vari e tendano a dividere e discriminare altre aree fossilizzandosi solamente (o quasi) sul discorso propagandistico (che brutta, bruttissima parola) tralasciando completamente o in parte l'azione. Inoltra mi ha fatto girare i coglioni anche perché questo odio verso Bonanno non è dovuto all'averlo letto e a non condividere ciò che ha scritto (perché in effetti quel che è stato fatto ha moltissimi punti di contatto con ciò che è stato fatto li, basti vedere i gruppi di affinità, le assemblee locali, la non federazione ecc ecc) quanto più per un pregiudizio precedente e per una contrapposizione "anarchici buoni"/"anarchici cattivi" che porta a mio avviso a un' immobilità di fondo.<br />
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Preciso anche che molto di quel che ha precisato il compagno per quanto riguarda l'evoluzione e il modus operandi sia dei compagni che assembleare che della repressione precedentemente descritto mi ha molto ricordato la situazione in Valle per la lotta contro il TAV.<br />
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Detto questo a voi le riflessioni.<br />
Come ho già detto fate pure girare il post se lo ritenete interessante, togliete la fonte.<br />
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Salutiluby hxchttp://www.blogger.com/profile/08625336694153164442noreply@blogger.com0